SALARI, STAGE, PRECARIATO
È TEMPO DI CAMBIARE ROTTA
Leggendo i programmi e ascoltando la destra
parlare di giovani, sono colpito dalla grande differenza che c’è tra noi e loro
e che credo dobbiamo farlo notare. Abbiamo idee diverse rispetto a come la
politica e le istituzioni debbano guardare ai giovani.
Con le proposte e il lavoro che abbiamo fatto, noi cerchiamo di creare
opportunità di lavoro e di dare ai giovani opportunità.
Siamo convinti, infatti, che le
diseguaglianze di cui soffre questo Paese si possono superare se riusciamo a
dare a tutti i giovani opportunità di istruzione, di formazione, di lavoro, di
vita e di diritti.
La destra sui giovani dice altre cose. Giorgia Meloni, ad esempio, parla di
devianze e di come bisogna correggerle, considerando come devianze qualunque
cosa, dalla tossicodipendenza fino all’omosessualità. Salvini è già oltre:
spiega c’è il tema di insegnare ai giovani la disciplina e recupera l’idea del
militare di leva.
C’è, quindi, una grande differenza di impostazione e credo che dobbiamo
raccontarla. Questo lo si è visto in questi anni di battaglie sui diritti
civili e anche sui diritti sociali.
Siamo noi che nel PNRR abbiamo fatto scrivere che quei fondi dovessero servire
soprattutto a garantire occupazione giovanile e femminile e abbiamo provato a
realizzare questo con il Ministro Orlando.
Siamo noi ad esserci posti questa questione con forza.
Siamo noi che continuiamo a proporre l’idea che bisogna incentivare le
assunzioni a tempo indeterminato, a partire proprio dai giovani. Questo,
infatti, è un tema serio perché anche quando questi incentivi sono stati
introdotti, la storia degli ultimi anni, compresa quella di questa ripresa
economica dopo la pandemia, mostra che chi viene assunto comunque non sono i
giovani ma sono persone over 40 e persone che hanno già una formazione. C’è,
quindi, il problema di incentivare le assunzioni a tempo indeterminato per i
giovani.
In questi mesi è emerso anche il tema di come far incontrare domanda e offerta
di lavoro.
Questo tema mette fortemente in discussione il nostro sistema formativo.
Al di là della demagogia sul reddito di cittadinanza, ci sono migliaia di
aziende che non trovano lavoratori (non sottopagati e non da tenere precari ma che
però siano formati) ed è un altro problema serio che dobbiamo affrontare.
Va affrontato in maniera seria, facendo tesoro dell’esperienza dell’alternanza
scuola – lavoro, che credo sia abbastanza fallimentare e che si lega anche alla
vicenda degli stage gratuiti, per ripensare completamente il sistema formativo.
Il tema dei giovani è, dunque, decisivo.
Abbiamo bisogno di dare opportunità di lavoro e di vita.
Penso che sia importante che nel programma del PD ci sia anche molta attenzione
al problema della casa per i giovani e, quindi, della possibilità di vivere una
vita autonoma, senza essere costretti a stare in famiglia o in abitazioni
precarie per toppo tempo.
Tra le proposte che abbiamo fatto c’è quella di dare 2.000 euro all’anno agli
under 35 per contribuire all’affitto; di aumentare gli incentivi e le
facilitazioni per i giovani che accedono a un mutuo per la prima casa. Inoltre,
diciamo che bisogna costruire più appartamenti di edilizia sociale, con canoni
sostenibili.
Abbiamo fatto degli sforzi in questi anni per mettere la condizione giovanile
al centro dell’iniziativa del PD, sia con le proposte che con l’azione di
Governo degli ultimi mesi, soprattutto dopo che Letta è diventato Segretario.
Ci sono questioni che andrebbero approfondite
perché coinvolgono le politiche territoriali.
