Più che una vittoria, un trionfo. Se si somma poi al risultato, non banale, di Civati
e, non nascondiamolo, alla delusione che le primarie hanno consegnato a
Cuperlo, quella di Renzi è in assoluto la vittoria più importante e
“politicamente” pesante che sia mai stata assegnata ad un leader del
centrosinistra in Italia. Si somma la capacità di mobilitazione – i quasi 3
milioni di cittadine/i che si sono recati alle urne fanno arrossire le poche
migliaia che hanno eletto Salvini e i non meglio precisati numeri che hanno
incoronano altri leader – al risultato che segna la forte richiesta di
CAMBIAMENTO.
Renzi ha ora una responsabilità enorme. Il suo successo può cambiare la
storia del nostro Paese, il suo fallimento segnare la fine del PD come forza
riformatrice della politica italiana. Dovrà riuscire nell’intento di
caricare Letta di quella forza necessaria per imporre alcuni temi cari al
centrosinistra fino ad ora impediti da FI e dalla sua corte di cortigiani e
ballerine. Dovrà farlo con l’autorevolezza e la pazienza del Segretario del
più grande Partito Italiano, che non soffre di gelosie, ma ha
principalmente a cuore l’interesse della Nazione e dei cittadini. Dovrà farlo
riuscendo a permettere al Governo di completare quel lavoro di “necessità” per
il quale è nato, ma anche costruendo senza indugio l’alternativa futura che fra
non molto dovremo presentare. Dovrà farlo riuscendo a trasmettere
l’entusiasmo di questi giorni al prossimo appuntamento elettorale sia delle
amministrative, sia, questo si davvero complicato, delle Europee. Proposte
concrete, chiare e attuate è la strada obbligata che si trova di fronte. Aiutiamolo
a farlo, rimessando le piccole certezze, i privilegi, le vecchie incrostazioni,
che si nascondo dietro a molti suoi sostenitori, anche della prima ora. Se
il passo deve cambiare, cambi per tutti, per davvero. E il primo segnale
deve essere nel Partito e nelle Istituzioni. Basta elezioni con il
“porcellum” nel PD, lo critichiamo e poi lo applichiamo! Quanti degli eletti
nell’assemblea nazionale lo sarebbero con le preferenze? Basta con sedi
centrali e funzionari costosi e del tutto inutili. Servono molto meno risorse,
semplicemente vanno distribuite in periferia.
Il secondo riguarda le istituzioni. Sulle provincie ci si pronunci in
modo chiaro e definitivo, senza rincorrere le velleità dei tanti aspiranti
presidenti che molte volte in maniera grottescamente solitaria ne vaneggiano
l’assoluta importanza. Sul Senato buona l’idea di una sua radicale
trasformazione. E sui parlamentari, davvero interessante la palese NON
rappresentatività manifestata da alcuni di loro in queste primarie, basta con i
calati dall’alto e con gli impreparati, vecchi, nuovi, seminuovi o rigenerati
che siano, competenza e consenso devono essere le loro caratteristiche!
Quante cose deve fare il nostro Renzi. Ha la freschezza e l’energia per
porle e portarle avanti. Ha bisogno della forza di un intero partito che lo
sostenga con convinzione per concretizzarle. Ricordando che in gioco non vi
è la futura fortuna di una persona, ma l’attuazione di una speranza, di
un’ambizione che in tanti inseguiamo da tempo.
Buon lavoro Segretario, per quel che riterrai opportuno, ci siamo!
Gian Antonio GIRELLI