LAVORETTI
Vederne
il lato in fiore. Fare un Test di accompagnamento “assicurato”: uno Sportello
(pubblico e partecipato) di tutela territoriale. Spingerà i giovani a osare,
scoprire, rischiare
La gig economy,
l’economia dei piccoli giri o lavoretti, si fonda sui servizi prenotabili
online (consegne o logistica). Veloci fattorini e corrieri ne sono il punto di
forza. Esternalizza il lavoro di trasporto e consegna; crea piattaforme
d’incontro tra ristoranti (e altri servizi) e cittadini. In genere non fornisce
i veicoli per il trasporto e non crea rapporti di lavoro diretti tra aziende e
fattorini o autisti. Questi sono autonomi, e si autogestiscono. I costi
aziendali sono bassi, flessibili al massimo; la strategia di sviluppo è libera
e sciolta. L’azienda corrisponde salari con pagamenti a ore o a cottimo, senza
ferie retribuite, malattia o altri benefit. Poche regole, niente contratto.
Può non essere precariato,
condizione spesso reale. È uno sviluppo atteso e utile dei servizi urbani
specifici, e merita di essere un lavoro da coraggiosi, iniziale, con
prospettive di crescita, verso un altro lavoro dipendente o autonomo. Può anche
essere una scelta di vita (ci si gode la città), ma in genere è un rimedio, un
meritevole adattarsi. Chapeau a chi vi si impegna.
Mi propongo di affermare,
in una nicchia tipica, che è possibile non essere lasciati soli; che, nella
massima flessibilità, la dignità del lavoro viene rispettata e trova una
salvaguardia sociale; che, se è un inizio provvisorio di attività, non proprio
scelto, così sarà, avrà sostegni e prospettive che meritano; all’altezza del
coraggio messo in campo.
Questa salvaguardia
incentiverà i giovani a provarci, a misurarsi, a rischiare, a inventare
lavoretti. Con vantaggi per tutti. Immaginate il risparmio, se potessimo sostituire
i numerosissimi, costosissimi e pressoché vuoti autobus pubblici che corrono
per il Contado di Milano (134 Comuni) con un efficiente servizio tipo “taxi
condiviso 2.0” (una navetta che percorre tratte fisse da prenotare tramite un
tocco sullo smartphone). È la scelta del Dubai Future Accelerator. Cifre da
capogiro: Dubai le investe, noi le sprechiamo in disservizi.
Concretamente: parliamone
con l’AFOL milanese, l’Agenzia Metropolitana per la Formazione, l’Orientamento
e il Lavoro, che ha messo a sistema un pezzo di storia della Milano che
accoglie e promuove. Predisponiamo con Regione Lombardia un progetto di Test da
presentare all’Europa (lo finanzierà): accompagnare questo nuovo lavoro – come
faceva don Bosco nell’800 – e farne un prezioso marketing sociale, con uno
Sportello dedicato che lo sostenga, che faciliti il dialogo tra Domanda e
Offerta (aziende e prestatori d’opera) e che gestisca, anticipi i problemi
tecnici e relazionali. Un Test di contratto di lavoro o regola sociale; uno
Sportello pubblico partecipato da tutte le parti, con servizi di formazione
specifica o mirata, anche a crescere, fare meglio o cambiare, volare alto, se
l’aspirazione, l’immaginazione e la volontà sostengono il giovane interessato.
Un lavoro accompagnato che
immagino “assicurato”. Il rischio specifico è misurabile.
L’Assicuratore, tipico cavaliere bianco interessato a non avere “sinistri”, può
prender parte alla gestione dello Sportello e mettere in campo particolari
servizi, varie garanzie di tutela (malattia, maternità - paternità,
disoccupazione). Per lui, sarebbe un modo utile e bello d’interpretare la
direttiva europea Solvency II, che lo invita a investire per ridurre i rischi
di prospettiva e rendere più sicuri i Bilanci (e minori i capitali di garanzia da
tenere fermi). Assicurare il Lavoro e il Futuro dei
Giovani è il modo migliore per fare i suoi interessi e insieme quelli del
Paese.
Lavoretti: tipica
periferia di Milano. Il Sindaco Sala ne faccia una priorità e una bandiera.
Francesco Bizzotto
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