lunedì 30 gennaio 2023

RICERCA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

COME FARLE RAGIONARE

Serve l'impegno a Gestire – della loro Potenza – sia il lato in fiore, sia il lato in ombra

Ilaria Capua ebbe a dire in televisione: Qualcuno fermi quei troppi centri di Ricerca che stanno pericolosamente manipolando Virus, senza sapere cosa cercano. La chiamano "ricerca pura". È pesca a strascico: ovunque fa disastri. Prima o poi, una variante aggressiva, difficile da fermare, farà la strage di cui Hans Jonas ha preconizzato: ci fermeremo solo dopo... Anticipiamola!

E l’Intelligenza Artificiale? Sta entrando alla chetichella nelle nostre vite, accelerando anche i nostri bioritmi, e non c'è uno straccio di riflessione di garanzia, fondata e convincente. Ci stiamo mettendo nelle mani di chi? Dei proprietari e ispiratori degli Algoritmi, che interpretano il passato e decidono pesi e valori. Violentano il futuro, molto probabilmente.

C'è un modo per farli rallentare (che prendano un passo giusto, sostenibile): chiamarli a mostrare la loro Potenza in trasparenza e a risponderne nel caso in cui le cose si mettessero male; in caso di perdite e catastrofi conseguenti a loro malaugurate decisioni e azioni.

Perché è chiaro: la Potenza, sfuggita dalle mani dei potenti della storia, è ormai in quelle di scienza e politica, e – in assenza di questa – in quelle degli interessi, a cui la scienza è di necessità legata. Ma, l'interesse vede solo un lato del foglio in cui consiste la Potenza: quello in fiore 🌼; il lato delle promesse e dei vantaggi possibili, alla fine. Non vede il lato in ombra, quello dei pericoli di percorso, di processo: delle possibilità di danni, derive, disastri.

E come possiamo chiamare questi soggetti a lavorare bene oggi e, nel caso, a risponderne in futuro; ad essere certi che lo faranno? Come convincerli a prendere, qui, ora, un passo sostenibile nel loro divenire, nell'intrapresa creativa che li caratterizza e che ci è cara (ci ha arricchito in modi belli, abbaglianti)? Equivale a dire: come ridurre a ragione e misura il loro agire, in modo che non si perdano; da non perderli in futuro?

Il dibattito Usa sul Rischio e la sua Gestione (Risk management) lo ha intuito e sta mettendo paletti importanti. Già la grande impresa ritiene che il suo primo Rischio sia quello dell'innovazione, delle idee, dell'apertura. E chiede che, nei Cda e nei reparti (dalle strategie ai processi produttivi) siano presenti opinioni diverse, e razze e generi diversi, per il miglior confronto: per non fossilizzare i decisori – i rischianti – e garantire che il nuovo e adeguato abbia campo e adozione in tempi giusti. Che sia sostenibile. Gli autoritarismi riflettano!

Per questo il Risk management d'impresa – che da sempre dice: "Chi osserva i Rischi coglie maggiori Opportunità!" – pensa in via prioritaria a un nuovo valore, un bellissimo rischio, che l'impresa accoglie: si propone di attirare (e trattenere) i migliori talenti, le idee migliori. Concorre in primis nell'attirare (e soddisfare) le migliori risorse, a tutti i livelli.

È questa la pista da seguire: chiedere alle imprese di rendere esplicito il loro piano di Gestione dei Rischi (sostanzialmente: Valutazioni, Prevenzione e Polizze, impegni di assicurazione) e dare un significativo vantaggio fiscale a chi lavora seriamente. È facile. E chi lavora male è "fuori mercato".

Il piano di Risk management e le Polizze di assicurazione (o il loro rifiuto) diranno del livello di rischio in questione, nei diversi ambiti. Come ha fatto il mercato allorché una compagnia petrolifera inglese, anni fa, chiese coperture assicurative per perforare il Polo Nord. Coperture negate (è un azzardo!) e progetto accantonato.

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PS. 1° Ovvio, per dare gambe forti al Risk management necessario (già si prospetta) serve che sorgano un uomo e una donna nuovi, uniti e Contemplativi. Un orizzonte di cui si vede l'alba, radiosa. Ne parlerò. Alla prossima.

 PS. 2° Rimarrà poi da dire delle infrastrutture materiali e sociali (abitative, di lavoro e trasporto) che servono a questa donna e uomo nuovi, attivi e contemplativi, liberi e sicuri. Ne ho già parlato: ripensare la città e l'urbanistica.

 Francesco Bizzotto

giovedì 26 gennaio 2023

QUALITÀ OPERAIA E GESTIONE DEI RISCHI

  ORIENTARE, FORMARE, ACCOMPAGNARE

Crolla l'immagine del lavoro manuale in una indagine promossa da Federmeccanica.

E "il 45,1% esprime l'intenzione di cambiare", andarsene. 

Ma, il lavoro manuale è il nostro punto di forza e la mano, diceva Giulio Giorello, è a base della consapevolezza. 

Il digitale e l'intelligenza artificiale (IA) prospettano di archiviarla. Pensiamoci bene. Teniamo la mano (e lo sguardo) in parallelo con l'IA, per ridurre pericoli smisurati - fuori controllo - a rischi (probabilità pensabili, gestibili). 

Nell'immediato, ridiamo valore e interesse all'Orientamento scolastico e professionale. Mostrare, motivare. 

E rivediamo la Formazione professionale, portandola a livelli di qualità (e di studio, di impegno) altissimi. Perché manuale e creativo siano ancor più un tutt'uno. È questo che serve, mentre l'IA tende a ripetere, appiattire e separare realtà statiche, del passato, appunto. 

