mercoledì 1 luglio 2020

SPA E COOP SI INCONTRANO NEL CIELO DELLE ASSICURAZIONI

GENERALI E CATTOLICA

Spa e Coop tendono a fondersi. Bellezza e futuro della libertà responsabile e solidale. La Spa aiuterà le istituzioni delle spiritualità: ad andare oltre il comando e il dogma

Con Generali che soccorre Cattolica, un arcobaleno è apparso in cielo. La prima sale al 24,4% del capitale della seconda e apporta un aumento di 300 milioni, più 200 per l’apprezzamento del mercato. Generali è forse la nostra più bella public company. Cattolica è una storica e radicata cooperativa: una testa, un voto, purché “professi la religione cattolica”, dice il vecchio statuto. Lo leggo nell’articolo di Mario Gerevini sul Corriere della sera del 26 us. L’una Spa, l’altra Coop. Bene, perché? Perché la Coop diventerà Spa e sarà aiutata a innovare statuto e politica industriale.

 

Ed è su questa che si gioca il futuro, come Generali ha dimostrato, radicandosi nel mondo e innovando l’organizzazione interna, pronta a tutti gli sviluppi, per vivere a lungo. Pronta, esempio minimo, a trasformare la polizza di Responsabilità Civile Auto (RCA) in un Hub 4.0 di servizi diversi all’automobilista: Come va la macchina? Quali punti si fanno critici? Come guidi in media? E oggi? Sei distratto: rallenta, tieni la distanza. E la strada? E il traffico attorno a te e più avanti? Sarà un ampio assicurare (rendere l’agire più sicuro e libero). Forse i tempi non sono maturi, ma Generali c’è, ha fatto ricerca e investito.


L’arcobaleno è di buon auspicio: se il campione dell’etica individuale (la Spa) aiuta e salva quello dell’etica solidaristica (la Coop), un significato c’è. L’etica liberale da due secoli vince su tutti i fronti (compresi quelli del nazi-fascismo e del comunismo), e si trova a fare i conti con se stessa (li sta facendo; li vuole fare): cambiare alla radice, scoprirsi e accettare la sfida di un insidioso autoritarismo trasversale, aiutato da molti. Rimbomba la domanda: l’etica liberale saprà governare la civiltà digitale che promette e incalza? Reggerà il confronto con la gestione centralizzata, impositiva, autoritaria? Pianificazione, big data, ordini e controlli possono mostrarsi più efficienti di libertà, creatività, democrazia? O queste sono d’inciampo? Vedi l’aria che tira a Hong Kong.


È sfida aperta alla vecchia Europa dei liberi e solidali. L’Onu ha posto i temi giusti: Ambiente, Società, Governance. Ma buon senso ed equilibrio europei faticano a trovare il bandolo della matassa competitiva: con-correre e misurarsi in pace, sulla base di Istituzioni forti e valori condivisi. Quali valori? Lo spazio e le chance offerti ai capaci, l’aiuto ai sofferenti, e la convivenza ordinata di una pluralità di idee, proposte, percorsi.


La sfida della Spa che vedo latente e vincente è questa: dimostrare che la sua piramide, il comando, sa uscire dall’isolamento e andare verso la rete di autonomie e collaborazioni responsabili; una rete che esalti l’imprenditività e il suo demone innovativo, anticipatore, e recuperi lo spirito di squadra e la coesione della Coop (il sostegno che attiva, a partire dal basso, come dice oggi il Censis). Una rete multidimensionale che è nelle corde della tradizione europea: può salvare sia le libertà individuali sia la solidarietà. Insieme e affinate sono competitive. Riguarda anche la Coop già divenuta Spa: il Gruppo Unipol, campione di buona reputazione e leader di mercato nei Rami Danni, che merita un discorso a parte.

 Nella pratica dei valori di libertà e di responsabilità, di realizzazione personale e sociale, di sana attenzione all’ambiente, agli stakeholder, c’è la possibilità di abbattere un’altra barriera: quella tra benessere materiale ed esistenziale. Una grossolana e solida barriera che in poco tempo s’è alzata e ovunque annichilisce l’uomo e le tradizioni spirituali, tutte o quasi in logica piramidale, di dogma e di comando. Suggerisco loro di riflettere e imparare dalla Spa, dalla logica emergente della saggia rete imprenditiva, che libera e attiva. 

Francesco Bizzotto


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