lunedì 23 marzo 2020

CIGNO NERO


GESTIRE IL RISCHIO IGNOTO


Agire ex ante (non solo ex post); valutare i rischi, prevenire i danni; anticipare gli eventi. Proposta. Nelle attività e nel rapporto con la natura e gli animali, cerchiamo un meccanismo di mercato che salvi la libertà senza ridurla ad anarchia individuale. Non scarichiamo le nostre tragedie sul futuro

Vinceremo la guerra con il coronavirus ma sarà vittoria vera se, da subito, riflettiamo su come agiamo e mettiamo a frutto le possibilità, su come rischiamo. Andiamo verso l’ignoto, ma non allo sbaraglio! Nel mondo assicurativo c’è un certo allarme, per il Covid-19. Molte compagnie sostengono gli sforzi dei governi e offrono limitate garanzie specifiche. Ma, il coronavirus in atto non è assicurabile: la probabilità di patologie e danni è indefinita. Se però fosse in corso la polizza Malattia per il rimborso delle spese di cura, garantirebbe quanto necessita a parere medico e a scelta del contraente. I virus, in linea generale, non sono esclusi.

Preoccupano di più i danni per il fermo delle attività a causa del virus. In tutto il mondo le Istituzioni aprono il loro ombrello. L’Europa ci mette 350 miliardi e Ursula von der Leyen ha detto: “Aiutare le imprese e il mercato del lavoro, e investire nel settore della sanità”. E il mercato assicurativo? C’è, con le polizze ‘all risk’, se coprono anche il rischio ignoto, cioè le perdite di valore e interruzioni di attività: ovvero danni immateriali a sé stanti, dipendenti dalla interdizione delle attività per ordine delle autorità competenti.

Proponiamo pertanto che nelle polizze Danni sia offerta la possibilità di assicurare anche il “rischio ignoto” (in sé ansiogeno e destabilizzante): i Cigni neri, le catastrofi impreviste e imprevedibili ma ricorrenti e planetarie. Occorre precostituirne il finanziamento. Come?

Serve una collaborazione virtuosa tra Pubblico e Privato. Né l’azienda né il solo assicuratore può farvi fronte. Ogni compagnia faccia la sua quotazione e proponga un certo premio aggiuntivo per assicurare il “rischio ignoto”, sapendo di poter contare su una garanzia da parte dello Stato: se succede un evento catastrofale, entro un certo tempo e oltre certi valori, lo Stato interviene; fa da riassicuratore delle compagnie che rilasciano questo tipo di garanzia. Come per il Pool rischi atomici; come per assicurare il rischio terremoto in California; come hanno fatto Francia e Spagna (e addirittura il Sudafrica!) per le catastrofi naturali note. A suo tempo, anche per l’amianto (asbesto), il mercato assicurativo anglosassone ha trovato una soluzione d’indennizzo. L’obiettivo: creare un Fondo ad hoc Privato, garantito dallo Stato, che si renda responsabile del futuro con risorse del presente e con un meccanismo di Gestione che non giochi d’attesa.

Perché prendere il toro per le corna e affrontare alla radice il problema? Non possiamo continuare a intervenire solo ex post sulle catastrofi (prevedibilmente tra un po’ senza rimedio), scaricandone i costi sul futuro. I giovani lo hanno capito e non lo accettano.

Ricordiamo: i virus come il Covid-19 mutano e migrano dall’animale e, in generale, dall’ambiente naturale all’uomo. Abbiamo cattive abitudini e siamo invadenti, superficiali e violenti. Guardiamo solo a vantaggi immediati e isolati, per lo più quantitativi. Serve un’etica nuova del rapporto con il mondo animale e l’ambiente, che si preoccupi delle conseguenze indesiderate anche di lungo termine. Adesso i virus. E domani?

Un meccanismo “assicurativo” può contribuire a quest’etica. L’assicuratore si sta orientando a Gestire i rischi non solo ex post, con indennizzi e risarcimenti, ma anche ex ante: ad esempio con puntuali valutazioni e informazioni, e valorizzando gli investimenti di prevenzione dei danni e di protezione delle persone. Lo fa per rendere misurati – e quindi assicurabili – i grandi rischi, che sfuggono alla misurazione statistica. In aggiunta, c’è un chiaro indirizzo europeo: Solvency II impegna le compagnie – per dare stabilità ai bilanci – a fare “investimenti infrastrutturali prospettici” (a lavorare sui rischi della prospettiva).

La Gestione assicurativa, quindi, non sarà – va ben chiarito – solo finanziaria (una partita di giro a tre). Sarà – per sua necessità – una Gestione attiva e trasparente che mirerà a un certo obiettivo di rischio: a renderlo misurato, sostenibile. E così farà con la liquidazione dei danni: il giusto indennizzo per ripartire in modo giusto. Si dice: un meccanismo di mercato, cioè di chiaro e concordato equilibrio tra gli interessi. Anche quello pubblico.

E chi non assume responsabilità e non si assicura? Lo Stato limiti la sua garanzia, e agevoli con una fiscalità di vantaggio la soluzione “pubblica” concordata.

Ferruccio RITO broker e consulente assicurativo, titolare della Consultass Srl di Milano

Francesco BIZZOTTO docente del master di Risk management dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria

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