FARE COME DON BOSCO
UN VANTAGGIO FISCALE A CHI INGAGGIA E SI CURA DEL LAVORO.
Ci lamentiamo dei
partiti. Troppe volte, organizzati per prendere e gestire potere, hanno antenne
per gli umori e i problemi. Non per le soluzioni. Non sono organizzati, non
hanno spazio per le competenze, per il lavoro scientifico, che è lavoro di
gruppo e di lunga lena. Non si fa scienza in una testa in un giorno. Così,
pressati dalle richieste, s'attaccano al debito.
Di riflesso nel
dibattito pubblico, in cui hanno gran parte i media: sentiamo i problemi a
livello limbico, come emozioni, umori, timori. E così voteremo.
Cosa ci aspettiamo che
bolla nella pentola della Pubblica opinione?
Responsabilità, iniziativa
riformatrice, coraggio, proposte innovative, amore per il rischio? Bolle e
ribolle l'auto difesa, la rivendicazione, e il rifiuto di farsi carico di
soluzioni calate. La Politica organizzata per il potere produce domanda
distributiva. È vero, come dice L'Economia del Corriere di oggi: "La
ricchezza va creata prima di essere distribuita". Ma, caro Corriere,
guardiamo se sono in campo le condizioni.
Ad esempio il LAVORO.
Draghi ha messo 5 miliardi nel PNRR per riformare e far decollare le Politiche
attive, su cui l'Europa insiste da 20 anni e l'Italia fa 10 volte meno della
Germania (10 volte!). Perché? Vogliamo parlarne? Intanto il LAVORO scivola
scientificamente nel precariato, specie nella medio-grande impresa (che dà
forma alla prassi).
Per fortuna siamo un
Paese di PMI che largamente curano il capitale umano, innovano ed esportano. E
abitano il Contado, la provincia, che in Italia non conta niente.
Non facciamoci prediche.
Poniamo al centro le buone relazioni d'impresa. Favoriamo il dialogo, la
creatività e l'innovazione. E se un rapporto di lavoro è incerto, precario,
insoddisfacente (per entrambe le parti, ovviamente) introduciamo strutture di
accoglienza e soluzione del problema. Niente di più semplice.
Politiche attive e
libertà sia di fare impresa sia di lavorare bene. Non limitiamoci ai casi di
crisi produttive. Non aspettiamo i licenziamenti (come fanno un po' tutti,
tranne Cristina Tajani) o le dimissioni di disperazione.
Per creare ricchezza,
allora: sostenere, formare, accompagnare il LAVORO sul territorio, con
Istituzioni dedicate e belle, curate. Lo faceva don Bosco, da solo, a Torino
nel 1800!
E in azienda?
Rispettarlo, coinvolgerlo, ingaggiarlo. Diamo un vantaggio fiscale a chi lo fa.
A chi investe (rischia) sul capitale umano.
Francesco Bizzotto