venerdì 9 dicembre 2022

LAVORO: LIBERARE, RISCHIARE, CONCORRERE

SERVONO POLITICHE ATTIVE 

ESTERNE E INTERNE (ALL'AZIENDA)

Ora, un po' tutti scoprono le Politiche attive del lavoro, mentre "non ci hanno mai creduto. (...) Hanno sempre prediletto le politiche passive: il sostegno del reddito ai disoccupati"(Pietro Ichino). 

Io non ce l'ho con i Sindacati, di cui rispetto la fatica difensiva. È questione politica: andare verso rapporti di lavoro più liberi per entrambe le parti e introdurre:

 -     sicure tutele di Reddito per il lavoro (e la Pensione, aggiunge Massimo Bonini della Cgil        di Milano, e la Sanità integrativa, aggiungo io),  

- e precisi servizi di sostegno: Orientamento, Formazione per quel che serve (di qualità altissima, dove nulla è solo strumento) e Accompagnamento nel mercato, come faceva don Bosco nel 1800. 

Fare come l'Agenzia Ba in Germania. Se qui si agisce seriamente, il problema del Reddito di sussistenza (o Cittadinanza) si ridimensiona a marginale.  Ma, se hai Agenzie del lavoro deboli, strutture con un decimo del personale della Germania, perché per vent'anni non hai investito, tutto si confonde, anche furbizia e rabbia. 

Draghi ha messo le risorse (PNRR) e ora è più questione di indirizzo e competenze, idee, progetti, che di soldi. Anche a Milano. 

Per esempio: se tieni separati e lontani i Sindacati e le Imprese, dove pensi di andare? La priorità: un grande Progetto che tenga insieme pubblico e privato (alla Elinor Ostrom), responsabilità e serietà. 

Secondo esempio. Senza Progetto serio, lungimirante, non mi meraviglierei se uno come l'Assicuratore (investitore istituzionale da 11mila miliardi in Europa) decidesse di non investire qui. È impegnato dall'Ue - e interessato - alle grandi infrastrutture materiali e sociali perché prevengono gli eventi avversi, riducono i rischi e stabilizzano i bilanci ma, come fa a fidarsi di un sistema frazionato, annebbiato, con idee ammuffite, dominato da molti, diffusi e piccoli interessi?

Terzo esempio: al centro del Progetto di Agenzia per il lavoro ci devono essere l'occupazione e il reddito? No. Non più. Il Lavoro vuole, in primis, essere ingaggiato, valorizzato, soddisfatto. E l'insoddisfatto? Se ne va, si prende un anno sabbatico, e se resta è un presentista. Meglio che stia a casa. Ingaggiato e soddisfatto vuol dire impegnato, creativo e responsabile. A Rischio, in una certa misura. Come negli Usa: le cose non vanno? Fai gli scatoloni. Nessun dramma. Non sei in strada. Troverai di meglio. 

Quarto esempio. Il dibattito Usa. È franco, concreto, significativo. Una indagine di PWC svela qual è il maggior rischio percepito (nel 2021) dai Direttori di grandi imprese: il lavoratore, le competenze. Il digitale? Viene dopo l'umano! Così, il loro primo obiettivo è "essere datori di lavoro scelti" (75%); attirare i migliori, in ogni ambito e ruolo, tutti delicati e importanti. 

E c'è anche un secondo decisivo passo (gli Usa sono ancora frontiera!): se il Primo Rischio d'Impresa è il Lavoro, la competenza, la creatività, occorre realizzare un flusso di input che ne alimenti il valore umano & produttivo, che porti idee, occasioni, possibilità, rischi, dinamica. Come? 

Includendo Diversità, opinioni, culture diverse. Dai Consigli di amministrazione alle linee operative. La Diversità è un valore: scuote, rompe gli schemi, invita a riflettere, a non adagiarsi. Non devi fare come dice il diverso. Ci devi pensare! Ti confronti? Ti arricchisci! Spiegarlo a Putin e XI, ai regimi totalitari. 

La Diversità parla di Politiche attive interne, decisive per soddisfare il Lavoratore. Così il Lavoro prende il suo posto nella filiera d'impresa: contribuisce, concorre. Ma, è sul valore del concorrere, sulla sua utilità e bellezza, che non ci siamo, ribadisce Ichino. 

Parliamone, allora, pacatamente. Diceva Bruno Trentin, storico leader sindacale e sottile intellettuale: "La libertà viene prima". Interpreto: prima del diritto; lo fonda. Se sei Responsabile, fai la tua parte, t'impegni e proponi, diventi libero. E quando sei libero, subito sei comprensivo, generoso, solidale. La solidarietà matura se c'è la Libertà responsabile, impegnata, che non si isola. Qui si pensa al contrario: prima i diritti, la libertà (un vuoto spinto), poi il senso civico solidale.

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P.S. 1° Attrezziamoci per un raddoppio della Concorrenza (correre insieme per obiettivi condivisi) in economia e non solo. Anche nel far Politica: confronti ricchi di contenuti, di proposte che rischino il consenso nel merito delle cose, abbiamo detto e ridetto. Non solo tattiche, colpi bassi, chiacchiere e giri di alleanze. Non bastano né i bravi leader, né amministrare bene né gestire identità aperte. Servono anche Competenze e progetti con un certo respiro. Il Pd lo metta nello Statuto, organizzi al suo interno le Competenze! 

P.S. 2° Sarebbe bello (ed economico!) se ci fossero vantaggi fiscali per chi apprezza il Lavoro, anticipa gli eventi (fa Prevenzione) e si apre alla Concorrenza!

FRANCESCO BIZZOTTO

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