IL PROFETA GIOACCHINO DA FIORE
Nel 1202, come oggi, 30 marzo, moriva a 70 anni
il Beato Gioacchino da Fiore, "di spirito profetico dotato" (Dante,
Paradiso, Canto XII, vv. 139-141).
Calabrese insofferente al lavoro servile, con il
sostegno di tutti i re e papi del suo tempo, mirava a costruire comunità libere
e coese di vita impegnata e in ricerca, religiosa e civile.
Immaginava una stagione nuova, dello Spirito:
affrancare la società dalla feudalità ecclesiastica e baronale, e favorire
l'espressione e la crescita tanto del singolo quanto della comunità.
Lottò per un'idea di libertà che partisse
dall'interno, intessuta di meraviglia, di rispetto. Per armonizzare la vita.
Perse la battaglia sia nella Chiesa sia nella
società. Vinsero le separatezze: il dogma religioso (strumento di potere) e la
città — la nostra — che, improntata al solo benessere materiale, ha dato campo
a scienza e tecnica non orientate e irresponsabili rispetto alle conseguenze
dell'agire.
Partiva così la società della crescita e del
rischio smisurati, cioè della tracotanza.
Come porvi rimedio? ESG, dice l'ONU:
Environmental, Society, Governance. Ovvero: Cura dell'Ambiente, Inclusione
sociale, Decisioni (cioè Rischi) condivisi.
In due parole? Risk Governance!
Francesco Bizzotto
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