ECOLOGISMO RADICALE E UMANESIMO AMBIENTALE, CHI CI SALVERÀ?
Circa 30 anni fa, Al Gore,
allora vicepresidente degli Stati Uniti durante l’era Clinton, inizia la
battaglia sui cambiamenti climatici, sottolineando l’” effetto serra”.
La guerra all’”
effetto serra” che fu fatta colpevolizzando chi usava le bombolette per la
schiuma da barba, dimenticandosi il freon degli impianti di condizionamento
industriale, fu il primo caso di disinformazione di massa sui cambiamenti
climatici.
Nel 2006 produce
il documentario Una scomoda verità (An
Inconvenient Truth) sui pericoli e sulle ripercussioni del riscaldamento
globale della Terra, presentato al Festival di
Cannes e premiato.
Nel mondo però
il lavoro fu accolto come l’opera di chi aveva perso le elezioni e doveva
trovare qualcosa da fare. Anche in Italia il film fu per lo più ignorato,
troppo distante l’impianto divulgativo dalle impostazioni accademiche.
Ad oggi, il
rapporto Climate
Change 2021 delle Nazioni Unite costituisce il più aggiornato
studio sui cambiamenti climatici, che combina e mette a confronto tutte le
prove finora disponibili, con l’osservazione di simulazioni effettuate a
livello globale e locale, ed afferma che non vi sono dubbi scientifici sul fatto
che siano stati proprio gli esseri umani ad alimentare le cause di questo
cambiamento. L’unica vera incertezza che rimane, dicono i suoi autori, è se il
mondo sarà effettivamente capace di evitare un futuro più oscuro di quello che
ha già cominciato a delinearsi.
Pubblicato in un periodo sconvolto da incendi, inondazioni e ondate di calore,
arriva a pochissimi mesi dal vertice che si terrà il prossimo novembre in
Scozia, nel corso del quale i leader mondiali dovranno affrontare le crescenti
pressioni dell’opinione pubblica, invita ad agire con la massima urgenza per
rallentare il riscaldamento della Terra.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito
i risultati di questo lavoro “un codice rosso per l’umanità”.
Lo sforzo fatto
finora per rallentare il cambiamento climatico si è rivelato gravemente
insufficiente: invece che ridurre le emissioni, l’inquinamento da gas serra è
ancora in crescita e i paesi del mondo non sono riusciti, neanche lontanamente,
a raggiungere gli obiettivi fissati con l’accordo sul clima raggiunto a Parigi
nel 2015.
Secondo il
rapporto, l’umanità ha ancora la possibilità di rilasciare circa 500
giga-tonnellate in più di anidride carbonica – l’equivalente di 10 anni delle
attuali emissioni globali – per avere la possibilità di limitare il
riscaldamento di appena 1,5 gradi.
L’aumento della
temperatura media globale produrrà cali del fatturato aziendale e, più in
generale, dell’attività economica di una regione. L’agricoltura è forse il caso
più significativo, con l’innalzamento delle temperature che sta rendendo di
fatto alcuni terreni inadatti alle coltivazioni.
Si sommano
anche elevati costi sociali: alcuni studi hanno evidenziato una correlazione
fra cambiamento climatico, riduzione delle risorse disponibili e possibile
incremento dei conflitti armati. Anche se difficile da quantificare in maniera
precisa, avrà effetti concreti sulle attività economiche e sociale.
In Italia
abbiamo appena osservato fenomeni atmosferici di una violenza mai vista,
accompagnati da grandinate con enormi chicchi di ghiaccio. Sono stati devastati
campi, automobili, industrie e abitazioni.
Le prime ad
accorgersi di questo mutamento sono state le Compagnie di assicurazioni,
infatti in città come Milano, la garanzia Eventi Naturali costa più del furto.
Questo dato è interessante anche per chi fa della “sicurezza” una battaglia
continua.
Quella del 2021
è stata l’estate
più calda in Europa negli ultimi 30 anni, di 1 grado superiore alla media del
periodo 1991 – 2020. In Europa l’estate di quest’anno ha superato di 0,1 gradi
le precedenti estati più calde, quelle del 2010 e del 2018. A livello
mondiale, agosto 2021 è stato il terzo agosto più caldo mai
registrato superiore di poco più di 0,3 gradi rispetto alla media
1991-2020.
Il giugno del
2021 è stato il quarto più caldo dal 1991 nel mondo, il secondo in Europa e il
più caldo in assoluto in Nord America. Luglio è stato il terzo mese per
calore mai registrato al mondo in trent’anni, il secondo in Europa.
Secondo una
ricerca pubblicata sulla rivista Science, il riscaldamento globale
può portare anche freddo estremo e nevicate eccezionali. Questo perché se
l’Artico si riscalda, i vortici freddi di vento che girano sopra di esso si
allungano, e finiscono sull’Asia e sull’America settentrionale, provocando
ondate di gelo ed eventi invernali estremi. È quello che è successo, ad
esempio, nel febbraio scorso, quando si sono verificate delle tempeste di neve
eccezionali sul Texas, che hanno fatto decine di morti e lasciato quattro
milioni di case e uffici senza corrente.
Il freddo
eccezionale è spesso citato dai negazionisti come prova della sopravvalutazione
del riscaldamento e basta poco per confutarlo.
Anche l’Agenda
2030, che ha come scopo uno sviluppo sostenibile, ha tra gli obiettivi la lotta
ai cambiamenti climatici.
Il fatto che su
questo tema si confrontino posizioni diverse, come sui vaccini, in cui
prevalgono le certezze ideologiche su quelle scientifiche è l’aspetto più
grave.
Dimenticare e
sottovalutare le ragioni di quelle categorie sociali e di quei paesi che
dovrebbero rinunciare allo sviluppo, è forse il pericolo più grande per una
transizione ecologica che distribuisca i costi in maniera equa.
L’ecologismo radicale invece di avvicinare le persone a scelte più sostenibili, le può allontanare.
Come sostiene Michael Shellenberger, autore di “L’apocalisse può attendere. Errori e falsi allarmi dell’ecologismo radicale”, “l’umanesimo ambientale alla fine avrà la meglio sull’ambientalismo apocalittico, perché la stragrande maggioranza della popolazione mondiale tiene sia alla prosperità economica sia alla natura, perché vuole la natura insieme alla prosperità”.
Massimo Cingolani
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