Una riflessione che vorrei fare riguarda il reddito di cittadinanza: io ne vedo
tutti i limiti e sicuramente è un istituto che va riformato ma senza il reddito
di cittadinanza, durante e dopo la pandemia, avremmo avuto circa due milioni di
persone in più sotto la soglia di povertà nel nostro Paese.
Il reddito di cittadinanza, quindi, ha svolto una funzione.
È una bugia dire che i giovani non vanno a lavorare perché c’è il reddito di
cittadinanza, anche perché nel nostro Paese ci sono già migliaia di persone che
prendono il reddito di cittadinanza pur lavorando e, dunque, serve per
integrare salari bassissimi.
Ci può essere il problema di chi si approfitta del reddito di cittadinanza ma
il problema enorme riguarda i livelli salariali.
Un’altra osservazione che voglio fare riguarda le pensioni.
Non è vero che le questioni pensionistiche non riguardano i giovani.
Il merito del PD è quello di aver messo, in questi ultimi anni, la questione
giovanile al centro di molte politiche.
Non c’è solo il tema dei diritti che riguarda i giovani.
La destra ragiona in termini di disciplina e devianze mentre noi di
opportunità.
Quando parliamo di pensioni, spesso ci occupiamo di chi deve andare in pensione
l’anno prossimo, magari mettendo in programma di spendere miliardi, come è
avvenuto con quota 100, e non ci si pone il problema dei giovani che fanno
lavori saltuari e precari e avranno il regime contributivo, rischiando, quindi,
di non avere una pensione.
Penso, dunque, che quando parliamo di pensioni dobbiamo sempre mettere in nota
l’idea di una pensione minima garantita. Abbiamo bisogno di costruire un
sistema che consenta ai giovani di avere la pensione e che sia una pensione
accettabile.
Noi siamo gli unici a dire questo.
Per convincere le persone sul fatto che il PD è credibile, occorre innanzitutto
che ci crediamo noi.
Non dobbiamo sottovalutare quello che abbiamo fatto o tentato di fare in questi
ultimi anni.
In questa Legislatura siamo stati la quarta forza politica in Parlamento.
Il fatto di essere riusciti a mettere come priorità del PNRR l’occupazione
giovanile e femminile è stato fatto nonostante fossimo solo la quarta forza
politica in Parlamento.
Abbiamo anche posto questioni su cui oggi siamo credibili perché ci siamo
battuti.
Una di queste questioni è un drammatico tema che c’è nel nostro Paese e che
vale per tutti e in cui si riassumono molti dei ragionamenti fatti fino ad ora
ed è la questione salariale.
L’Italia è l’unico Paese in Europa in cui i salari non crescono da tanti anni.
Da noi oggi, con l’inflazione che cresce e il costo delle bollette che
aumentano, il potere d’acquisto dei salari diventa un problema.
Questo è un tema fondamentale e lo abbiamo posto con forza.
Abbiamo fatto delle proposte chiare su questo: chiediamo di tagliare il cuneo
fiscale, cioè di abbassare le tasse sul lavoro per creare le condizioni per
lasciare ai lavoratori l’equivalente di un mese di salario.
Noi pensiamo che non si possa ricorrere al reddito di cittadinanza per
integrare stipendi da fame e pensiamo che non si possa innescare una
competizione al ribasso sui salari.
Il tema del salario minimo è fondamentale.
Non è pensabile che ci siano stipendi di tre o quattro euro l’ora. Questo non
garantisce livelli accettabili.
Su questi temi abbiamo lavorato con il Ministro Orlando e dobbiamo rivendicare
questo lavoro.
Questo ci dà la credibilità per poter dire ai lavoratori che siamo dalla loro
parte e ai giovani che ci facciamo carico del loro futuro e del loro reddito.
Oggi la priorità sono il lavoro e i salari e noi abbiamo proposte forti su
questi temi, dobbiamo raccontarle e valorizzarle e penso che riusciremo a
convincere molti.
Sen. Franco MIRABELLI Intervento
svolto alla Festa del PD di Carugate il 2 settembre 2022
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