Proseguiamo la riflessione su i punti salienti per un possibile programma di governo che coinvolga il settore.
4. PREVIDENZA. Va riscoperto il suo tondo significato. Mixare le tutele dei rischi Salute e capacità di Reddito. Aprire alla tutela dell'Occupazione e dell'Autosufficienza in età avanzata. Ben oltre le logiche finanziarie e le trite formule del XIX secolo. Tornare alla logica assicurativa (dice bene Mario Greco) per continuare ad attrarre Risparmio.
Riteniamo giunto il momento dimettere mano a un sistema pensionistico, sanitario e assistenziale integrato pubblico - privato capace di una visione unitaria del tempo di vita delle persone, un sistema anche fiscalmente più coerente.
Si tratta di:
· assicurare la possibilità di personalizzare la cura della Salute (integrando, non sostituendo – come è oggi – il servizio pubblico);
· tutelare il Reddito della famiglia nei rischi della Salute (inabilità, invalidità) e del Lavoro (perdita dell'occupazione);
· tutelare l'Autosufficienza in età avanzata.
Molti aspetti sono da approfondire. Due in particolare: la Previdenza richiama a info e percorsi di Prevenzione, e qui l'assicuratore ha anticipato il legislatore; le garanzie devono avere una adeguata durata (la polizza / promessa deve accompagnare il rischio). La durata breve in sé è un non senso.
Il privato deve mettere le proprie competenze a disposizione del pubblico. Dove non c’è concorrenza non c’è servizio: la Sanità pubblica è una lobby di potere non più in grado di garantire un servizio a costi controllati.
In un nuovo modello di Sanità il cittadino deve poter scegliere il proprio “fornitore di salute” e le istituzioni devono vigilare sugli standard minimi di qualità.
Prendendo esempio dai partner europei abbiamo il vantaggio di poter analizzare pregi e difetti di vari modelli: da quello tedesco a quello francese o olandese.
E il risparmio ottenuto potrebbe essere re-investito nella ricerca!
Se questo obiettivo sembra troppo ambizioso è possibile procedere un passo alla volta.
Sostenere le coperture sanitarie private riducendo il carico fiscale porterebbe ad una maggior diffusione di tali coperture liberando le strutture pubbliche da un carico eccessivo. Se ad es. le aziende con più di 10 dipendenti fossero incoraggiate a provvedere ad una polizza sanitaria integrativa per i dipendenti, la Sanità pubblica sarebbe alleggerita nella spesa per 8 milioni di persone (il 74% dei dipendenti privati) che avrebbero la possibilità di rivolgersi a strutture private per gran parte delle prestazioni sanitarie.
Questa soluzione porterebbe a notevoli vantaggi:
· per i dipendenti che possono scegliere il servizio;
· per la sanità privata dove una maggiore domanda creerebbe nuovi posti di lavoro;
· per la sanità pubblica che potrebbe concentrare le risorse su un numero inferiore di cittadini, soprattutto i più malati e i meno abbienti;
· per i cittadini che potrebbero vedere migliorare il servizio pubblico, anche con maggiori risorse per la ricerca;
· per le aziende che fornirebbero un servizio ad alto valore aggiunto al proprio dipendente.
Anche per la non autosufficienza è indispensabile prevedere un analogo intervento volto a incentivare l’inserimento della copertura nei contratti collettivi dei dipendenti e per gli ordini professionali, per consentire allo Stato di far fronte all’ invecchiamento della popolazione senza scaricare interamente i costi sulle singole famiglie o, peggio, lasciando naufragare nell’indigenza e marginalità migliaia di anziani.
Anche per la non autosufficienza è indispensabile prevedere un analogo intervento volto a incentivare l’inserimento della copertura nei contratti collettivi dei dipendenti e per gli ordini professionali, per consentire allo Stato di far fronte all’ineluttabile invecchiamento della popolazione senza scaricare interamente il costo sulle singole famiglie o, peggio, lasciando naufragare nell’indigenza e marginalità molti anziani.
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