MILANO RISCHI!
Non stia con il cappello in mano...
Il Foglio del 9 parla di Milano: "TRASPORTI E SALASSI". "Servono 200 milioni per le nuove linee, Roma promette ma non paga. Diplomazia".
L'articolo non scava, non affonda. L'approccio al Trasporto pubblico è modesto, limitato, amministrativo. E Milano guarda a Roma, con il cappello in mano.
1° Devono esplorare il nuovo, rischiare. Rischiare su grandi
Visioni e prospettive. Chi governa deve mettersi apertamente a Rischio. Dire,
proporre dove pensa di portare l'attorno, dove andremo a parare: quali sono le
Possibilità e i relativi Rischi (le attese di vantaggi & di danni). Dirlo
in termini di Probabilità (soggettiva, relazionale, processuale, non
statistica, che non esiste). Sbilanciarsi, rischiare. E fare i relativi
piani di Gestione delle Possibilità / Rischi (dei due lati non separabili della
Potenza: positivo e negativo). E in specifico devono...
2° Ripensare, aggiornare la prospettiva dell'Abitare e
Lavorare. Fare Città nuova (in verticale? Lo pensava nel 1920 Le Corbusier)
per: liberare le persone con spazi di relazioni e servizi alla portata,
liberare il suolo, liberarci dal fossile e dall'inquinamento, liberare le acque
intrappolate da vecchi accumuli.
3° Mettere a terra con urgenza e lungimiranza sia la Città
nuova (abbattere il vecchio, prima che crolli) sia il relativo sistema di
Trasporto pubblico. Diremo: qui serve apertura al privato.
Ad esempio, gli Assicuratori (investitori istituzionali di lungo periodo da 12mila miliardi). Sono interessati e tenuti (Solvency II) ad anticipare i Rischi (= mettere in sicurezza i bilanci) e sono disponibili agli "investimenti infrastrutturali prospettici" che l'Europa chiede. Qual è il problema? Devono avere a che fare con sistemi credibili, affidabili. Questo, ci pare, è il punto. E si diceva che il 40% degli Assicuratori fosse in difficoltà: dove metterli i soldi?
Fra tre anni a Milano si vota. Speriamo che si voti per la Città Metropolitana e che il voto sia atto finale di un grande dibattito. La Sinistra ha la storia, le persone e le carte giuste (un tessuto produttivo e sociale aperto e abituato a guardare lontano) per vincere di nuovo e per fare sognare noi e il Paese. E per far vincere un'idea forte di Europa.
Francesco Bizzotto
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