martedì 30 maggio 2017

DAL FESTIVAL DELL'ECONOMIA DI TRENTO


 “SALUTE DISUGUALE”


Il Festival dell'economia di Trento (1° - 4 giugno), diretto da Tito Boeri, parla di "Salute disuguale". Queste le tesi (dal sito):

1. La disuguaglianza dipende più che dal reddito da “fattori culturali, ambientali, sociali, legati al lavoro”; a volte da un “azzardo morale”, perché “la copertura sanitaria può avere effetti perversi riducendo gli incentivi (…) a condurre una vita sana”;

2. L'invecchiamento della popolazione (over 85: da 2 a 6 milioni nel ‘60) porta con sé l'aumento della dipendenza (6 volte di più se non lavori). La spesa è cresciuta dell’80%. Il sistema famiglia & badanti non reggerà al frammentarsi dei nuclei.

3. “Le donne sono più longeve, ma soffrono con maggiore probabilità di malattie che causano dolore e invalidità”;

4. Il sistema avrà bisogno di nuove risorse. “Alle famiglie più abbienti si chiederà di dare un maggior contributo o pagarsi le spese più costose”;

5. "Bisogna investire molto di più sulla prevenzione".



La prevenzione! Osservo che l'industria del rimedio (ospedali, cliniche e case farmaceutiche) è qui un monopolista, e guadagna sulla malattia. Aggiungo che il sistema Salute è tempo si curi anche dello stato d’animo (1° prevenzione). I Ricoveri per anziani sono spesso lager dove si cura il corpo e troppo poco il morale, il bisogno di relazione. E negli ospedali la funzione di Risk management (ora prevista dalla riforma Gelli) c’è spesso solo sulla carta.

Sì, la Salute è disuguale anche per ragioni culturali, di stili di vita. Così, l'uguaglianza la fa la responsabilità. Tutti hanno il diritto e il dovere di chiedersi: Come voglio curarmi? Il premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier: occorre prevenire e personalizzare. E l’una cosa non esiste senza l’altra. Le risorse aggiuntive al sistema siano frutto di un cambiamento positivo, non sacrificale. Per tutti. Una possibilità di prevenire, personalizzare e integrare generalizzata. Chi può farla? Come?

L’assicuratore può essere il cavaliere bianco del caso. Nato per tutelare a misura di rischio (le Mutue non potevano), crea una solidarietà impersonale eppure scelta, solida (un contratto anche a vita intera) e su misura. Spesso prevede percorsi di prevenzione. È l’unico modo per ridurre a probabilità le incertezze individuali che a volte sono pericoli (possibilità di danno senza decisione) o azzardi (eccessi consapevoli; follie).

Come in Germania, può assumere un ruolo di garante privato – pubblico, mediare e assicurare cure personalizzate e denaro fresco alle eccellenze. La probabilità di dipendenza in età avanzata è del 40% per un 65enne, e penso si stia alzando. Può essere dimezzata con la prevenzione. E anche la dipendenza può essere recuperata al 50%. Si può operare bene. La via l’ha indicata Montagnier.

L’assicuratore poi è investitore istituzionale interessato a rendere misurati i rischi di prospettiva infrastrutturali e sociali). È una puntuale indicazione europea – Solvency II – e dell’IVASS. Certo, bisogna conoscerlo e parlargli. Spero che ci sia tra il centinaio di relatori invitati da Tito Boeri.

Francesco BIZZOTTO

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