CASE DI COMUNITÀ
Salute e Famiglia: essere “rivoluzionari”?
Partire dalla domanda e cambiare, innovare. Prevenire i danni, sostenere la Famiglia
Papa Francesco a Venezia ha detto ai giovani; “Siate rivoluzionari”, “creatori di novità”. È quel che serve per un Sistema Sanitario che è pilastro di civiltà ed è in difficoltà. Serve un confronto tra Istituzioni, competenze e discipline diverse – con un chiaro indirizzo e coordinamento – e mettere radici nella pubblica opinione. Quali valori e interessi devono stare al centro? Quali obiettivi? Come troviamo l’equilibrio tra esigenze, rischi e risorse?
Se partiamo dai problemi (i medici, le liste d’attesa, le prescrizioni inappropriate, difensive, esagerate, la razionalizzazione dell’offerta / chiudere strutture) ci perdiamo. Vincono il lamento e la rabbia: servono soldi per pagare le prestazioni, assumere, aumentare gli stipendi. Qui possiamo arrivare: assumere, formare e pagare di più competenti responsabili. Ma, come ci arriviamo? Dobbiamo partire dalla domanda e cambiare, innovare per incontrarla. Quali valori ed esigenze sono in campo?
I cittadini vogliono che il Servizio si occupi della Salute ben prima che della malattia. Lo dice la Costituzione all’art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. Ora, spendiamo il 5% dei fondi disponibili per la Prevenzione, che può ridurre malattie, infortuni ed epidemie comportamentali del 50%. In specifico, mi diceva anni fa un medico (donna) del Policlinico di Milano, lo fanno visite mirate in età scolare a occhi, orecchi e articolazioni. E ieri 29 settembre sul Corriere della sera, Silvio Garattini ha detto: Conta vivere bene, lo stile di vita; “il mercato della medicina [del rimedio] venga penalizzato. (…) Come tutti i mercati vuole crescere sempre di più”;
E poi vogliono che si allarghi lo sguardo; che si affronti il tema Salute a partire dalla Famiglia, curando, coltivando il desiderio di maternità e paternità. Per stili di vita (la coppia, i figli) coscienti, attrezzati, non poveri, isolati e attardati su riferimenti aridi, edonistici, solo materialistici. Per Prevenire i fallimenti e le tragedie che sappiamo. È tempo che l’impegno preso con la 194 (Consultori famigliari) venga mantenuto e rilanciato. Per non lasciare il tema a scontri d’altri tempi o a conservatori maldestri e strumentali.
Come non vedere che queste due esigenze (fare Prevenzione, partire dalle Famiglie) sono intrecciate e possono stare insieme nelle Case di Comunità (socio sanitarie) di cui si parla? A Paderno Dugnano questo progetto pare bene impostato. Va sostenuto con il peso della pubblica opinione e vanno affrontati i nodi locali decisivi: quello dei Medici di famiglia e quello degli specialisti e infermieri necessari. Ad oggi, il 50% delle Case di Comunità non decolla per mancanza di personale. I Medici di famiglia tornino protagonisti stimati in rete, interconnessi. Per la cura della salute di persone a tutto campo.
La Casa di Comunità (socio sanitaria) può affrontare le situazioni di lieve gravità e ricorrenti (vaccini) o di emergenza. Può ridurre gli accessi ai Pronto soccorso (Codici Bianchi e Verdi fanno il 67%!) e dare al sistema della cura la giusta dimensione, che consenta di razionalizzare, formare e pagare i suoi preziosi specialisti e attori.
Serve un dialogo organizzato, aperto tra tutti i soggetti interessati e competenti, per una riflessione non episodica, che porti a progetti di gestione concordati e finanziati in modo opportuno. Stiamo seduti su montagne di soldi: più il progetto è avanzato, innovativo, coinvolgente, ricco di contributi e del sostegno della pubblica opinione, più ha probabilità di essere finanziato. Sta a noi renderlo interessante, accattivante, credibile. Facciamolo!
Francesco Bizzotto
Nessun commento:
Posta un commento