IL "REDDITO" APRE AL LAVORO.
BENE BRUNETTA.
MILANO SIA INTERPRETE
A Brunetta il Corriere della sera dedica oggi un paginone. Una bella intervista di Federico Fubini. Brunetta, come me, è diaspora socialista; lui a destra, io a sinistra.
È artefice, "nella stanza di Mario Draghi", con l'assenso di Orlando, di un bel "compromesso articolato" (con Di Maio) sul reddito di cittadinanza: dei 3,8 milioni di beneficiari, un terzo è occupabile; dovranno presentarsi una volta al mese al Centro per l'impiego.
Brunetta ha ragione: "per collocare le persone bisogna parlarci, conoscerle, confrontarsi in presenza". E al secondo rifiuto di un posto di lavoro, si perde il diritto al "reddito".
Bene che l'interessato possa scegliere l'Agenzia privata ma, dico, attenzione che non sia parcheggiato e scartato. L'impresa che paga una ricerca mirata non può fare qui quel che si deve: porre al centro il cittadino.
Cosa succederà? Quel terzo si attiverà e ringrazierà. Perché lavoro è dignità.
Centrale, dice Brunetta, è rafforzare i Centri per l'impiego, le Agenzie pubbliche (AFOL Metropolitana a Milano: una grande storia!).
Noto che abbiamo qui un decimo delle risorse della Germania. Per questo non butterei d'emblèe i Navigator. Ma, non sono informato.
Con le Agenzie del lavoro private, sia concorrenza e collaborazione, non pastrocchi. In tema di lavoro l'indirizzo e il controllo pubblico sono necessari.
Piuttosto, aprire al privato come dice l'Europa: chiamare contributi diversi e originali. Penso al Corriere della sera che, per qualche mese, fece un bellissimo inserto Lavoro, poi scomparso; e all'Assicuratore, tenuto e interessato a fare investimenti prospettici in infrastrutture anche sociali (Solvency II). Potrebbe investire qui e "assicurare" il lavoro. Si attiverebbe per ridurli i "sinistri", capace di finanziare una task force delle parti sociali che anticipi crisi e licenziamenti. Che prospettiva!
Bene, dunque, Brunetta, Draghi, Di Maio e Orlando. Sono ottimista. Attraverso il "reddito" può apparire la Politica del lavoro che cerchiamo e che serve. Milano ne sia interprete.
Francesco Bizzotto (ex presidente di AFOL Nord Milano)
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