mercoledì 25 gennaio 2012

LIBERALIZZAZIONI E ASSICURAZIONI

Comunicato stampa



Milano 24.01.12

http://networkassicuratoripd.blogspot.com/ - network.assicuratori.pd@gmail.com

                       

LIBERALIZZAZIONI E ASSICURAZIONI

Il governo Monti sta dando sostanza a una forte attesa: che la società si apra a una maggiore trasparenza e concorrenza; che aumentino le chance di mobilità sociale; che si sostenga il mercato interno di qualità, e dunque le imprese innovative capaci di competere nel mondo; che l'Italia sia più coesa e giusta, specie con i giovani.

Le comprensibili resistenze e i malumori dicono molte cose: anche dei limiti della Politica. Al Paese servono organizzazioni politiche ben articolate e radicate – tanto nei territori quanto nelle realtà produttive – centrate sulla partecipazione, sulla proposta e sul reciproco rispetto. Il Pd e Bersani si muovono in questa direzione e dimostrano senso di responsabilità verso l'insieme del Paese.

I Servizi al riparo dalla concorrenza internazionale hanno (dati Ocse) “margini di profitto medio (…) pari al 61%, contro il 35% nel resto dell'area euro e il 17% nei settori (...) sottoposti alla concorrenza internazionale” (bozza della Relazione del governo). A meno di pensare alla Luna, si parla anche di noi, delle Assicurazioni. Prendiamone atto.

I Servizi Assicurativi vedono crescere la loro importanza nelle società aperte, dove i cittadini sono più liberi e il contesto è di solidarietà responsabile. Per questa ragione il Network lombardo Assicuratori del Pd ha parlato di sviluppo del comparto del 50% in tre anni. È fiducia nel ruolo e nella crescita delle Assicurazioni. Basta guardare all'Europa. E ruolo e crescita sono impossibili senza un salto di qualità (e d'immagine) dei Servizi. In primis della RC Auto.

Nel merito dei provvedimenti che ci riguardano, vi sono molte indicazioni positive tra cui due:

le frodi e i costi impropri, scaricati sulle tariffe RC Auto, vengono aggrediti. Le compagnie sono impegnate a denunciare le truffe e a controllare la filiera dei costi. E l'Isvap a vigilare che lo facciano. Se poi offriranno servizi garantiti di riparazione del mezzo danneggiato, potranno molto ridimensionare il risarcimento in denaro (ridotto del 30%).

la Scatola nera viene indicata come l'innovazione principe: può impedire quasi ogni truffa, personalizzare, premiare i comportamenti virtuosi. Il previsto contrassegno elettronico ne incentiverà la diffusione: entro due anni dovrà essere la regola e vale 1 miliardo di premi evasi, perché farà scoprire i 3 milioni di veicoli non assicurati (il 7% del totale). E poi, la Scatola nera in auto fa Servizio (siamo più sicuri e assistiti) e aiuterà a decongestionare le città (può premiare l'auto limitazione responsabile) e a individuare i black point.

Tutto bene? È un buon inizio. Mancano tre cose importanti, su cui chiediamo che si intervenga:

l  La confrontabilità delle polizze RCA, che presuppone uno standard di base definito dall'Isvap. Preveda la Scatola nera e sia quotato dalle compagnie senza possibilità di deroghe. Per garantire che almeno un'offerta sia certificata e valutabile dal consumatore.

l  Concorrenza nella distribuzione RCA. Il previsto obbligo di confronto delle tariffe, finalizzato a favorire la concorrenza, deve necessariamente avere come riferimento il testo standard base di cui sopra, e dare coerente attuazione all'analogo decreto Bersani (che prevede la facoltà del pluri-mandato). In via transitoria siano resi possibili rapporti commerciali tra agenzie di gruppi diversi, come lo sono già fra sub agenzie e broker.

l  Polizze legate ai mutui concessi dalle banche: è essenziale che l'articolo sia integrato con il richiamo della operatività del disposto dell'Isvap n. 2946 del 6 dicembre 2011 (“Disposizioni in tema di conflitto di interesse degli intermediari assicurativi – Modifiche al regolamento Isvap n. 5 del 16 ottobre 2010”).

Tre questioni che meritano chiare indicazioni da un Governo che ha capito e ha coraggio.

