venerdì 6 ottobre 2023

ISTITUZIONI FORTI, NON BASTANO

 SERVONO PARTITI NUOVI, 

DI PROPOSTA

Angelo Panebianco (Editoriale del Corriere della sera, del 6.10) ribadisce l'idea: "le varie teste pensanti della politica, dell'economia", eccetera, "si siedano intorno a un tavolo" per dare al Paese "Istituzioni politiche forti in sostituzione dei partiti di un tempo", e così "proteggere la nostra fragile democrazia". 

 Poiché condivido questi obiettivi, temo che Panebianco (con molti altri amici), si illuda. Non bastano Istituzioni forti e stabili (pur aperte) per governare. È un'illusione centralista, elitaria: immagina di gestire (bene) realtà complesse in modo separato. In modo forte e dato, oggettivo, direbbe Gianni Vattimo. 

 La grande impresa lo ha capito e cerca la via della Rete, del coinvolgimento ampio, della decisione condivisa. E l'Onu raccomanda (ESG) "Inclusione sociale" e "Governance", oltre a "Ambiente". 

 Qual è il punto? I Partiti e le rappresentanze sociali. Non rinunciamo a riformarli. Asciugarli, risanarli, rilanciarne Il ruolo. Senza, ci incartiamo nel putinismo. Certo, devono rispettare la Costituzione ("metodo democratico"), essere scalabili, produrre idee (per Statuto), non chiacchiere, slogan. 

 Perché le diverse parti alimentano l'anima stessa della democrazia: la pluralità degli approcci e delle idee; il sano conflitto ("polemos") che rivede, cambia, innova.

Francesco Bizzotto

Nessun commento:

Posta un commento