UN RIGASSIFICATORE
"TUTTO STA NEL
LAVORARE PER RIDURRE IL RISCHIO”
Con i tempi che corrono... Ma, la città è in subbuglio e si oppone: Non qui da noi!
"Un rigassificatore può avere perdite, ma trascurabili", dice il professor Bruno Facchini, docente di Sistemi per l'energia e l'ambiente al dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Firenze. Va piuttosto valutato attentamente il contesto portuale. L'impatto maggiore deriva dalla movimentazione delle navi. Ci sono rischi di inquinamento e di esplosioni. "Tutto sta nel lavorare per ridurre il rischio. (...) Il rischio diventa bassissimo se le procedure vengono studiate correttamente". Intervista del Corriere Fiorentino, oggi, 2 luglio.
Ci chiediamo quale contributo può dare l'Assicuratore in queste delicate e complesse situazioni? È interessato alla partita, sia per ragioni immediate, di coperture assicurative, sia per un indirizzo europeo che lo impegna ad avere sguardo prospettico, a investire avanti per mettere in sicurezza i bilanci.
Potrebbe, l'Assicuratore, legare meglio (senza imposizioni) la propria valutazione e la quotazione del rischio (il "premio" delle polizze) alle iniziative di "prevenzione e protezione" dei soggetti assicurati, oltre che alla specifica attività e ai precedenti. E il Governo (con il supporto di Ivass) potrebbe stimolare questa prassi con una fiscalità di vantaggio. Prassi virtuosa, di mercato. A ben vedere ha un bel potenziale positivo. E manda un segnale alle Istituzioni.
Il mercato racconta di un precedente. Qualche lustro addietro una grande compagnia petrolifera voleva perforare il Polo Nord in cerca di petrolio. I rischi, altissimi, furono valutati da potenti Assicuratori, che conclusero con il rifiuto delle coperture. E il progetto rientrò.
Francesco Bizzotto
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