lunedì 27 gennaio 2025

LA CITTÀ DEL RISCHIO MISURATO

CHIEDE DI INNOVARE LA CASA  

"Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone" (Italo Calvino). 

La città ci ha liberato dalle servitù della terra e del comando (mare o deserto che sia). Una libertà intessuta di luci e di ombre, di Possibilità & Rischi. Trama necessaria, di cui ancora il linguaggio parla in termini tronchi, separati, falsi. Non esiste luce (Possibilità che si fa opportunità, vantaggio) senza ombra (Rischio di sprechi, danni, catastrofi). Non puoi gestire – mettere a terra – la prima senza la seconda. Puoi solo gestirle insieme. 

Ma, quale Ombra? quale Rischio?

Rischio implica Misura. È una Probabilità. Quale Misura allora? Quella statistica (quantitativa, oggettiva, matematica), che guarda al passato (Big data e Intelligenza artificiale: Métron), o quella che alla Métron aggiunge azioni e innovazioni creative, consapevoli, qualitative, sia soggettive sia relazionali (Small data: Métrion)? Rischio è Métron più Métrion; Intelligenza artificiale e Innovazione. 

La città ci può liberare dall'isolamento, dalla separatezza in cui la libertà rischia di finire. Come? 

Se la città è un tessuto sempre meno di servitù e comandi e sempre più di Possibilità / Rischi soggettive, relazionali, le sue abitazioni devono essere luoghi non di pura Amministrazione (contabilità) ma di Consapevolezza e Gestione attiva, partecipata, responsabile; Contemplativa, abbiamo detto, cioè, concentrata, capace e in rete; specialista con visione larga, politica. 

Non è utopia. Lo vuole il Rischio. Vuole CARS - Case (gestite attivamente) di Autonomia, Relazioni e Servizi. Quali Servizi? Tutti quelli pensati, ragionevoli, valutati: dal supermercato alla palestra, dal circolo culturale al luogo di culto, dal ristorante alla lavanderia, alla piscina, alla metropolitana dabbasso. 

Pensiamo il nuovo che manca e che serve: il Rischio, la Casa. Prepariamoci ad abbattere il vecchio e creare condizioni di con-correnza allo scopo ("correre insieme per obiettivi condivisi" - Massimo Cacciari). Ne abbiamo già parlato qui:

https://networkassicuratoripd.blogspot.com/2022/02/nel-contado.html?m=1

 Francesco Bizzotto

martedì 14 gennaio 2025

MISURARE AVANTI

MATEMATICO E ASSICURATORE

Bruno de Finetti (1906 - 1985) matematico applicato e Assicuratore (per un po'). È assertore della probabilità soggettiva, relazionale, processuale, quantistica, di cui, cioè, noi siamo parte, parte che può essere attiva, impegnata, inventiva, responsabile. Una probabilità – quella soggettiva, relazionale – che guarda e misura avanti. Una probabilità estranea, antitetica rispetto alla Intelligenza Artificiale, che guarda e misura indietro. "Misurare avanti": un autentico mito per noi umani, intuito e latente da molti millenni. Grazie, Bruno!

Francesco Bizzotto

lunedì 13 gennaio 2025

PER FAR VIVERE LA POLITICA

 

LA RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA

Da ripensare. Il Network Assicuratori come esempio

I giornalisti sono spesso protagonisti politici. Sanno le cose, hanno idee. Aldo Cazzullo è tra i più coraggiosi. Il 10 cm conclude così il suo editoriale sul Corriere della sera:

"Non c'è nulla da ridere. [...] Se i liberali, o quel che ne resta, non sapranno unirsi, allora l'Internazionale reazionaria, come la chiama Macron, potrà fare quel che vorrà. Anche flirtare con la Russia di Putin e la Cina di Xi".

Unire le forze è il primo passo, e non basterà. Andiamo al punto: liberali e sinistra sono assertori di due centralità (della Persona e delle Relazioni). La scienza oggi dice che devono coesistere; una contraddizione necessaria. Bene. Ma, liberali e sinistra devono, oltre che unirsi e fare proposte (dice Renzi), cambiare anche paradigma e prospettare modi nuovi di fare proposte, di fare Politica. Al cuore c’è l'idea di Rappresentanza. Come rappresentare i cittadini in democrazia? Come coinvolgerli nel fare proposte?

