DDL CONCORRENZA
TIMIDAMENTE MA SI VA AVANTI
Approfondire
il Disegno di Legge Concorrenza lascia una sensazione di moderata
soddisfazione, sapendo che arrivare a quello che auspicava Renzi, cioè ”il Ddl
concorrenza in Parlamento incontrerà le resistenze delle lobby ma noi le
sfideremo”, non è per niente facile. Tanto rumore per nulla? Questo è quello
che pensano associazioni professionali e dei consumatori ma forse rispetto alle
lenzuolate di Bersani, rimaste poi delle affermazioni più di principio che
sostanziali, questo è un primo passo avanti.
L’art.1
enuncia: «La presente legge interviene a rimuovere ostacoli regolatori
all’apertura dei mercati, a promuovere lo sviluppo della concorrenza e a
garantire la tutela dei consumatori, anche in applicazione dei princìpi del
diritto dell’Unione europea in materia di libera circolazione, concorrenza e
apertura dei mercati, nonché alle politiche europee in materia di concorrenza».
È
sufficiente pensare alla non attuata liberalizzazione delle vendite dei farmaci
di fascia “C “, alla possibilità reale per gli agenti di assicurazione di avere
più mandati, tralasciando poi il silenzio delle varie istituzioni sulla
questione Über/tassisti, per non essere troppo fiduciosi. La concorrenza
dovrebbe essere favorita proprio per costruire seppur faticosamente, un mercato
efficiente e di vera competizione.
Quando
si scorre il suddetto Ddl, le misure appaiono timide se non contraddittorie. Ad
esempio nel settore assicurativo non emerge nessuno sforzo particolare per
costruire polizze ben fatte per tutelare l’assicurato che è capace di ricercare
solo il prezzo basso. La portabilità dei fondi pensione salta del tutto:
l’articolo 15, che prevedeva il totale trasferimento della posizione
previdenziale del lavoratore in qualunque strumento di previdenza
complementare, è stato sostituito con una norma che rinvia l’esigenza di
«aumentare l’efficienza delle forme pensionistiche complementari collettive» a
un tavolo di consultazione tra ministeri e parti sociali, da insediarsi entro
trenta giorni dall’entrata in vigore della legge.
Novità
anche per i notai: grazie a un emendamento dei relatori passeranno da uno ogni
7mila abitanti a uno ogni 5mila. La norma potrebbe portare il numero dei notai
«dagli attuali 7mila fino a 10-12mila, dipenderà dai concorsi». Non è tutto.
Cade per gli avvocati la possibilità di effettuare i passaggi di proprietà di
beni immobili non residenziali di valore catastale non superiore ai 100mila
euro, che torna così di competenza esclusiva dei notai. Con una serie di
emendamenti bipartisan al Ddl, approvati dalle commissioni, l’articolo 28 del
provvedimento («Semplificazione del passaggio di proprietà di beni immobili
adibiti ad uso non abitativo») è stato sostituito con una norma che trasferisce
, dai tribunali al Consiglio nazionale del notariato il registro delle
successioni.
Inoltre
anche le società di capitali potranno diventare titolari di farmacie private e
quindi i soci non dovranno più essere obbligatoriamente farmacisti. Non
esisterà più il limite massimo di quattro licenze in capo allo stesso soggetto.
In sostanza quindi, potranno crearsi catene farmaceutiche e ci sarà più margine
per sfruttare le economie di scala, fino a oggi molto ristrette dal limite di quattro
licenze. Questo è quanto è stato fatto a favore della concorrenza tra farmacie,
e quindi dei consumatori. Ci si augura possa produrre effetti tali da
controbilanciare il punto a suo sfavore: la mancata liberalizzazione della
vendita dei farmaci di fascia C.
Modifiche
pure sul fronte della RcAuto. Tra le condizioni per ottenere gli sconti dalle
assicurazioni non ci sarà più quella di far riparare la macchina dopo un
incidente in una carrozzeria convenzionata, che tanto aveva indispettito le
associazioni dei carrozzieri: in un altro emendamento si legge che «resta ferma
la facoltà per l’assicurato di ottenere l’integrale risarcimento per la
riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di
autoriparazione di propria fiducia». È confermato che la scatola nera dovrà
essere installata a spese della Compagnia. E sono previste multe più elevate
per le assicurazioni che si rifiutano o eludono gli obblighi a contrarre e a
rinnovare una polizza (fino a 15mila euro) e per quelle che non applicano gli
sconti obbligatori (fino a 40mila euro). Infine, le imprese di assicurazioni
dovranno praticare uno «sconto significativo» a chi contragga più polizze.
Nello
stesso tempo però o, come rilevato a più riprese dalle associazioni dei
consumatori e dall’Organismo unitario dell’avvocatura, per i milioni di
italiani titolari di una polizza RC auto non ne deriva nessun vantaggio bensì
una riduzione dei diritti. Secondo Federconsumatori e Adusbef, i previsti
sconti per chi accetterà di farsi inserire sulla macchina la scatola nera
saranno infatti più che compensati dal costo di disinstallazione in caso di
cambio di Compagnia. Quanto alla creazione di carrozzerie convenzionate,
secondo i titolari delle officine creerà un monopolio abbassando la qualità
delle riparazioni. Peggio ancora, l’obiettivo di rivedere al ribasso la
liquidazione del danno biologico si tradurrà in risarcimenti più bassi fino al
40%.
Il
caso specifico relativo alla riduzione del danno biologico per le piccole
lesioni, che è quello che più ha agitato le associazioni e anche l’opposizione,
è però stato “corretto” dall’introduzione di una sorta di danno morale che
andrebbe a sommarsi al risarcimento personalizzato. Il sindacato maggioritario
degli agenti di assicurazione (SNA) ha ribadito che: ”Pur comprendendo le
ragioni delle imprese di assicurazione, non può non trascurare le istanze delle
migliaia di piccole aziende artigiane che costituiscono l’ossatura
dell’autoriparazione in Italia, nonchè le rivendicazioni delle Associazioni dei
Consumatori e delle Vittime della Strada. La garanzia di un comportamento
trasparente e corretto delle Compagnie e di un equo risarcimento a tutti i
danneggiati, deve costituire un caposaldo irrinunciabile sul quale si basa
qualsiasi futuro sviluppo dell’assicurazione in Italia.”.
In
conclusione ci si poteva aspettare di più da questo decreto ma bisogna tener
conto sia della forza delle lobby, sia dell’inadeguatezza di molti
parlamentari e comunque, rispetto alle lenzuolate di Bersani, rimaste solo
sulla carta, qualcosa è stato fatto. È solo l’inizio di quello che un governo
innovatore si troverà davanti, l’importante è che la marcia sia cominciata.
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