ASSICURARE
L’AMBIENTE
L’Ambiente cerca alleati: qualcuno che abbia interesse al suo
equilibrio; che guadagni se migliora in salute. Propongo l’Assicuratore per tre
buone ragioni in parte latenti (c’è battaglia):
1. È un investitore istituzionale di lungo
periodo interessato (e tenuto, per effetto della direttiva europea Solvency II)
a fare “investimenti infrastrutturali
prospettici” (materiali e non) che rendano sostenibili i rischi del futuro
e mettano quindi in sicurezza i suoi bilanci;
2. Con le sue polizze (impegni,
promesse), alleggerisce persone, famiglie e attività del peso dei rischi. Favorisce
una libertà personale etica, responsabile e sicura; capace di rischiare di più perché
cresce in consapevolezza, misura e rispetto.
3. Dà forma a una solidarietà impersonale
eppure personalizzata, a misura di rischio corso. E può ancora dare il meglio
di sé: agire e indurre ad agire ex ante
(gestire rischi, prevenire danni, anticipare eventi), non solo ex post (ripagare danni). Ciò che serve.
Sono ragioni potenti e amiche dell’Ambiente come poche altre. Le
articolo così:
1° Investitore. L’assicuratore ha
investimenti per 10.000 miliardi in Europa (800 in Italia) in grande
ristrutturazione: più liberi, sia dal mattone sia dal debito pubblico, e
orientati dall’Europa a obiettivi chiave, infrastrutturali. Ma, nulla è
scontato e lineare: c’è una discussione e il nuovo indirizzo sta acquistando
peso; deve produrre risultati. La storica cultura un po’ autoreferenziale, che
mira al guadagno da pura finanza, è ancora salda. Serve una nuova attenzione
del Pubblico (dalla Politica al Governo, alla PA locale) che pare debole. Crescerà
con la sensibilità della pubblica opinione. Facciamone pratica, parliamone.
2° Le polizze per la libertà personale. Ogni Possibilità
di azione comporta incertezza e può farsi Rischio. E l’assicuratore è al mondo
per assumere grandi rischi. La polizza consente di agire più sereni e leggeri;
se succede un danno, garantisce giusti indennizzi e risarcimenti. Siamo infatti
liberi se responsabili, capaci di adeguata risposta ai problemi: tutelare la
famiglia, le attività, come il patrimonio e l’ambiente; risarcire i
danneggiati. Se non c’è la polizza, i rischi ci appesantiscono, ci incartano; la
libertà non si regge. E se nessuno risponde, finiamo nell’azzardo (eccesso,
dismisura, tracotanza): è lo stato dell’ambiente.
3° La solidarietà sociale. L’assicuratore
media i rischi facendo pagare a ciascuno un premio corrispondente alla misura
del rischio corso. Ma, il rischio sfugge al tradizionale metodo di valutazione
(la frequenza degli eventi o statistica). Lo si deve focalizzare in termini
dinamici e prospettici: come si muove nella realtà, come viene corso,
processato? Dove va a parare? Ad esempio: in auto, come guido? In prospettiva,
l’assicuratore ha necessità – per misurare i rischi e per poterli assumere – di
giocare anche ex ante (gestirli a
tutto campo, prevenire i danni) e non solo ex
post (indennizzare e risarcire).
L’intreccio delle tre ragioni lascia immaginare un percorso molto
utile alla tutela ambientale: una gestione responsabile delle Possibilità
offerte dalla tecnica. Sono Potenze aperte a esiti opposti. Se ne deve valutare
e gestire sia il loro lato in fiore (vantaggi) sia quello in ombra (rischi e conseguenze
indesiderate). Lo prevede il D.lgs. 231/01 – Responsabilità amministrativa. Dice:
se hai un progetto, devi fare un piano di Gestione dei rischi (consapevolezza,
prevenzione dei danni e protezione di beni e persone). Il piano può ben prevedere
investimenti e garanzie di solidarietà, oltre che ex ante, anche ex post.
Si racconta nel mercato che una grande compagnia petrolifera non
italiana (parecchi anni fa) volesse perforare il Polo Nord alla ricerca di
petrolio. Desistette perché non trovò la copertura assicurativa: il rischio era
troppo alto; era un azzardo.
Insomma, la Gestione dei rischi può utilmente includere l’assicurazione.
Senza, il sistema è come sospeso. L’assicurazione testimonia che i rischi sono
misurati (e lavora perché lo siano). Può dare prova di una loro gestione corretta
e continuativa (un servizio 4.0). E, qualunque cosa succeda (chiarite le
esclusioni), risponde delle conseguenze indesiderate del libero agire. È al
cuore della democrazia.
Francesco Bizzotto
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