SERVONO POLITICHE ATTIVE
ESTERNE E INTERNE (ALL'AZIENDA)
Ora, un po' tutti scoprono le Politiche
attive del lavoro, mentre "non ci hanno mai creduto. (...) Hanno sempre prediletto
le politiche passive: il sostegno del reddito ai disoccupati"(Pietro
Ichino).
Io non ce l'ho con i Sindacati, di cui
rispetto la fatica difensiva. È questione politica: andare verso rapporti di
lavoro più liberi per entrambe le parti e introdurre:
- sicure
tutele di Reddito per il lavoro (e la Pensione, aggiunge Massimo Bonini della
Cgil di Milano, e la Sanità integrativa,
aggiungo io),
- e precisi servizi di sostegno:
Orientamento, Formazione per quel che serve (di qualità altissima, dove nulla è
solo strumento) e Accompagnamento nel mercato, come faceva don Bosco nel
1800.
Fare come l'Agenzia Ba in Germania. Se qui si
agisce seriamente, il problema del Reddito di sussistenza (o Cittadinanza) si
ridimensiona a marginale. Ma, se hai Agenzie del lavoro deboli, strutture
con un decimo del personale della Germania, perché per vent'anni non hai
investito, tutto si confonde, anche furbizia e rabbia.
Draghi ha messo le risorse (PNRR) e ora è più
questione di indirizzo e competenze, idee, progetti, che di soldi. Anche a
Milano.
Per esempio: se tieni separati e lontani i
Sindacati e le Imprese, dove pensi di andare? La priorità: un grande Progetto
che tenga insieme pubblico e privato (alla Elinor Ostrom), responsabilità e
serietà.
Secondo esempio. Senza Progetto serio,
lungimirante, non mi meraviglierei se uno come l'Assicuratore (investitore
istituzionale da 11mila miliardi in Europa) decidesse di non investire qui. È
impegnato dall'Ue - e interessato - alle grandi infrastrutture materiali e
sociali perché prevengono gli eventi avversi, riducono i rischi e stabilizzano
i bilanci ma, come fa a fidarsi di un sistema frazionato, annebbiato, con idee
ammuffite, dominato da molti, diffusi e piccoli interessi?
Terzo esempio: al centro del Progetto di
Agenzia per il lavoro ci devono essere l'occupazione e il reddito? No. Non più.
Il Lavoro vuole, in primis, essere ingaggiato, valorizzato, soddisfatto. E
l'insoddisfatto? Se ne va, si prende un anno sabbatico, e se resta è un
presentista. Meglio che stia a casa. Ingaggiato e soddisfatto vuol dire
impegnato, creativo e responsabile. A Rischio, in una certa misura. Come negli
Usa: le cose non vanno? Fai gli scatoloni. Nessun dramma. Non sei in strada.
Troverai di meglio.
Quarto esempio. Il dibattito Usa. È franco,
concreto, significativo. Una indagine di PWC svela qual è il maggior rischio
percepito (nel 2021) dai Direttori di grandi imprese: il lavoratore, le
competenze. Il digitale? Viene dopo l'umano! Così, il loro primo obiettivo è
"essere datori di lavoro scelti" (75%); attirare i migliori, in ogni
ambito e ruolo, tutti delicati e importanti.
E c'è anche un secondo decisivo passo (gli
Usa sono ancora frontiera!): se il Primo Rischio d'Impresa è il Lavoro, la
competenza, la creatività, occorre realizzare un flusso di input che ne
alimenti il valore umano & produttivo, che porti idee, occasioni,
possibilità, rischi, dinamica. Come?
Includendo Diversità, opinioni, culture
diverse. Dai Consigli di amministrazione alle linee operative. La Diversità è
un valore: scuote, rompe gli schemi, invita a riflettere, a non adagiarsi. Non
devi fare come dice il diverso. Ci devi pensare! Ti confronti? Ti arricchisci!
Spiegarlo a Putin e XI, ai regimi totalitari.
La Diversità parla di Politiche attive
interne, decisive per soddisfare il Lavoratore. Così il Lavoro prende il suo
posto nella filiera d'impresa: contribuisce, concorre. Ma, è sul valore del
concorrere, sulla sua utilità e bellezza, che non ci siamo, ribadisce
Ichino.
Parliamone, allora, pacatamente. Diceva Bruno
Trentin, storico leader sindacale e sottile intellettuale: "La libertà
viene prima". Interpreto: prima del diritto; lo fonda. Se sei
Responsabile, fai la tua parte, t'impegni e proponi, diventi libero. E quando
sei libero, subito sei comprensivo, generoso, solidale. La solidarietà matura
se c'è la Libertà responsabile, impegnata, che non si isola. Qui si pensa al
contrario: prima i diritti, la libertà (un vuoto spinto), poi il senso civico
solidale.
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P.S. 1° Attrezziamoci per un
raddoppio della Concorrenza (correre insieme per obiettivi condivisi) in
economia e non solo. Anche nel far Politica: confronti ricchi di contenuti, di
proposte che rischino il consenso nel merito delle cose, abbiamo detto e
ridetto. Non solo tattiche, colpi bassi, chiacchiere e giri di alleanze. Non
bastano né i bravi leader, né amministrare bene né gestire identità aperte.
Servono anche Competenze e progetti con un certo respiro. Il Pd lo metta nello
Statuto, organizzi al suo interno le Competenze!
P.S. 2° Sarebbe bello (ed economico!)
se ci fossero vantaggi fiscali per chi apprezza il Lavoro, anticipa gli eventi
(fa Prevenzione) e si apre alla Concorrenza!
FRANCESCO BIZZOTTO
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