venerdì 29 settembre 2023

GIOVANI E LAVORO

 SIANO A RISCHIO, FORMATI E ACCOMPAGNATI

Siano imprenditori! Insegniamogli a esserlo! E diamo loro Sicurezze attive (non passive).

Formiamoli e Accompagniamoli al rischiare. È più del "lavoro dello spirito" di Cacciari 

     I giovani? Cercano, specie al Sud, un "adattamento protettivo" ("opportunistico") entro sacche di welfare, o vecchio o fatto in casa (la famiglia). "A danno dell'erario, sfruttando i servizi pubblici senza pagarli", e a scapito del patrimonio familiare. 

Perché, data la riduzione degli stipendi del 2% in trent'anni (mentre in Germania e Francia sono cresciuti del 30%), "per molti il futuro è solo un rischio", un'ombra. 

Il ceto medio in generale è in "strisciante secessione dall'idea di essere parte di una comunità di destino in marcia". A causa delle condizioni in cui si lavora, specie da giovani. 

Lo dice Mauro Magatti sul Corriere della sera del 28 settembre. Descrizione interessante. 

    I GIOVANI DEVONO ESSERE A RISCHIO, FORMATI E ACCOMPAGNATI

    Osserviamo che, magari fosse un "Rischio" per i giovani il futuro! Dobbiamo darcelo come obiettivo. Perché Rischio non è solo ombra e minaccia. È insieme anche possibilità, chance, dinamica, iniziativa. E soprattutto è probabilità, cioè misura, visione e valutazione, impegno e decisione personali.

I giovani devono essere a Rischio! Il problema è che non lo sono: non hanno messa a terra, non ci sono visioni su cui basarsi, con cui misurarsi. Che visione di futuro ha Milano? I giovani lo sentono: siamo, sono in Pericolo. Manca la misura, è difficile valutare e decidere per sé e insieme. I Greci antichi la chiamavano hybris: dismisura, che porta alla tracotanza e a disastri. 

Oltre che essere a "Rischio", cioè consapevoli e in grado di decidere, i giovani hanno bisogno di essere Formati a ciò che serve all'impresa. È facile, basta parlarne pacatamente; invece, si litiga da lontano. 

E poi devono essere Accompagnati, sostenuti nel dialogo con le imprese, per pareggiare le chance. Qui siamo a zero ed è una vergogna. Abbiamo detto: Don Bosco nel 1850 faceva di meglio. 

Germania, Francia, i Paesi del Nord Europa e anche la Gran Bretagna hanno molto investito nelle Agenzie del lavoro territoriali. Consentono loro di avere un mercato del lavoro aperto, creativo e flessibile. Il pane, a portata di mano. 

Da noi solo Draghi se n'è ricordato e ha messo risorse. Renzi ha fatto l'Agenzia nazionale delle Politiche attive (ANPAL, 2015) e poi s'è fermato e ha mandato segnali di licenziabilità più facile ma non di Mobilità del lavoro, di libertà, di imprenditività. Dopo Draghi, chiacchiere e nebbia. Vedremo. 

Il sospetto: sfibrare il mercato per poi consegnarlo al privato senza il pubblico, senza la Politica. Non serve alle imprese. Non funzionerà. Ci incarteremo. 

Allora, il da farsi è semplice e tocca a Milano provare, sperimentare: ripensare le Agenzie del lavoro (AFOL Metropolitana): mixare pubblico e privato sia nei Cda sia a livello operativo, secondo la lezione di Elinor Ostrom, prima donna Nobel per l'economia (come gestire i delicati beni collettivi). Il pubblico da solo non ce la fa; il privato da solo pasticcia. E Assolombarda cosa dice? 

LA FRONTIERA: IMPRENDITIVITÀ ASSICURATA TUTTI IMPEGNATI, NESSUNO IN DIFFICOLTÀ

Servono Politiche attive che pareggino Domanda e Offerta di lavoro e mirino alla imprenditività diffusa (ove desiderata e possibile), all'autonomia, alla progettualità professionale personale e alla iniziativa e responsabilità collettiva, di rete, sociale: al Rischio d'intrapresa, appunto. Molto oltre il "lavoro dello spirito" cantato da Massimo Cacciari. Questo, si ferma alla vocazione e auto-realizzazione personale. Non basta. 

Noi Assicuratori possiamo assicurarlo questo lavoro imprenditivo che raddoppierà il tasso di concorrenza (il nodo non sciolto della Sinistra). Assicurarne il reddito, la salute, la casa e il futuro. Perché tutti siano impegnati e nessuno in difficoltà e umiliato. 

Possiamo anche sostenerlo in positivo: finanziare, assicurare il Rischio professionale o d'intrapresa. Anche qui, l'ideale è trovare il modo di farlo insieme: pubblico e privato (indirizzo condiviso e responsabilità collettiva e personale).

L'82% del PIL lo fanno le PMI. Aiutiamole a crescere su questo terreno. A fare sistema con il lavoro. I grandi investitori apprezzano le nostre competenze, creatività e flessibilità di nicchia. Questo è il tema: creare un forte mercato interno, non precarizzare e licenziare.

