venerdì 11 settembre 2020

POSSIBILITA’ E RISCHI NELLA FASE 3 DEL COVID

IMMAGINA, ANTICIPA, PROCESSA

Dare spazio al Risk Management "Sorridi, respira, vai piano"

Effetto Covid. Per la "sostenibilità" delle attività serve formare alla Gestione dei rischi in modo nuovo e scrupoloso.

L'Italia è al 18° posto su 144 economie di cui il GAI (Global Attractivenes Index) di Casa Ambrosetti misura l'attrattività economica. Tra gli indici utilizzati, per la prima volta compare la "sostenibilità". Si conferma un cambio di passo che induce a riflettere. Per attrarre investitori i territori devono far crescere la cultura della Gestione dei rischi. Praticarla.

La sostenibilità implica la diffusione di competenze scientifiche mirate, utili alla sistematica valutazione (di base e di processo) delle probabili conseguenze negative, indesiderate, dell'agire. Una prateria sterminata e promettente.

La complessità delle cose richiede un salto di qualità nella Formazione alla Gestione dei rischi: vederli (consapevolezza); considerare i beni e le responsabilità coinvolti; stimare le probabilità di danno oggettive (e soggettive); trattare, mitigare i rischi (prevenzione dei danni e protezione di beni, persone, ambiente); trasferire, assicurare, i rischi insopportabili (i grandi rischi) e tenere in proprio i piccoli rischi (sono formativi e il costo del loro trasferimento è troppo elevato).

I molti, benemeriti, master di Risk Management fioriti un po' dovunque si confrontino e trasformino in corsi approfonditi: motivazioni e metodologie, teoria e pratica, atteggiamenti e comportamenti. Impegno, applicazione, continuità, cultura.

Vanno definiti ancoraggi nuovi per Gestire bene i rischi delle attività, sia d'impresa sia di vita. Nessuno dei due ambiti va trascurato: si influenzano reciprocamente in modo prepotente. Vanno acquisite competenze e compiuti percorsi di consapevolezza. Qui l'Occidente ha un ritardo storico. Ma l'Oriente sta bruciando un certo, prezioso vantaggio abbagliato dalla tecnica, dal benessere solo materiale, dalle apparenze, dalla smania del riconoscimento (la malattia del potere). Il giorno più bello? Quando Oriente e Occidente, su questo terreno, si incontreranno e parleranno.

Il nostro primo passo? Dobbiamo imparare e abituarci a leggere ex ante e insieme le Possibilità e i Rischi delle nostre attività. Renderlo un automatismo. Metterlo nell'inconscio. E poi imparare a procedere con un certo ritmo (sostenibile), una certa armonia: immaginare, anticipare, processare le Possibilità / Richio, come faceva il mitico Ayrton Senna prima di ogni Gran Premio di Formula Uno e durante.

Con locuzione negativa diciamo: non separare le Possibilità dai Rischi (il lato in fiore dalle ombre); trattenerci un po', non aggredire le Opportunità (l'aspetto positivo); non lasciarci prendere dalla frenesia, dalla fretta, dalla corsa; non temere l'aspetto negativo (non avere paura del Rischio).

"Sorridi, respira, vai piano" dice il monaco buddhista Thich Nhat Hanh, eroe non violento della guerra del Vietnam, francese d'adozione.

È un percorso che crea maturità, visioni etiche e produttività. Determinerà un cambiamento nelle catene del valore e di fornitura. Chi parte subito sarà avvantaggiato: segna la pista e ne trae un bottino, alla Schumpeter.

Francesco Bizzotto

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