mercoledì 29 novembre 2023

DOPO ARGENTINA E OLANDA

 

CAMBIARE MODO DI FARE POLITICA.

Cambiare passo, innovare. 

Organizzare le Competenze; fare proposte che abbiano buone fondamenta. 

 Dice Walter Veltroni in TV, da Gramellini: i leader politici parlano ogni giorno di cose diverse (emergenze, contingenze) come fossero onniscenti. Così la Politica si scredita! 

E Neri Marcorè gli chiede: Cosa dovrebbe fare la Sinistra per riprendersi? Veltroni: Declinare bene, in chiaro i valori (la democrazia, la libertà) e stare vicina ai bisogni delle persone. 

Viste le elezioni in Argentina e Olanda, vista l'ombra di Trump negli Usa, pensiamo non basti; urge cambiare, innovare. Cambiare il modo di rappresentare i cittadini: meno deleghe e tutele, e più partecipazione propositiva, responsabile. E come fare partecipazione? Proviamo a ridirlo.

Partire dal conoscere lo stato delle cose: i Partiti si organizzino per studiare, capire la realtà e coglierne gli sviluppi maturi, attesi, positivi. Per proporre un suo "dover essere" (politico) utile a tutti e convincente. Poco contingente e chiacchierato. E se ci sarà un'emergenza saranno pronti ad affrontarla. 

I Partiti politici, per essere tali, devono avere al loro interno strutture che, con continuità, facciano ricerca e proposte, secondo un certo indirizzo. Dare spazio a competenti e appassionati che si misurino anche da un punto di vista politico con realtà significative. 

Fare Politica democratica significa proporre apertamente un punto di vista di parte a base seria, scientifica, e concorrere (per il consenso) con altri punti di vista. Bellezza della concorrenza! 

Per togliere spazio alla disinformazione, al populismo insensato e arrogante, al terrorismo e alla guerra. Per salvare la Democrazia e mettere a terra i valori, ad esempio quelli "ESG" dell'Onu: Ambiente, Inclusione sociale e Governance (decisioni e rischi condivisi). Per prepararci a dovere alla stagione – ad alti rischi – dell'Intelligenza artificiale. 

    Ad esempio: i servizi assicurativi possono (ne hanno bisogno) orientarsi alla Prevenzione dei danni. Basta dare un vantaggio fiscale alle polizze che la fanno. La Prevenzione è l'unico modo in cui gli Assicuratori possono valutare e quindi assicurare i grandi rischi (il loro core business, oggi fuori controllo). Ed è condizione chiave di sostenibilità di tutte le attività. Per inciso: prevenire i danni è responsabilità personale di chi le organizza. 

L'Europa ha sancito questo orientamento degli Assicuratori con Solvency II che (per mettere in sicurezza i bilanci) li impegna a fare "investimenti infrastrutturali prospettici". Ne abbiamo parlato. 

Culture vecchie e concreti interessi (a tutti i livelli, spesso più in basso che in alto) resistono però a questo cambiamento chiave che orienterebbe ad anticipare disastri, problemi, sprechi, come auspica a ogni occasione il presidente Mattarella. Basta dare il giusto vantaggio ai bravi, per indirizzare e cambiare il mondo. Un po' alla volta. 

Ne siamo certi: Veltroni sarebbe d'accordo.

Francesco Bizzotto

venerdì 10 novembre 2023

PROSPETTIVA METROPOLITANA

MILANO RISCHI!

Non stia con il cappello in mano... 

Il Foglio del 9 parla di Milano: "TRASPORTI E SALASSI". "Servono 200 milioni per le nuove linee, Roma promette ma non paga. Diplomazia".

L'articolo non scava, non affonda. L'approccio al Trasporto pubblico è modesto, limitato, amministrativo. E Milano guarda a Roma, con il cappello in mano.

 Le Metropoli hanno tre macro questioni:

1° Devono esplorare il nuovo, rischiare. Rischiare su grandi Visioni e prospettive. Chi governa deve mettersi apertamente a Rischio. Dire, proporre dove pensa di portare l'attorno, dove andremo a parare: quali sono le Possibilità e i relativi Rischi (le attese di vantaggi & di danni). Dirlo in termini di Probabilità (soggettiva, relazionale, processuale, non statistica,  che non esiste). Sbilanciarsi, rischiare. E fare i relativi piani di Gestione delle Possibilità / Rischi (dei due lati non separabili della Potenza: positivo e negativo). E in specifico devono...

2° Ripensare, aggiornare la prospettiva dell'Abitare e Lavorare. Fare Città nuova (in verticale? Lo pensava nel 1920 Le Corbusier) per: liberare le persone con spazi di relazioni e servizi alla portata, liberare il suolo, liberarci dal fossile e dall'inquinamento, liberare le acque intrappolate da vecchi accumuli.

3° Mettere a terra con urgenza e lungimiranza sia la Città nuova (abbattere il vecchio, prima che crolli) sia il relativo sistema di Trasporto pubblico. Diremo: qui serve apertura al privato. 

 Senza fermezza e coraggio politico visionario sulle tre questioni, senza una Visione condivisa con il Contado, con altre province e con i soggetti produttivi e sociali della Città pensata come Metropoli (un'area vasta, con la sua Governance), il Rischio di sbagliare e sprecare, compromettere risorse è al 90%. Troppo!

 Londra e Parigi volano chiaramente da anni ad altezza di Metropoli vasta. Pensano di servire 10 milioni di abitanti (la Lombardia!), progettano reti policentriche di trasporto e investono decine di miliardi di euro. 

 Sì. E dove le troviamo le decine di miliardi? Bisogna rivolgersi al privato. Sia alla finanza lungimirante sia a imprese e famiglie. L'Occidente ha una ricchezza da favola. Il problema è la messa a terra (idee, progetti, governance). 

Ad esempio, gli Assicuratori (investitori istituzionali di lungo periodo da 12mila miliardi). Sono interessati e tenuti (Solvency II) ad anticipare i Rischi (= mettere in sicurezza i bilanci) e sono disponibili agli "investimenti infrastrutturali prospettici" che l'Europa chiede. Qual è il problema? Devono avere a che fare con sistemi credibili, affidabili. Questo, ci pare, è il punto. E si diceva che il 40% degli Assicuratori fosse in difficoltà: dove metterli i soldi? 

Fra tre anni a Milano si vota. Speriamo che si voti per la Città Metropolitana e che il voto sia atto finale di un grande dibattito. La Sinistra ha la storia, le persone e le carte giuste (un tessuto produttivo e sociale aperto e abituato a guardare lontano) per vincere di nuovo e per fare sognare noi e il Paese. E per far vincere un'idea forte di Europa.

Francesco Bizzotto