ENTRAMBI LIBERI
Serve un dibattito
alto, “fiorentino”, per mettere a terra gli investimenti del Pnrr sul lavoro
Sono in Toscana
e noto che il Corriere Fiorentino (inserto del Corriere della sera) è +bello del
Corriere Milano. Anche L'Economia del Fiorentino è +interessante:
sta sulle questioni e va a fondo.
C'è una pagina –
oggi 4 luglio – sul "Lavoro" di Alessandro Petretto che bagna il naso
a Milano. Focalizza bene due temi chiave:
1. il mismatch
tra Domanda e Offerta da gestire. Manca il 2% di lavoratori "ad alto tasso
di capitale umano". E quanti – mi chiedo – ad alto tasso di stagionalità,
saltuarietà, fatica, servizio e cura domestica? Un problema enorme, non di
oggi.
2. le dimissioni
dei dipendenti. Un fenomeno negli Usa. Da noi un significativo accenno.
I giovani
cercano "un maggiore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa".
E poi vogliono imprese flessibili, in cui star bene, di cui condividere la
cultura e i valori. Si vogliono sentire ingaggiati, chiamati a bordo come
persone di cui vengono valorizzate sia una certa libertà negli impegni sia le
differenze. Tema, questo, sugli scudi negli Usa, perché le differenze
arricchiscono l'impresa e tutti.
Alessandro
Petretto conclude sottolineando che questi due temi pongono al centro l'esigenza
di avere Centri per l'Impiego efficienti: "rendere conveniente per le
imprese l'investimento nel personale" e rivedere "il delicato
capitolo delle relazioni scuola/lavoro e dell'offerta formativa
universitaria".
Complimenti ad
Alessandro Petretto!
Il dibattito
(anche a Milano) è a un +basso livello: flessibilità come precarietà, diritti come tutele
e poco altro. E scuola, università, formazione professionale? Un po'
supponenti.
Ma, è cambiato
il mondo. La questione chiave è la libertà, ovvero la responsabilità, il
rischio e la soddisfazione sia del lavoro sia dell'impresa. Di ambo le parti. E
non c'è soddisfazione senza responsabilità personale. Perché la libertà (il
rischio) è il cuore della produttività, dell'impegno creativo, innovativo. Quel che
serve per competere.
La soddisfazione
poi è facile da misurare e affrontare (capire, anticipare, cambiare), se ci
sono le Istituzioni e le strutture del caso.
Draghi ha messo
5 miliardi del Pnrr sui Centri per l'impiego e le Politiche attive. Ora, tocca
alle Regioni mettere a terra iniziative. Non so in Toscana. La Lombardia e
Milano ci stanno provando. Le parti sociali si sono mosse perché le risorse son
legate ai risultati. Senza risultati, salta tutto. L'impressione però è che non
abbiano vento (dibattito) favorevole.
Francesco
Bizzotto
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