Network lombardo Assicuratori – Pd



 Il portavoce   Francesco :  Bizzotto, Nicola Cattabeni, Massimo cingolani,    
 Emiliano Ortelli, Giuseppe Russo, Radames Viola






















mercoledì 18 gennaio 2012

Costa Concordia. Azzardi in mare. L'approccio al rischio è da cambiare

Serve un Protocollo di Gestione dei pericoli (che li trasformi in rischi consapevoli e misurati). Si ripensino le leggi. Decisivo è il fattore umano, nelle scelte operative e nell'emergenza. A un approccio attivo, avanzato, può contribuire l'assicuratore, attore di mercato ricco di informazioni e interessato alla prevenzione.

Abbiamo letto: la Costa C. ha i radar ed ecoscandagli migliori in assoluto e la nave è assicurata (3 milioni di dollari per danni a persone; non sappiamo per il temuto danno ambientale).
Così si fa in Italia: tecnologia in abbondanza, leggi che mirano a una sicurezza statica (regole   per eliminare i pericoli, senza controlli), sistemi di allarme multipli e ci si assicura.
E così non va, perché il fattore umano (che pesa per l'80% nel rischio) fa saltare tutto.
Come si può rimediare? Cosa fanno Paesi (gli Usa) in cui la cultura e i servizi del caso sono più avanzati? Impegnano a una Gestione attiva dei pericoli. Questa Gestione si basa sul presupposto che maggiori sono le possibilità messe in campo, maggiori sono i rischi implicati. Prevede diverse fasi (dalla individuazione e valutazione dei pericoli, alla prevenzione dei danni e protezione di beni e persone, alla responsabilizzazione interna e quindi alla assicurazione).
Solo alla fine del percorso il pericolo si trasforma in rischio, cioè in iniziativa pianificata, consapevole e sotto relativo controllo.
Questa distinzione tra pericolo (di cui poco sappiamo e decidiamo) e rischio, ancora non fa parte del nostro linguaggio, così come non vediamo che possibilità e rischi sono un tutt'uno. E ciò anche se non mancano riflessioni lungimiranti da fronti autorevoli.
La rotta era sbagliata e ora il relitto della Costa C. è un monumento alla pochezza del nostro approccio al rischio: della nostra subordinazione alla tecnologia, al puro vantaggio, al profitto immediato.
Si può rimediare. Ogni intrapresa va orientata a gestire insieme le possibilità (le opportunità immaginate) e i pericoli connessi (le conseguenze negative possibili). E serve un Protocollo di Gestione dei pericoli.
Cosa sarebbe cambiato sulla Costa C.? Tutto. Il personale sarebbe stato formato, con un centinaio di marinai pronti all'emergenza; i passeggeri, appena imbarcati, avrebbero simulato l'abbandono della nave; il Risk manager (responsabile del Processo) avrebbe impedito al capitano di avvicinarsi all'isola, ignorando radar ed ecoscandagli.
In un momento in cui dobbiamo avere cura di ogni risorsa, la Gestione dei pericoli (trasformarli in rischi, iniziative responsabili; evitare azzardi), dovrebbe essere al centro delle attenzioni.
L'Assicuratore potrebbe avervi un ruolo importante. È attore di mercato (e investitore istituzionale) interessato alla prevenzione dei danni. Quando viene chiamato a emettere una polizza (ad assumere un rischio), potrebbe avere il ruolo di verifica attiva del rispetto dei patti e delle procedure, anche ai fini tariffari. Chi meglio gestisce la possibilità / rischio, meno paga. Viene premiato. Come è giusto.

“Da una parte abbiamo questa crescita (...) delle nostre capacità, delle nostre possibilità, del nostro potere, che potrebbe essere, ed è in molti sensi, una cosa positiva. Ma è anche, come ho accennato, qualcosa che implica grandi pericoli. Dobbiamo dire che con questa capacità di fare, con questa capacità di produrre, con queste conoscenze della ricerca che arrivano fino alle radici dell’essere non è cresciuta ugualmente la nostra capacità morale. (…) Questo squilibrio tra potere tecnico, potere di fare, e la capacità di dominare il nostro essere con principi che garantiscono la dignità dell’uomo e il rispetto della creatura, del mondo, questo squilibrio è la grande sfida alla quale rispondere positivamente è dovere di noi tutti.” (Card. Joseph Ratzinger, ottobre 2004)

Network lombardo Assicuratori – Pd
il portavoce: Francesco Bizzotto

martedì 10 gennaio 2012

Dopo il piano Salva Italia, un piano Salva Gruppo Fondiaria Sai?

