lunedì 2 marzo 2020

IN TEMPI DI COVID-19


CRESCERE  BENE



Ribatto sulla crescita necessaria con il Covid-19: solo se di qualità e valore. Implica che ripensiamo la Possibilità come Rischio (simbolo di Potenza) e riduciamo volumi, ingombri, disordine, inquinamento, aggressività. Per stare bene, rendere sostenibile la nostra impronta, rispettare gli equilibri naturali, animali e ambientali: sentire il limite (vera padronanza). La crescita di qualità è domanda palese; va fiscalmente favorita. Ci consentirà di rilanciare l’esplorazione, ma con cognizione, senso della misura, saggezza. È il bel rischiare, che valuta e porta via da azzardi e pericoli. È crescere bene. Riguarda in primis i Giovani (forma la “fine punta” dell’anima) e la Politica (rischiare il consenso con determinanti strategiche, non balbettare, traccheggiare).



“Per i Greci era fondamentale conoscere se stessi e avere il senso del limite. E non oltrepassarlo, pena la rovina. Esprimi la tua virtù in Giusta Misura. E conoscine il limite. L’Occidente? Ha una cultura dell’illimitato.” Umberto Galimberti, intervista a Radio Soul, 09.04.2016

C’è una cosa su cui siamo d’accordo: la quantità va bene fino a un certo punto; oltre, fa male. Ma, se c’è un salto di qualità (una sintesi), può ripartire. Se non si fa qualità, la quantità muta il paesaggio, si rovescia nel suo contrario; ingolfa, uccide. Lo provano il cambiamento climatico e i fenomeni estremi, naturali e non: consumare suolo, inquinare acque e terreni, lo stress eccessivo, il malessere diffuso; e ora, virus aggressivi e mutanti. Solo se il sapere si fa saggezza e rispetto, acquista sapore (Vito Mancuso). E il desiderio? Non tende forse dal piacere fisico alle ragioni di felicità, alla gioia senza perché? Del resto, anche la conoscenza specialistica viaggia dalla quantità alla qualità; dal peso alla leggerezza. È l’abc dello stare in internet: devi scegliere cosa leggere, avere un’idea; se ti cattura la quantità, ti perdi. Si tratta di qualificare l’agire per rendere misurati e sostenibili i rischi, e poi aumentarli (non ridurli) ma con accresciuta capacità di correrli in un contesto amico (reggerli in sicurezza come safety). Equilibrio, armonia, giusta misura: per trarre un saldo positivo dal conto profitti e perdite.

È questo il punto. La crescita ha a che fare con la Possibilità, una Potenza incerta a luci e ombre: un foglio a due facce opposte. È un Rischio, simbolo chiave, aperto e contraddittorio: una probabilità, una misura. È il limite che l’uomo può dare se – consapevole – esplora, rischia e riduce gli azzardi (corsa, tracotanza, presunzione, dismisura) e i pericoli (decisioni opache, azioni non ponderate). Vediamo bene che energia, ricerca, processi, emissioni, materie prime e prodotti sono problemi: è facile superare il limite, entrare in vie senza ritorno.

Dobbiamo puntare sul Rischio, non eliminarlo o evitarlo: esplorare il nuovo con contezza, in sicurezza. Rallentare per cogliere segnali, indicazioni. È educativo. L’uomo, povero di istinti, abituato prestissimo a mediare tra il suo carattere e gli esempi e insegnamenti, è arrivato fin qui perché ha rischiato l’aperto e osato in libertà con una certa misura. Va rivista, perché crescono e si complicano sia le Possibilità sia i Rischi. Dobbiamo fare un salto di qualità, guardarci attorno con saggezza e rispetto: reggere il sistema Possibilità / Rischi.

Rischiare (innovare, fare qualità) riguarda innanzitutto i Giovani e la Politica. I primi crescono bene se esplorano il fuori degli adulti, l’oltre, imparando cognizione, padronanza e misura in sicurezza (safety). Così si forma l’intelligenza creativa, la “fine punta dell’anima – nous” (J. Y. Leloup). Senza, “la maturazione si ferma, il desiderio muore, l’io si disperde”, (A. D’Avenia, Corriere della sera, 24 c.m.). E la Politica? Rischi il consenso: ascolti, valuti, motivi, decida. Tutto deriva dalle scelte strategiche (dice il Risk management Usa).

I rischi non sono sostenibili, non c’è spazio per crescere, senza qualità e rispetto, da cui: fiducia, apprezzamento (aumento di valore), margini di profitto, investimenti e ricerca. Siamo fuori. Ne sono prova l’ansia, la corsa che percorrono il mondo. Ci fanno perdere lucidità e ci bloccano sulla logica quantitativa (il Pil). Ripeto: per crescere occorre rischiare (fare qualità). Serve: concentrarsi, rallentare, pensare e vedere bene, osservare, respirare, sorridere, ammirare bellezza, immaginare, mediare con saggezza, oltre l’immediatezza (il chiodo egoista). Chi ci può indurre a tanto, se non la Politica, una nuova Politica di alta qualità?

Francesco Bizzotto

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