domenica 25 novembre 2018

SULLA PROPOSTA MACRON - MERKEL


“BILANCIO DELLA ZONA EURO”



Milano – a tutti i livelli – dica Sì, riformi la PA e pensi a una grande crescita di qualità

La proposta Macron - Merkel di Bilancio della zona euro è un bel passo avanti. Avrà innervosito Trump e Putin, che vogliono l’Europa à la carte. Serve a “rafforzare la tenuta e la competitività dei Paesi e assicurare la stabilità dell’eurozona”. Così Olaf Scholz, ministro delle Finanze tedesco, che auspica un accordo nell’Eurogruppo. Il Consiglio dei capi di Stato e di governo deciderà in merito il 15 dicembre. Milano si schieri a tutti i livelli.

La proposta vuole escludere “i paesi con deficit o debito eccessivo dai fondi per investimenti, ricerca e innovazione” (Corriere della sera, 19.11). È questione di serietà. Non si può vivere a debito senza prospettiva di rientro. Chi ti farà prestito?

Ma, il governo da noi eletto ha posto due giuste questioni: la povertà e la flessibilità d’uscita dal lavoro. Bisogna trovare i soldi. Dico: ci sono per stare bene tutti, non umiliare nessuno, far emergere e riconoscere i potenziali di ciascuno e premiare l’impegno e i risultati (il merito). Chi non lo crede, bestemmia. Certo, occorre cambiare, fare sistema.

Immaginiamo una prospettiva in due tempi: 1° riforma della PA locale finalizzata alla sua qualificazione e a risparmi motivati (senza licenziamenti, anzi); 2° investimenti di base infrastrutturali, scatenanti una crescita bella, sostenibile, etica, di alta qualità. Vediamo.

1° Già Cassese invitava a puntare sui “rami bassi” della PA. Milano non aspetti Roma e si proponga di passare da 134 Comuni (uno ogni 3 km.) a 30. Il Politecnico prevede un risparmio di un miliardo l’anno. Ci sono incentivi che possono essere aumentati. Io guardo alle motivazioni: le macchine rendono 30 volte più di 30 anni fa; l’online può andare oltre; servono visioni e progetti di area vasta; si può, si deve lavorare in gruppo (sindaci, assessori, uffici) e consorziare servizi; Milano Città Metropolitana deve decollare; la PA può crescere come hub di servizi, presidio territoriale e cura delle relazioni economiche e sociali (iniziative pubblico – private, urbanistica creativa, negozi vuoti ai professionisti).

2° Investimenti infrastrutturali come volano di crescita qualitativa. Altro che No Tav. Con un’urgenza: il riassetto idrogeologico del territorio, ovviamente almeno lombardo, accompagnato da un ambizioso e innovativo piano integrato di trasporto merci e persone (strada e ferro). Va fatta ricerca. Guardiamo alle grandi città europee. Pensano a 30 metrò, non comprano 30 carrozze. Stoccarda è un esempio: la Stazione passante (un investimento da 8,2 miliardi) come occasione per riprogettare il sistema e collegare treni e metropolitane, centri, quartieri e aeroporto. Sarà terminata nel 2025, quattro anni più tardi del previsto (nel 2010). Una cosa seria. Anche Milano ha una Stazione di testa e un bisogno estremo di collegare tre aeroporti e centinaia di quartieri e città (il Contado) tra loro e con i centri direzionali. A cosa penso? Dal Garda al Monte Rosa e da Madesimo al Ticino. Non c’è al mondo un posto più ricco e più bello. Da Sondrio a Pavia, da Brescia a Novara e Valsesia. Milano è porta d’Europa se si pensa nodo della rete lombarda e di più.

Sì, mi dicono, e i soldi? Ne ho già parlato. La riforma della PA da un lato e gli investitori dall’altro: riparte la fiducia. Un esempio. Gli Assicuratori, investitori istituzionali da 8.000 miliardi in Europa, hanno lo sguardo lungo per mestiere. Ora, sono tenuti ad averlo: a investire sulle infrastrutture materiali e sociali (per ridurre i rischi che hanno in pancia e che assumeranno). La direttiva europea Solvency II li chiama “investimenti prospettici”. Un indirizzo geniale, accolto da tutti. Più investono, più liberano capitali di solvibilità e più guadagnano (avranno meno sinistri). Meno investono nelle infrastrutture, più i rischi crescono e meno guadagnano (avranno più sinistri e devono accantonare più capitali).

Milano alzi la voce di merito, si schieri, a tutti i livelli. Dica sì a un responsabile Bilancio europeo e sia visionaria, pensi in grande.

Francesco Bizzotto

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