3 MODI DI PREVENIRE I DANNI:
– SECONDARIO (LE VASCHE),
– PRIMARIO (RIBALTARE LE
CITTÀ) E
– RADICALE (CAMBIARE IL ❤)
Pioggia a catinelle, strade come
torrenti, laghi improvvisi. Gli esperti lo dicono da molti anni: i fenomeni
atmosferici tendono a variare fino a 400 volte (rispetto alle attese). Ed è un
crescendo. Siamo sciocchi a guardare al passato (alle statistiche). Guardiamo
avanti.
In larga misura, ciò che accade (e
accadrà) dipende da noi. Abbiamo inseguito Possibilità cieche, guidati da
un'intelligenza predatoria: balziamo sui vantaggi poco curanti delle
conseguenze negative, dei Rischi. E, più grandi sono le Possibilità, più grandi
i Rischi. Immaginate con l'Intelligenza artificiale!
Ma, non più di Rischi si tratta,
giacché Rischio è probabilità, valutazione, misura. I Rischi ambientali sono
divenuti Pericoli, intrichi di decisioni fuori controllo. Cambiamo registro,
per ridurli a Rischi e poterli reggere, gestire. Servono riflessioni di
prospettiva lunga.
Il Governo Meloni vuole mettere al
centro la Prevenzione e l'attivazione diffusa, fino alla Polizza di
assicurazione, una forma di solidarietà su misura e responsabile poco in uso da
noi. L'intenzione è buona purché non sia scarica barile. E poi, se questo degli
eventi atmosferici non è un Rischio, non è misurabile, non è
assicurabile.
Sono possibili polizze di
"servizio" o di garanzia ma limitate, dove il Governo fa da
ri-assicuratore al 90%. Decisivo è che la polizza preveda precisi percorsi di
Prevenzione dei danni. Diversamente sarà canea di pretese.
Ma, la Prevenzione di cui si parla
(le vasche di contenimento) è secondaria: è Protezione; limita i danni. Non
basta, perché lascia correre un modo di agire (fare Città estesa), produrre e
inquinare cieli, terra e acque decisamente fuori controllo.
PREVENZIONE PRIMARIA E
RADICALE
La Prevenzione primaria rispetta la
terra e i deflussi. Riflette in modo interdisciplinare e costruisce lasciando
spazio per l'acqua di essere assorbita e defluire in tempi lunghi; e lascia
passare i fiumi nelle città. Abbiamo 12mila km di corsi d'acqua tombati sotto
le città. Un problema. Troppo consumo concentrato su sviluppi orizzontali e
continui.
Immaginare sviluppi nuovi, in
altezza, con spazi, separazioni, protezioni adeguati. Per non cadere dalla
padella alla brace (dall'acqua al fuoco, Rischio tremendo degli edifici
alti). Non basta. Andare alla base del problema. Accelerare la cura dei processi
industriali e civili: ridurre gli inquinamenti, le deforestazioni, le
aggressioni agli ambienti naturali. Così è Prevenzione. In questo senso l'aspra
Calabria è fortunata con le sue foreste e àrmacie (terrazzi e micro invasi).
Per farlo serve consenso.
Allora, la radice decisiva, il
fittone su cui intervenire, è il cuore dell'uomo: la sua ansia di predare, la
sua fame di futuro, di possedere, di potere e controllare. Ci stiamo facendo
del male. Serve andare Oltre l'uomo che preda, verso una donna e uomo
contemplativi, abbiamo detto. Che sappiano innanzitutto riflettere e osservare
bene, a fondo, a lungo, e quindi ammirare bellezza e apprezzare valori.
Su questi tre fronti (Prevenzione
secondaria – tipo Veneto: vedi sotto –, primaria e radicale) possiamo agire. Le
risorse ci sono e qui l'Assicuratore (su indirizzo europeo – Solvency II –:
"investimenti infrastrutturali prospettici") può dare una bella mano
per rendere Rischi misurati, e quindi gestibili e assicurabili, i Pericoli
smisurati in cui siamo.
Francesco Bizzotto
PS. Il governatore Zaia ha detto:
servono più opere idrauliche e rinforzi degli argini per proteggere il
territorio. Ha un piano fatto con un professore emerito di idraulica
dell'università di Padova (Luigi D'Alpaos).
Zaia: "L'Italia dovrebbe
redigere un piano Marshall a contrasto del dissesto idrogeologico. È inutile
andare avanti a pagare danni, meglio pagare strutture di protezione."
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