mercoledì 8 marzo 2023

DIRITTI SOCIALI

 

IL LAVORO

Messaggio (con Auguri!) per Elly Schlein e tutti noi. Lavoro: mettere il collaboratore giusto con l'imprenditore giusto.

Un nuovo Welfare, non il "meno welfare" visto (Gabanelli).

Per un concorrere armonioso, innovativo, di qualità. Unica via per reggere i Rischi che accompagnano le Possibilità in campo

 

Nei due ultimi anni siamo cresciuti del 10,5% e il debito è passato dal 154,3% del Pil al 145%. E solo nel '22 le esportazioni sono cresciute del 9%. È questione di fiducia, dice Giavazzi sul Corriere della sera del 5 marzo. E c'è il Pnrr, che vale 2 punti all'anno di crescita per 4 anni. Un bel traino. Ottimismo.

La fiducia deriva dalla qualità e affidabilità del nostro manifatturiero, secondo in Europa dopo la Germania. Piace anche all'India.

Siamo nelle condizioni giuste per osare un salto di qualità. Dove? Nelle relazioni di lavoro, di collaborazione al fare impresa, che sono il nostro punto di forza, e non ce ne siamo accorti.

Fare impresa creativa, che innova e cura la qualità, non è banale; richiede armonia nelle relazioni. Nella realtà siamo bravi. Meno nelle Istituzioni. Quanta strada possiamo fare! Qui, infatti, siamo fermi agli aspetti formali; ai diritti e alle tutele come flessibilità (licenziabilità) e garanzia di reddito per sé e la famiglia (vivere).

Il diritto atteso e latente (sia personale sia collettivo, cioè sindacale) è una qualità nuova di coinvolgimento, partecipazione e dunque di ingaggio e impegno nell'impresa. Niente di meno. E il presupposto di ciò è la reciproca libertà tra imprenditore e collaboratore, dipendente o autonomo che sia. Altro che articolo 18 (il posto garantito; dato e sicuro) o reddito garantito. No. Piuttosto: mettere l'imprenditore giusto con il collaboratore giusto. Dialogo. Basta, forse, dare un vantaggio fiscale a chi lo fa.

Molte le questioni da chiarire. Una su tutte: se non c'è soddisfazione, si deve cambiare. Vale sia per l'imprenditore (massima flessibilità; licenziabilità) sia per il collaboratore (diritto alla formazione, accompagnamento responsabile a nuova occupazione e salde garanzie di reddito). Salvo preavvisi e non discriminazioni. Il tutto è anche facile da rendere sicuro; facile da Assicurare. Tutto secondo chiari indirizzi europei, e oltre: siamo l’Italia!

È ciò che bolle in pentola. E non solo da noi. Non bastasse il flusso delle dimissioni, osserviamo l'impresa. In Usa il rischio chiave del fare impresa è "Attrarre e trattenere talenti" (concorrere in questo ambito), oggi e nel "decennio di sconvolgimenti" che ci attende, dice Christine Ferrell – Enterprise Risk Management - North Caroline State University – sulla base di dati di ricerca Protiviti.

Il diritto, allora, muove dalla insoddisfazione (da misurare!), non dalla crisi manifesta, dal licenziamento. Come è ora. Prevenire, non solo rimediare, tamponare, tacconare.

 È la lezione silenziosa delle democrazie alle autocrazie: miriamo alla collaborazione armoniosa (soddisfacente). La sola che offra speranza di futuro: speranza che diventeremo capaci di reggere i Rischi che accompagnano le Possibilità e gli sviluppi della tecnica. Speranza di benessere sostenibile; di salvarci.

Francesco Bizzotto

 

 

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