GESTIRE IL RISCHIO IGNOTO
Agire ex ante (non solo ex post); valutare i rischi, prevenire i
danni; anticipare gli eventi. Proposta. Nelle attività e nel rapporto con la
natura e gli animali, cerchiamo un meccanismo di mercato che salvi la libertà
senza ridurla ad anarchia individuale. Non scarichiamo le nostre tragedie sul
futuro
Vinceremo la guerra con il
coronavirus ma sarà vittoria vera se, da subito, riflettiamo su come agiamo e mettiamo
a frutto le possibilità, su come rischiamo. Andiamo verso l’ignoto, ma non allo
sbaraglio! Nel mondo assicurativo c’è un certo allarme, per il Covid-19. Molte
compagnie sostengono gli sforzi dei governi e offrono limitate garanzie
specifiche. Ma, il coronavirus in atto non è assicurabile: la probabilità di
patologie e danni è indefinita. Se però fosse in corso la polizza Malattia per
il rimborso delle spese di cura, garantirebbe quanto necessita a parere medico
e a scelta del contraente. I virus, in linea generale, non sono esclusi.
Preoccupano di più i danni per il
fermo delle attività a causa del virus. In tutto il mondo le Istituzioni aprono
il loro ombrello. L’Europa ci mette 350 miliardi e Ursula von der Leyen ha
detto: “Aiutare le imprese e il mercato del lavoro, e investire nel settore
della sanità”. E il mercato assicurativo? C’è, con le polizze ‘all risk’, se
coprono anche il rischio ignoto, cioè le perdite di valore e interruzioni di
attività: ovvero danni immateriali a sé stanti, dipendenti dalla interdizione
delle attività per ordine delle autorità competenti.
Proponiamo pertanto che nelle
polizze Danni sia offerta la possibilità di assicurare anche il “rischio ignoto” (in sé ansiogeno e
destabilizzante): i Cigni neri, le catastrofi impreviste e imprevedibili ma ricorrenti
e planetarie. Occorre precostituirne il finanziamento. Come?
Serve una collaborazione virtuosa
tra Pubblico e Privato. Né l’azienda né il solo assicuratore può farvi fronte. Ogni
compagnia faccia la sua quotazione e proponga un certo premio aggiuntivo per
assicurare il “rischio ignoto”, sapendo di poter contare su una garanzia da
parte dello Stato: se succede un evento catastrofale, entro un certo tempo e
oltre certi valori, lo Stato interviene; fa da riassicuratore delle compagnie
che rilasciano questo tipo di garanzia. Come per il Pool rischi atomici; come per
assicurare il rischio terremoto in California; come hanno fatto Francia e
Spagna (e addirittura il Sudafrica!) per le catastrofi naturali note. A suo
tempo, anche per l’amianto (asbesto), il mercato assicurativo anglosassone ha trovato
una soluzione d’indennizzo. L’obiettivo: creare un Fondo ad hoc Privato,
garantito dallo Stato, che si renda responsabile del futuro con risorse del
presente e con un meccanismo di Gestione che non giochi d’attesa.
Perché prendere il toro per le
corna e affrontare alla radice il problema? Non possiamo continuare a
intervenire solo ex post sulle catastrofi (prevedibilmente tra un po’ senza
rimedio), scaricandone i costi sul futuro. I giovani lo hanno capito e non lo
accettano.
Ricordiamo: i virus come il
Covid-19 mutano e migrano dall’animale e, in generale, dall’ambiente naturale
all’uomo. Abbiamo cattive abitudini e siamo invadenti, superficiali e violenti.
Guardiamo solo a vantaggi immediati e isolati, per lo più quantitativi. Serve
un’etica nuova del rapporto con il mondo animale e l’ambiente, che si preoccupi
delle conseguenze indesiderate anche di lungo termine. Adesso i virus. E
domani?
Un meccanismo “assicurativo” può
contribuire a quest’etica. L’assicuratore si sta orientando a Gestire i rischi
non solo ex post, con indennizzi e risarcimenti, ma anche ex ante: ad esempio con
puntuali valutazioni e informazioni, e valorizzando gli investimenti di
prevenzione dei danni e di protezione delle persone. Lo fa per rendere misurati
– e quindi assicurabili – i grandi rischi, che sfuggono alla misurazione
statistica. In aggiunta, c’è un chiaro indirizzo europeo: Solvency II impegna
le compagnie – per dare stabilità ai bilanci – a fare “investimenti infrastrutturali prospettici” (a lavorare sui rischi
della prospettiva).
La Gestione assicurativa, quindi,
non sarà – va ben chiarito – solo finanziaria (una partita di giro a tre). Sarà
– per sua necessità – una Gestione attiva e trasparente che mirerà a un certo
obiettivo di rischio: a renderlo misurato, sostenibile. E così farà con la
liquidazione dei danni: il giusto indennizzo per ripartire in modo giusto. Si
dice: un meccanismo di mercato, cioè di chiaro e concordato equilibrio tra gli
interessi. Anche quello pubblico.
E chi non assume responsabilità e
non si assicura? Lo Stato limiti la sua garanzia, e agevoli con una fiscalità
di vantaggio la soluzione “pubblica” concordata.
Ferruccio RITO broker e
consulente assicurativo, titolare della Consultass Srl di Milano
Francesco BIZZOTTO docente
del master di Risk management dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
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