È prospettiva europea che attuerebbe l'indicazione Onu: ESG - Ambiente, Inclusione sociale, Decisioni condivise (Governance). Parlarne.

Senza il lavoro non salveremo l'Ambiente; senza Inclusione intelligente rallenteremo nell'innovare e non reggeremo la competizione di Cina e India; se non alziamo il tasso di Condivisione delle decisioni non ci saranno sagge decisioni, ovvero Rischi, ma Pericoli, hybris, tracotanza. In Usa se ne parla. Facciamolo anche noi.

Francesco Bizzotto

martedì 12 settembre 2023

REGIONE LOMBARDIA/REFERENDUM SANITÁ

“Un giorno triste per la Lombardia: la maggioranza regionale fugge alle sue responsabilità e si trincera dietro la forma per paura del giudizio popolare”

 «Credo sia particolarmente grave che la maggioranza regionale “fugga” dal confronto con i cittadini rispetto la sanità» ha dichiarato l’On.le Gian Antonio Girelli in seguito al voto di oggi del consiglio regionale lombardo in merito al referendum sulla sanità. «Che sempre più, anche in Lombardia, il servizio sanitario sia deficitario è ormai evidente. È oramai opinione diffusa che liste d’attesa infinite, mancanza di medici di famiglia, calo della prevenzione, mancata presa in carico di patologie emergenti, imbarazzante confusione nel governo della sanità siano la dimostrazione di un modello che non funziona - prosegue Girelli - Verificarlo con i cittadini è una richiesta più che legittima, un esercizio di democrazia. Ancora una volta la maggioranza regionale fugge alle sue responsabilità d’abilità e si trincera dietro la forma, forzata, per paura del giudizio popolare. Su questo il PD insisterà senza timore, portando la protesta tra i cittadini perché quello che si sta consumando è il disconoscimento dell’art.32 della costituzione, è il Piano Sanitario Nazionale, è l’idea di diritto universale alla cura. Su questo non c’è mediazione che tenga. C’è solo il pretendere i principi di uguaglianza indipendentemente dalle possibilità economiche delle persone e dei territori nei quali esse vivono. Per questo credo sia un giorno particolarmente triste per la Lombardia»

On.le Gian Antonio Girelli (PD), membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera

sabato 9 settembre 2023

SANITÀ

 

UN DIBATTITO SERIO, PER FAVORE

La politica deve fare la differenza. Non debiti.

Proponiamo 4 punti di riforma

Dice Garavaglia (Lega) in TV: tra il 2013 e il '18 si son fatti tagli alla Sanità. Ora il governo ci mette miliardi. E siamo tutti d'accordo.

Sì, è stato un errore tagliare con progetti e obiettivi non compresi. Così ora: mettere soldi (fare altro Debito) su idee vaghe e confuse (su pressioni di lobby opache) è un delitto.

Serve ragionare e vedere bene nella Sanità.

Serve un lavoro e un dialogo continuativi, approfonditi, di specialisti (di diverse discipline) della parte che governa e di quella che si oppone. Un lavoro serio da presentare ai media e ai cittadini. Ci siamo capiti.

Ci candidiamo per la parte di opposizione!

Con quali idee chiave? Quattro:

1. Le Case per la Salute di Territorio. Si vedono ombre. Non aspettiamo un'altra emergenza! 

2. La Prevenzione! Trascurata e fondamentale. Per una sana Concorrenza per la Salute!

3. La Personalizzazione dei Servizi. È domanda di fondo: non siamo numeri ma Persone!

4. La Mediazione del rischio sanitario (conseguente alla Personalizzazione). Non è giusto che solo i ricchi possano curarsi bene!

Quattro nodi che si possono affrontare insieme con spirito europeo: serio, lungimirante, soddisfacente. E misuriamola la Soddisfazione dei cittadini nei Servizi!

Se parliamo solo di soldi e il merito resta nella nebbia (com'è ora, e se ti serve una diagnosi devi pagare!), siamo certi che vincono le lobby e non si risolvono i problemi. Solo, aumenta il debito.

Francesco Bizzotto

lunedì 4 settembre 2023

PMI A CERNOBBIO

 SACE

Le "Risorse umane", il segreto delle Pmi

Alessandra Ricci, ad di SACE (Assicuratore pubblico del Credito all'Esportazione) porta a Cernobbio 150 Piccole imprese innovative che – tra inflazione e calo dei consumi – crescono ed esportano: "Hanno un ruolo chiave nella competitività del tessuto produttivo", dice Ricci. Lo riporta la stampa. 

Sicure dal lato finanziario, le Pmi investono su ambiente, digitale e innovazione. E come faranno? 

Noi pensiamo che – assicurate: bella questa finanza! –, le Pmi possano:

1° – valorizzare il capitale umano (le competenze, dalle più umili alle eccelse); 

2° – fare Gruppo, Rete con i collaboratori (rispetto, responsabilità, soddisfazione), e quindi cura e creatività (innovazione) d'offerta; 

3° – praticare gli ESG dettati dall'Onu (Ambiente, Inclusione, Governance), come fanno – vogliono, cercano di fare – le medie e grandi imprese Usa.