Comunicato stampa

Dopo il piano Salva Italia, un piano Salva Gruppo Fondiaria Sai?

 Il secondo gruppo assicurativo nazionale, investito in pieno dalla congiuntura negativa dei mercati, mette impietosamente a nudo l’inadeguatezza della conduzione aziendale dell’ultimo quinquennio. Anni trascorsi  portando acqua al sistema opaco di relazioni di potere politico ed economico, orientato più che alla creazione di valore per le imprese e per il paese, alla difesa a oltranza di rendite di posizione, di privilegi grandi e piccoli.

E’ auspicabile che da parte di tutti - a partire dalle autorità di controllo - si prenda atto che  occorre voltare pagina, al di là delle scelte che verranno poste in atto per ricapitalizzare il Gruppo.

Tornare a  porre  al centro l’assicurazione, la sola scelta che può garantire un futuro di sviluppo e occupazione al gruppo.

Questo significa anzitutto privilegiare l’accordo con un altro partner  assicurativo,  evitando il pericolo di  partecipazioni non assicurative determinanti, che si sono spesso dimostrate interessate solo a valorizzare il loro investimento,  magari in modi disinvolti  e tempi rapidi.

Al Gruppo Fondiaria-Sai, per il bene comune di assicurati , addetti, risparmiatori e azionisti, serve un investitore assicurativo, nazionale o europeo, che sappia comunque competere in un mercato mondiale.

Il concetto di salvezza nazionale va riqualificato a livello europeo: è l’unico orizzonte strategico per salvare il vecchio continente da una globalizzazione sempre più agguerrita.

Un vero piano industriale passa necessariamente dal rilancio dell’attività assicurativa al servizio della ricostruzione dell’Europa, dell’Italia e del Gruppo Fondiaria-Sai.

    Network assicuratori PD

martedì 3 gennaio 2012

L'ISVAP vieta, l'IDV pasticcia

Mutui: Banche contraenti e beneficiarie di polizze troppo care;una involontaria ciambella di salvataggio. Chiediamo al governo di salvaguardare la nuova disciplina Isvap delle polizze legate ai mutui nell’interesse dei consumatori.
Un pasticcio di una opposizione caciarosa e incompetente rischia di sovrapporsi e vanificare una giusta regolamentazione del settore.
Questo emendamento IDV all’art.36 del decreto, primo firmatario On. Antonio Borghesi, «4-bis. È considerata inoltre scorretta la pratica commerciale che impone al cliente l'obbligo di aprire un conto corrente o di sottoscrivere una polizza assicurativa da parte di una banca, istituto o intermediario, per la stipula del contratto di accensione di un mutuo, qualora tale polizza sia erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario», classificando il comportamento a semplice pratica scorretta (quindi necessariamente oggetto di ulteriori interventi governativi per sanzionarlo) è in netto contrasto con il nuovo disposto dell’Isvap che vieta esplicitamente alle banche di essere contemporaneamente contraenti e beneficiari di polizze a garanzia dei mutui erogati agli acquirenti di immobili.
L'istituto di vigilanza finalmente ha messo fine a una situazione di conflitto di interessi che danneggiava i consumatori emanando la nuova disciplina delle polizze legate ai mutui.
La norma Isvap, introdotta con il provvedimento 2946, stabilisce che da aprile 2012 gli intermediari assicurativi (banche e intermediari finanziari compresi) non possono ricoprire contemporaneamente il ruolo di distributori di polizze e di beneficiari (o vincolatari) delle stesse.
Si rischia ora di rinviare e vanificare una norma sacrosanta in favore dei cittadini, che finora sono stati costretti a contrarre polizze incendio e vita dalle banche (intermediari e beneficiari simultaneamente) a costi anche doppi rispetto alla media di mercato.
Chiediamo ai parlamentari e al governo di recepire e confermare integralmente nella versione definitiva il contenuto del regolamento Isvap.

Comunicato stampa - Network Assicuratori Lombardi Pd


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