Oggi il rappresentare è di tipo paternalistico (centralista, leaderista, piramidale, distributivo / assistenziale: di fatto, manipolatorio ed escludente). Pensiamo, insopportabile per il 51% che non vota. Sinistra e liberali devono andarsi a riprendere la loro base naturale, la maggioranza che non vota. Chi è? Cosa pensa? Cosa vuole?

Sono (in buona misura) persone pratiche con idee chiare nel quotidiano; competenti con spirito autonomo, visione larga e sguardo lungo su cose e Istituzioni; specialisti consapevoli che, nel loro campo, la sanno lunga (più lunga dell'Intelligenza Artificiale); persone attive che amano la democrazia e la Politica, e non hanno tempo e preparazione per farla da professionisti, alla Max Weber.

Persone così, quando delegano, non sopportano di non avere resoconti e riscontri; di vedere il rappresentante che sparisce e poi ricompare per ri-chiedere la delega (per fare cosa?). Non ci stanno. Appunto: finiscono per non votare. Non è logico che queste persone accettino di essere rappresentate da “professionisti” che tali sono sempre meno.

E allora? Liberali e sinistra devono pensare a Partiti nuovi, a modi nuovi di rappresentare, di fare Politica: scalabili ("metodo democratico", dice la nostra Costituzione) e organizzati per favorire la partecipazione. Senza, la politica è il fastidioso moscone di Giorgio Gaber. 

Partiti che lavorino (per Statuto, non a parole, per attirare voti, prima delle elezioni, come il Calenda candidato a Roma) ... che lavorino con un certo respiro, non solo sul quotidiano (casi, gestioni, valori, tattiche e alleanze) e non solo per fotografare / descrivere la realtà ma ... che lavorino per cambiarla, in modo credibile, aderente, scientifico: progetti con scopi chiari che dicano cosa e come, a quali costi, con quali vantaggi per la società, gli individui, le loro relazioni. La realtà concreta (obiettivi), prossima e misurabile, non idealizzata e lontana (ideologia).

Insomma, i Partiti, oggi imprendibili e indecifrabili, storicamente si sono organizzati in modo orizzontale, sul territorio (oggi, quasi solo in televisione) per avere un generico consenso. Questi Partiti devono organizzarsi anche in verticale, per competenze, passioni, interessi, visioni. Se continuano a fare giochi coperti, di tattiche e alleanze, a considerare quasi secondario il merito delle cose, a delegarlo all’improvvisazione dei leader, li seguirà solo una minoranza malamente interessata.

IL NETWORK ASSICURATORI 

Noi del Network Assicuratori – Pd (di centro – sinistra) abbiamo, ad esempio, riflettuto, ci siamo confrontati e, in occasioni significative, abbiamo preso posizioni politiche, di interesse generale. Sulla RCA abbiamo sostenuto un approccio volto a favorire il legame della tariffa con il comportamento di guida, anziché con l’incidente, il sinistro. Perché è il comportamento che fa il Rischio e può migliorare, essere educato. Il momento dell’incidente deve essere quello del servizio, della comprensione, dell’intesa facile. E sul delicato tema dell’organismo di Vigilanza abbiamo sostenuto la tesi dell’autonomia e del rigore che ha fatto nascere l’Ivass legato a Banca d’Italia. In questi anni ha ben operato.

In generale noi del Network siamo per un comparto Assicurativo prospettico, che guardi avanti e Gestisca il Rischio come probabilità soggettiva, relazionale, legata ai processi, attenta sì alla probabilità oggettiva, alla statistica, ma senza farne un mito, sapendo che è limitata, insufficiente. Come dice da un secolo la fisica quantistica, come ha insegnato il matematico applicato Bruno de Finetti (1906 – 1985; per un po’ Assicuratore) e come è nell’indirizzo europeo (Solvency II). 






