COME FARLE RAGIONARE
Serve l'impegno a Gestire – della loro Potenza – sia il lato in fiore, sia il lato in ombra
Ilaria Capua ebbe a dire in televisione: Qualcuno fermi quei troppi centri di Ricerca che stanno pericolosamente manipolando Virus, senza sapere cosa cercano. La chiamano "ricerca pura". È pesca a strascico: ovunque fa disastri. Prima o poi, una variante aggressiva, difficile da fermare, farà la strage di cui Hans Jonas ha preconizzato: ci fermeremo solo dopo... Anticipiamola!
E
l’Intelligenza Artificiale? Sta entrando alla chetichella nelle nostre vite,
accelerando anche i nostri bioritmi, e non c'è uno straccio di riflessione di
garanzia, fondata e convincente. Ci stiamo mettendo nelle mani di chi? Dei
proprietari e ispiratori degli Algoritmi, che interpretano il passato e
decidono pesi e valori. Violentano il futuro, molto probabilmente.
C'è un
modo per farli rallentare (che prendano un passo giusto, sostenibile):
chiamarli a mostrare la loro Potenza in trasparenza e a risponderne nel caso in
cui le cose si mettessero male; in caso di perdite e catastrofi conseguenti a
loro malaugurate decisioni e azioni.
Perché è
chiaro: la Potenza, sfuggita dalle mani dei potenti della storia, è ormai in
quelle di scienza e politica, e – in assenza di questa – in quelle degli
interessi, a cui la scienza è di necessità legata. Ma, l'interesse vede solo un
lato del foglio in cui consiste la Potenza: quello in fiore 🌼; il lato delle promesse e dei
vantaggi possibili, alla fine. Non vede il lato in ombra, quello dei pericoli
di percorso, di processo: delle possibilità di danni, derive, disastri.
E come
possiamo chiamare questi soggetti a lavorare bene oggi e, nel caso, a
risponderne in futuro; ad essere certi che lo faranno? Come convincerli a
prendere, qui, ora, un passo sostenibile nel loro divenire, nell'intrapresa
creativa che li caratterizza e che ci è cara (ci ha arricchito in modi belli,
abbaglianti)? Equivale a dire: come ridurre a ragione e misura il loro agire, in
modo che non si perdano; da non perderli in futuro?
Il
dibattito Usa sul Rischio e la sua Gestione (Risk management) lo ha intuito e
sta mettendo paletti importanti. Già la grande impresa ritiene che il suo primo
Rischio sia quello dell'innovazione, delle idee, dell'apertura. E chiede che,
nei Cda e nei reparti (dalle strategie ai processi produttivi) siano presenti
opinioni diverse, e razze e generi diversi, per il miglior confronto: per non
fossilizzare i decisori – i rischianti – e garantire che il nuovo e adeguato
abbia campo e adozione in tempi giusti. Che sia sostenibile. Gli autoritarismi
riflettano!
Per
questo il Risk management d'impresa – che da sempre dice: "Chi osserva i
Rischi coglie maggiori Opportunità!" – pensa in via prioritaria a un nuovo
valore, un bellissimo rischio, che l'impresa accoglie: si propone di attirare
(e trattenere) i migliori talenti, le idee migliori. Concorre in primis
nell'attirare (e soddisfare) le migliori risorse, a tutti i livelli.
È questa
la pista da seguire: chiedere alle imprese di rendere esplicito il loro piano
di Gestione dei Rischi (sostanzialmente: Valutazioni, Prevenzione e Polizze,
impegni di assicurazione) e dare un significativo vantaggio fiscale a chi
lavora seriamente. È facile. E chi lavora male è "fuori mercato".
Il piano
di Risk management e le Polizze di assicurazione (o il loro rifiuto) diranno
del livello di rischio in questione, nei diversi ambiti. Come ha fatto il
mercato allorché una compagnia petrolifera inglese, anni fa, chiese coperture
assicurative per perforare il Polo Nord. Coperture negate (è un azzardo!) e
progetto accantonato.
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PS. 1°
Ovvio, per dare gambe forti al Risk management necessario (già si prospetta)
serve che sorgano un uomo e una donna nuovi, uniti e Contemplativi. Un
orizzonte di cui si vede l'alba, radiosa. Ne parlerò. Alla prossima.