SINISTRA A
TERRA
La Sinistra è a terra. Condizione ideale per ripararsi
e rifornirsi. Vedo 4 nodi. (1°) il lavoro, il core business. Il Jobs act
senza forti Istituzioni locali per le Politiche attive, crea ingorghi di
precarietà. Qui, giocato il primo tempo, pare finita la partita. Così, regolato
un po’ di lavoro nero, cresciuta l’occupazione, diminuita di 2/3 la
conflittualità, abbiamo fatto la flessibilità: chi non si piega
all’impresa, in un modo o nell’altro salta, se ne va, come è giusto se ci sono
condizioni di rispetto e reciprocità, di tutela e mobilità. Se il lavoro non mi
soddisfa, voglio crescere e non c’è spazio, m’impegno e non m’intendo, uno
Stato serio mi aiuta per tempo a formarmi, cambiare, rischiare. Obiettivo: il
miglior lavoratore con il miglior imprenditore. È l’ABC di quel che si deve
fare. Giocare anche il secondo tempo. Diciamolo: l’impresa di suo, non ama la
concorrenza, anche quella del Capitale umano, indispensabile per innovare.
Ma, è fragile la rappresentanza politica (2°),
concepita alla vecchia e meritoria maniera: tutelare e proteggere deboli ed
esclusi. E attendere che lo siano. Con il profluvio che sappiamo di ragioni e
racconti, tutti veri e difensivi, negativi. La loro speranza? Che vada io al
potere, a governare. Sappiamo che non è così, e che i lavoratori hanno più
bisogno di promozione che di protezione (copyright Marco Bentivogli),
più di partecipazione che di distribuzione; e l’impresa più di risorse
collaborative che di manodopera tipo merce. Così, alla Sinistra sono mancati
(in positivo): l’emancipazione del lavoro (responsabile, utile allo sviluppo
delle forze produttive); il conflitto (di merito, costruttivo); la società
(dialogica e fondata su reti e autonomie). Ha mitizzato (sterilizzato)
l’uguaglianza e pensa ancora che la Democrazia debba sfociare in qualche forma
di comunitarismo o Socialismo. Il filosofo Franco Volpi ebbe a dire il
contrario: dalle idee socialiste protettive (e quindi centraliste) alla
Democrazia radicata, aperta, plurale.
Con Galli Della Loggia penso che, se non è la Politica
a impostare il futuro, sgomitiamo, arranchiamo e ci facciamo male. Così, la
Sinistra ha più responsabilità dell’impresa e dei sindacati. E gli altri
Partiti? C’è un problema. Il sistema dei Partiti (3°) non è in regola e non è
all’altezza della Politica che serve. I Partiti decidono e s’immischiano nella
PA, senza il “concorrere con metodo democratico” previsto dall’art. 49 della
Costituzione: vita interna, obbligo di bilancio, contendibilità vera,
responsabilità amministrativa. Finiscono per fare i tram delle carriere. Non ci
siamo. Caricano di rischi il Paese e non ne rispondono. È contrario al D.lgs.
231/01. Devono fare il DVR (Documento di valutazione dei rischi). Con
un’aggravante: l’organizzazione interna è spesso inconsistente. Finite le
narrazioni (prospettive definite a tavolino), dove e come attingono alle competenze
per governare?
Infine, rispetto alle scelte di Governo, il problema è
di decisioni e progetti, certo non di risorse (4°). I soldi per fare le cose ci
sono e un po’ si perdono in rivoli di spreco e (dicunt) corruzione. Non
penso a Sicilia e dintorni e nemmeno alle burocrazie ministeriali. Non mi
permetto. Con Sabino Cassese, dico che possiamo tagliare i rami bassi della
PA. Milano ha uno sproposito di 134 Comuni (uno ogni tre chilometri in linea
d’aria!) e dice di non poter realizzare la Città Metropolitana perché non ha
risorse. Sala proponga a Fontana un progetto visionario che renda la Lombardia
leader in Europa: infrastrutture innovative per il trasporto di merci e
persone, il riassetto idrogeologico e la vivibilità ambientale; per gestire e
rendere belli e sostenibili i rischi in cui siamo. Così non va. E le risorse?
Proponga di aggregare i Municipi, a partire da Milano: da 134 a 20 / 30; per
vedere bene i problemi, lavorare in gruppo e trasparenza (senza licenziare),
rilanciare l’utilità e il ruolo della PA e risparmiare un miliardo l’anno
(Politecnico). Si guardi attorno: a questo miliardo se ne aggiungeranno molti
altri. Non vada a Roma con il cappello in mano. Lanci un Crowdfunding (investi
su Milano e la Lombardia). Che segnale ai cittadini e ai mercati!
Francesco Bizzotto
Nessun commento:
Posta un commento