La Gestione del Rischio che sosteniamo mira alla Prevenzione dei danni. Perché alla Prevenzione siamo tutti interessati, per prime le compagnie di Assicurazione, diceva Salvatore Rossi, primo presidente di Ivass. Il contributo latente, decisivo (politico in senso pieno) del comparto Assicurativo è allora quello di guardare – misurare – avanti, contribuire con i suoi servizi alla vita attiva e impegnata, a una cultura volta ad anticipare gli eventi e mettere in ogni caso in buona sicurezza i Rischi, gli operatori, la società. Per questo chiediamo da tempo che chi offre servizi volti a evitare, prevenire i danni abbia un vantaggio fiscale. E crediamo che il mercato (compagnie e utenti) sia maturo per questa innovazione chiave di cui discute da decenni.

Ne ha parlato, ad esempio, da presidente di Ania, l’Associazione delle compagnie, Bianca Maria Farina
, che ora ne è presidente emerito. Ricordiamo una sua intervista ad Antonella Baccaro del Corriere della Sera del 1° marzo 2018. Ha detto Farina: “L’obiettivo comune è arrivare a una gestione ex ante dei rischi, e non più ex post dei danni”. È obiettivo della stessa Ue che, con Solvency II, orienta le compagnie di Assicurazioni (investitori istituzionali di lungo periodo da 12 mila miliardi in Europa) a mettere in sicurezza i loro bilanci (e le loro promesse - polizze) impegnandosi a fare investimenti infrastrutturali – materiali e sociali – “prospettici”. La prospettiva necessaria.

Francesco Bizzotto

 

 

 

mercoledì 8 gennaio 2025

LA PRORITA’ SONO LE PERSONE

MONIKA ABD EL NOUR (26 anni)

Messaggio x Confindustria e Sinistra

   L'intervista a Monika Abd El Nour di Gp. R. (Corriere della sera – Milano, di ieri), manager di una catena di negozi di Kebhouze, può chiarire le idee a Confindustria e alla Sinistra (ai Landini) su cosa fare e come con i lavoratori.

"I suoi capisaldi?" 

    "La priorità sono sempre le persone; è fondamentale formare una squadra affidabile, appassionare i ragazzi a un progetto che sentano anche loro. Partire dal basso."

Parole splendide! Significa mirare a lavorare in Gruppo, fare Rete: mostrare, formare e dare responsabilità, autonomia, riconoscimenti. 

[Papa Francesco direbbe: e partire dagli ultimi, non creare scarti. Qui, dico, sono decisive Politiche attive di Mobilità (la persona giusta con l'imprenditore giusto). Ma, l'Italia fa un decimo della Germania. E Milano? Delude]. 

Il sogno di Monika Abd El Nour? "Diventare imprenditrice". Vi sembra poco? 

Grande Monika Abd El Nour! Complimenti! 

Francesco Bizzotto

martedì 7 gennaio 2025

COESIONE, VISIONE, DETERMINAZIONE

KAJA KALLAS

Prende un bel Rischio la Ministra degli Esteri (in pectore) dell'Ue 

Penso che Kaja Kallas (47 anni, ex premier estone, Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza) abbia fatto bene a dire che i ministri di Francia e Germania sono in Siria a nome dell'Ue e suo. 


I due ministri ora possono vergognarsi…

È un terreno su cui l'Ue deve fare passi e dare segni di coesione, visione, determinazione. Kallas è persona giusta: Ministra degli Esteri!

Il mondo aspetta che l'Ue diventi protagonista globale (accanto, non contro Usa e Nato) con ragionamenti e Rischi: non drammatizzare i conflitti; anticipare i problemi (a cos'altro serve l'Intelligenza?); mediare. L'Ue usi i mezzi in cui siamo maestri: pensiero (scienza), commerci, rapporti personali (il sorriso) e armi. 

Facciamolo, prima che qualche ingenuo pensi che ci siamo arresi e metta in fila km e km di carri armati per occuparci a pezzi. Ridurre il Rischio investendo su diplomazia e deterrenza.

Chiediamo consiglio al migliore in materia, casualmente libero: Antony Blinken. 

Francesco Bizzotto