IL DIGITALE FUNZIONA SOLO CON RETI DI INGAGGIATI, LIBERI, SICURI, ACCOMPAGNATI
L'innovazione è il nostro futuro. E non solo
digitale. Anche di offerta: prodotti e servizi. Sui prodotti ci siamo grazie a
Pmi che fanno Reti determinate tra loro e con professionisti e dipendenti. Sui
servizi no. Serve un indirizzo politico e una fiscalità di vantaggio.
E sono ottimista: il fare soldi facile,
tipico dei servizi statici, ingessati, è al capolinea, per sovrabbondanza di
soldi e carenza di progetti d'uso (dei soldi). Se scarseggiano i progetti
affidabili, chi investe? Chi si fida? Ci sono più soldi che progetti di cui ci
si possa fidare.
Lo sanno bene gli Assicuratori, impegnati
dalla Ue a mettere in sicurezza i loro bilanci con "investimenti
infrastrutturali prospettici" (materiali e sociali), fondamentali per il
nostro sofisticato rischiare. Geniale Europa! O ci limitiamo a tener su i
ponti, a uno a uno, prima che crollino?
Innovare (digitale, prodotti e servizi)
richiede che si focalizzi il tema Lavoro in Rete, Formazione, produttività.
Altrimenti, tra un po', restiamo indietro, spiazzati dalla complessità di cose,
relazioni e processi che non dominiamo. E fin qui quasi ci siamo.
Ma, i temi sono due: di conoscenze attive e
di ruolo del lavoro. Si tratta di tenere in mano (gestire, controllare) i
sistemi e i processi (e non è tanto ovvio: vedi aeroporti Usa in tilt per ore
nei giorni scorsi) e trovare la giusta collocazione, di mercato, libera e
responsabile, del lavoratore, dipendente e autonomo.
Insomma, lo status dei collaboratori può
passare da quello di merce (con diritti) a quello di libero attore, ingaggiato,
che concorre (imprenditore con tutele). Dico può perché sono possibili altre
scelte: la Germania ha una partecipazione intruppata ed efficiente.
Occorre creare l'Istituzione e i servizi ad
hoc. Tra cui, per inciso, forme assicurative (individuali e collettive) per la
solidarietà sociale impersonale, libera. Polizze facili, importanti, a premi
leggeri.
In particolare, però: i servizi al Lavoro che
si sente ingaggiato e sta in Rete liberamente, responsabilmente (e così
raddoppia il tasso di produttività e concorrenza del nostro sistema, con tanti
saluti a Xi e Putin) non basta che si limitino alla Formazione. Il percorso
logico ha un prima (l'Orientamento, la consapevolezza) su cui siamo a zero, e
un dopo (l'Accompagnamento, che un po' pareggi le chance, come faceva un grande
santo, don Bosco) su cui pure siamo a zero.
Ora, si può fare questo lavoro se
Confindustria, Sindacati e le Istituzioni esistenti (AFOL a Milano) stanno in
ruoli separati, non comunicanti? Non si può, e questo è il primo problema, mi
pare. Ma, non c'è parte che ci abbia messo la testa. Potrebbe, dovrebbe, la
Lombardia. Lo faccia!
Francesco Bizzotto
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