RIPARTIAMO DALL’IMPRESA
Gestire i rischi strategici (cyber, impresa, ambiente) e aprire alla
democrazia economica
Leggo che
c’è preoccupazione (dopo i fatti di Usa e Gran Bretagna) per le elezioni: si
teme che pirati informatici influenzino il voto con false notizie; è un
risvolto del rischio moderno, che va gestito come si deve fare con il cyber risk: giocare d’anticipo,
coinvolgere, dare la parola e ascoltare. Gli esclusi covano rancore e si bevono
tutto; dare acqua pulita. Intanto Politica, giornalisti e Magistratura si
avvitano in duelli a volte esagerati, mentre il Governo fa miracoli per dare a
tutti e non togliere a nessuno (e anche questo non ci torna: la Politica deve rischiare
il consenso). Siamo un po’ sbigottiti, seppure abbiamo competenze e autonomia, manteniamo
un 25% di giovani Neet e siamo disponibili a mediazioni alte degli interessi,
tutti rispettabili. Vorremmo capire e contribuire. Alla Politica chiediamo di
trovare il modo; di non limitarsi a spiegare, mediare e tutelare, e consumarsi
in giochi tattici e di alleanze. Vorremmo vedere in campo idee nuove, visioni,
ma – sappiamo – c’è di peggio.
Per queste ragioni troviamo che sia un gran bel messaggio quello
arrivato da Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, nell’assemblea
tenuta alla Scala. Ha avuto il coraggio di ammonire il governo per “le politiche di unilaterale favore verso
Russia e Cina”, e ha detto: “O
costruiamo fondamenta civili ed economiche di un’Italia nuova e più giusta dal
basso, tutti insieme, oppure un Paese a demografia a picco e bassa produttività
non sarà capace della svolta civile che è più che mai necessaria”.
Svolta civile: un’Italia nuova e più giusta dal basso,
tutti insieme. Questo aspetta Milano. Merita un grande dibattito: aprirsi,
esplorare, ascoltarsi, contaminarsi. Senza, non si va lontano, non si innova, non
si fa qualità e fiducia; si declina. Vedo due temi grandi:
1° Democrazia industriale sostenibile e
coinvolgente, per imprese belle e fortissime nel mondo.
-
Sostenibile
significa gestire i rischi dell’intrapresa a partire dalle scelte strategiche, (formano
i grandi rischi). Non vanno separate dai processi (prima gli affari, poi gestiamo
i rischi). In Usa si è iniziato a parlarne con l’ERM (Enterprise Risk
Management). Se questo cambio di passo lo fa l’impresa, lo fa anche la Politica.
Limita, certo, la libertà d’impresa (la rende responsabile), ed è la via per invertire
il trend del degrado: ridurre le molte forme di inquinamento e la probabilità
di disastri (Cigni neri, impensabili) che deriva da strategie competitive
isolate e azzardate. È il messaggio della Business roundtable Usa (181 ceo di
grandi imprese: “creare valore per tutti
gli stakeholder”).
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Coinvolgente
significa aprire al dialogo (parlarne, favorirlo) tra impresa e lavoro; motivare
e accettare il conflitto di merito; scatenare elementi diffusi di cura,
servizio, autodisciplina, creatività e innovazione; cioè di produttività e di riduzione
del vasto stress da esclusione e non senso. Scegliere la via della valorizzazione
del capitale umano, del suo concorrere (correre insieme e misurarsi per
obiettivi condivisi); abbandonare la via della sola riduzione dei costi (il
lavoro non è una merce), come del ribellismo e dell’antagonismo.
2° Istituzioni – Agenzie
per il lavoro, per renderlo coinvolto e quindi dinamico, mobile e responsabile.
Per farlo abbiamo due vie: quella tedesca (della cogestione nelle grandi
imprese) che è rigida e non ha dato un bel segnale nella crisi del diesel; e
quella graduale indicata dall’Europa (Politiche attive di formazione,
accompagnamento e tutela). Possiamo provare a portare e gestire fuori
dall’impresa le crisi produttive e il conflitto distruttivo, personale, di
relazione. Servono Istituzioni di territorio partecipate dalle parti sociali. È
la via positiva, basilare, che accetta il mercato e il conflitto, tende ad
anticipare le crisi e massimizza motivazioni, interessi e contributi. Necessita
di un dibattito e un sostegno ampi, e di qualche test: facciamolo a Milano. Aumenterà
la capacità di far apprezzare nel mondo i nostri prodotti e servizi, città, tradizioni,
sistemi d’impresa e stili di vita.
Messaggio per la Politica (per i Partiti) in questo contesto:
cambiare, aprirsi sui grandi temi ai competenti e agli appassionati. Farlo in
modo organizzato, continuativo; non episodico, spettacolare, manipolatorio. Le
chiamate estemporanee alimentano la sfiducia.
Il
coinvolgimento, la democrazia economica, il senso del lavoro (con annesse
responsabilità) era domanda sociale in maturazione già negli anni ’70, il
decennio delle lotte sindacali, che pochi (Carniti - Cisl e Trentin - Cgil) seppero
vedere, osteggiati da molti partiti, catturati dal centralismo. Riprendiamo,
insieme, il cammino.
Francesco
Bizzotto – ottobre 2019
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