Infine, non banalizziamo lo scontento (il 45,1%). Mettere il lavoratore giusto nel posto giusto non è nè facile né banale in un tessuto di micro imprese. 

Il dialogo tra Domanda d'impresa e Offerta di lavoro è centrale. Lo è l'Accompagnamento del lavoratore, del giovane, alla scoperta rispettosa dell'imprenditore partner.

Francesco BIZZOTTO

domenica 15 gennaio 2023

POLITICA

UN MODO NUOVO DI FARLA!

Un modo scientifico, trasparente, di parte. Per una Politica all'altezza della ricchezza, complessità e autonomia della società

Serve, alla Sinistra, un modo nuovo di far Politica: che agganci "le forze vive del Paese", crei consenso e si differenzi rispetto al "latente spirito antiscientifico" della destra (Mario Lavia su Linkiesta del 10 cm). 

Lo aveva intuito, e sofferto, Bruno Trentin (La libertà viene prima, Ediesse, 2017, p. 118): 

"Dare corpo a un nuovo modo di fare politica e a una competizione progettuale", contro "la politica intesa come scienza dell'occupazione dello Stato, come alchimia di schieramenti o al meglio come tattica di transizione". 

In attesa di una bella Destra, serve una Sinistra amica della scienza, che guardi con entrambi gli occhi: sia atlantista ed europeista, per l’economia di mercato e la giustizia sociale, garantista e rispettosa delle diversità, in ricerca e radicata nella pratica. 

Per rinnovare la Politica, pensiamo prima ai contenuti, al merito scientifico (idee e proposte) e dopo alle alleanze e alle tattiche. Non il contrario, com'è da sempre. Diciamolo. 

Se la Sinistra aggancia la realtà delle cose, giunge facilmente a "una forte proposta di governo, unitaria, moderna, nazionale", capace di convincere sia a Sinistra sia tra i conservatori più attenti, dice Lavia (idem). 

Qual è il nodo? L'organizzazione, ci sembra. Dare ruolo e poteri a strutture di parte politica (di Partito) in ricerca parziale, specialistica. Ovviamente, con un progetto, un indirizzo, un lavoro trasparente e uno stretto render conto. Non fare lobby; fare Politica. Una Politica all'altezza delle lobby, della ricchezza, complessità e autonomia della società.

Francesco Bizzotto

venerdì 13 gennaio 2023

LAVORO. IL DIBATTITO: INNOVARE!

IL DIGITALE FUNZIONA SOLO CON RETI DI INGAGGIATI, LIBERI, SICURI, ACCOMPAGNATI 

L'innovazione è il nostro futuro. E non solo digitale. Anche di offerta: prodotti e servizi. Sui prodotti ci siamo grazie a Pmi che fanno Reti determinate tra loro e con professionisti e dipendenti. Sui servizi no. Serve un indirizzo politico e una fiscalità di vantaggio. 

E sono ottimista: il fare soldi facile, tipico dei servizi statici, ingessati, è al capolinea, per sovrabbondanza di soldi e carenza di progetti d'uso (dei soldi). Se scarseggiano i progetti affidabili, chi investe? Chi si fida? Ci sono più soldi che progetti di cui ci si possa fidare.

Lo sanno bene gli Assicuratori, impegnati dalla Ue a mettere in sicurezza i loro bilanci con "investimenti infrastrutturali prospettici" (materiali e sociali), fondamentali per il nostro sofisticato rischiare. Geniale Europa! O ci limitiamo a tener su i ponti, a uno a uno, prima che crollino?

Innovare (digitale, prodotti e servizi) richiede che si focalizzi il tema Lavoro in Rete, Formazione, produttività. Altrimenti, tra un po', restiamo indietro, spiazzati dalla complessità di cose, relazioni e processi che non dominiamo. E fin qui quasi ci siamo. 

Ma, i temi sono due: di conoscenze attive e di ruolo del lavoro. Si tratta di tenere in mano (gestire, controllare) i sistemi e i processi (e non è tanto ovvio: vedi aeroporti Usa in tilt per ore nei giorni scorsi) e trovare la giusta collocazione, di mercato, libera e responsabile, del lavoratore, dipendente e autonomo. 

Insomma, lo status dei collaboratori può passare da quello di merce (con diritti) a quello di libero attore, ingaggiato, che concorre (imprenditore con tutele). Dico può perché sono possibili altre scelte: la Germania ha una partecipazione intruppata ed efficiente.

Occorre creare l'Istituzione e i servizi ad hoc. Tra cui, per inciso, forme assicurative (individuali e collettive) per la solidarietà sociale impersonale, libera. Polizze facili, importanti, a premi leggeri. 

In particolare, però: i servizi al Lavoro che si sente ingaggiato e sta in Rete liberamente, responsabilmente (e così raddoppia il tasso di produttività e concorrenza del nostro sistema, con tanti saluti a Xi e Putin) non basta che si limitino alla Formazione. Il percorso logico ha un prima (l'Orientamento, la consapevolezza) su cui siamo a zero, e un dopo (l'Accompagnamento, che un po' pareggi le chance, come faceva un grande santo, don Bosco) su cui pure siamo a zero. 

Ora, si può fare questo lavoro se Confindustria, Sindacati e le Istituzioni esistenti (AFOL a Milano) stanno in ruoli separati, non comunicanti? Non si può, e questo è il primo problema, mi pare. Ma, non c'è parte che ci abbia messo la testa. Potrebbe, dovrebbe, la Lombardia. Lo faccia!

Francesco Bizzotto