GENERALI E CATTOLICA
Spa e Coop tendono a fondersi. Bellezza e futuro della libertà responsabile e solidale. La Spa aiuterà le istituzioni delle spiritualità: ad andare oltre il comando e il dogma
Con Generali che soccorre Cattolica, un arcobaleno è apparso in
cielo. La prima sale al 24,4% del capitale della seconda e apporta un aumento
di 300 milioni, più 200 per l’apprezzamento del mercato. Generali è forse la
nostra più bella public company. Cattolica è una storica e radicata cooperativa:
una testa, un voto, purché “professi la
religione cattolica”, dice il vecchio statuto. Lo leggo nell’articolo di
Mario Gerevini sul Corriere della sera del 26 us. L’una Spa, l’altra Coop.
Bene, perché? Perché la Coop diventerà Spa e sarà aiutata a innovare statuto e
politica industriale.
Ed è su questa che si gioca il futuro, come Generali ha dimostrato, radicandosi nel mondo e innovando l’organizzazione interna, pronta a tutti gli sviluppi, per vivere a lungo. Pronta, esempio minimo, a trasformare la polizza di Responsabilità Civile Auto (RCA) in un Hub 4.0 di servizi diversi all’automobilista: Come va la macchina? Quali punti si fanno critici? Come guidi in media? E oggi? Sei distratto: rallenta, tieni la distanza. E la strada? E il traffico attorno a te e più avanti? Sarà un ampio assicurare (rendere l’agire più sicuro e libero). Forse i tempi non sono maturi, ma Generali c’è, ha fatto ricerca e investito.
L’arcobaleno è di buon auspicio: se il campione dell’etica individuale (la Spa) aiuta e salva quello dell’etica solidaristica (la Coop), un significato c’è. L’etica liberale da due secoli vince su tutti i fronti (compresi quelli del nazi-fascismo e del comunismo), e si trova a fare i conti con se stessa (li sta facendo; li vuole fare): cambiare alla radice, scoprirsi e accettare la sfida di un insidioso autoritarismo trasversale, aiutato da molti. Rimbomba la domanda: l’etica liberale saprà governare la civiltà digitale che promette e incalza? Reggerà il confronto con la gestione centralizzata, impositiva, autoritaria? Pianificazione, big data, ordini e controlli possono mostrarsi più efficienti di libertà, creatività, democrazia? O queste sono d’inciampo? Vedi l’aria che tira a Hong Kong.
È sfida aperta alla vecchia Europa dei liberi e solidali. L’Onu ha posto i temi giusti: Ambiente, Società, Governance. Ma buon senso ed equilibrio europei faticano a trovare il bandolo della matassa competitiva: con-correre e misurarsi in pace, sulla base di Istituzioni forti e valori condivisi. Quali valori? Lo spazio e le chance offerti ai capaci, l’aiuto ai sofferenti, e la convivenza ordinata di una pluralità di idee, proposte, percorsi.
La sfida
della Spa che vedo latente e vincente
è questa: dimostrare che la sua piramide,
il comando, sa uscire dall’isolamento e andare verso la rete di autonomie e collaborazioni responsabili; una rete che esalti
l’imprenditività e il suo demone innovativo, anticipatore, e recuperi lo
spirito di squadra e la coesione della Coop
(il sostegno che attiva, a partire dal basso, come dice oggi il Censis). Una
rete multidimensionale che è nelle corde della tradizione europea: può salvare sia
le libertà individuali sia la solidarietà. Insieme e affinate sono competitive.
Riguarda anche la Coop già divenuta Spa: il Gruppo Unipol, campione di
buona reputazione e leader di mercato nei Rami Danni, che merita un discorso a
parte.
Francesco Bizzotto
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