Milano, aprile 2017
Il Network Assicuratori prende posizione a favore della mozione
di Matteo Renzi al Congresso del Pd,
chiamato a compiere scelte di responsabilità per il Governo del Paese. Scelte
che orientino in modo stabile e giusto verso l’interesse generale le libere
decisioni dei grandi comparti come delle persone. Scelte che formino un ponte
verso il futuro, per costruire
partnership, un sistema di forze pubbliche e private – ha auspicato Bianca
Maria Farina, presidente dell’ANIA – per obiettivi condivisi, nel rispetto di
differenti ruoli, visioni e valori.
Il mercato assicurativo è una componente del mondo finanziario,
caratterizzata da un duplice ruolo:
industriale (mediare i grandi rischi) e d’investitore di lungo periodo (800
miliardi) per la stabilità della sua stessa impresa. I due ruoli si fondono
nell’obiettivo della sostenibilità dei
rischi assunti, ha detto Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass (l’Istituto
di vigilanza), interpretando così l’indirizzo della normativa europea Solvency
II. Infatti, a differenza della solidarietà mutualistica, quella assicurativa è
una promessa (polizza), un impegno
contrattuale, che consente all’assicurato di innovare e andare oltre i limiti
delle comunità di appartenenza; di dire no, di osare ed essere libero. È così
dal XIV secolo, quando l’assicuratore affianca i commercianti e consente loro
di esplorare l’Oceano, trafficare con l’Islam e fare grandi le città
europee.
Ora, le attività dell’uomo, le sue capacità critiche, creative,
innovative, comportano rischi crescenti, che sono l’altra faccia delle
possibilità aperte dalla scienza. Al punto che oggi è la stessa definizione di
rischio (la misurabilità o probabilità) a essere un problema. La statistica
(gli eventi del passato) dice poco del futuro.
Come possiamo rendere misurabile il
rischio, il Tao materiale –
fatto di vantaggi & di danni, di bene & di male –, affinché le
probabilità di danni non superino quelle di vantaggi, di opportunità?
È forse
il massimo problema del fare Politica, del Governare e dell’agire, che richiama
all’equilibrio, alla saggezza, alla Giusta Misura degli antichi. Un problema
che è al cuore dell’attività dell’Assicuratore. Infatti se un rischio non è
misurabile (se è un’incertezza, un pericolo), non è assicurabile.
La nostra risposta è: con la Prevenzione
dei danni. Ascoltato il mercato
(la dialettica utenti – sistema delle imprese), riteniamo utile e necessario
che le parti si orientino alla Prevenzione, valorizzando le relazioni e
ampliando i percorsi condivisi, già presenti, di Gestione del rischio. La
Prevenzione premia le buone relazioni, riduce a Giusta Misura il rischio e
anticipa la polizza (l’impegno - promessa che libera l’Assicurato). Con la
Prevenzione il nuovo Servizio è più giusto ed efficace, costa meno, soddisfa la
domanda latente e crea un mercato più grande. Il nostro, nei Rami Danni (36 miliardi),
ha un potenziale di crescita del 50%.
Allargare il servizio alla Prevenzione è un indirizzo che merita una speciale
fiscalità di vantaggio.
E quali scelte di sistema pubblico –
privato possono praticare e favorire la Prevenzione dei danni? Pensiamo sia corretto l’indirizzo
dell’Ivass (del Governo), che invita le compagnie a mettere in sicurezza le
imprese e i loro bilanci prevenendo i trend, mettendo così in sicurezza i
rischi che hanno o avranno in casa.
Centrali sono allora gli investimenti
infrastrutturali di pubblico interesse, rispetto ai
quali i leader di mercato hanno apertamente mostrato disponibilità. Pensiamo al
progetto Casa Italia, lanciato da
Renzi dopo il recente terremoto, in cui hanno parte Renzo Piano, il Politecnico
di Milano e il suo Cineas (che si occupa, appunto, di Gestione dei rischi).
Pensiamo alla Lombardia e al rischio del suo assetto idro - geologico e dei
trasporti (privati, pubblici e aeroportuali), che può portare danni
ingentissimi & vantaggi significativi, dalla sicurezza e velocizzazione dei
processi economico - sociali alla produzione di energia.
Investire
in grandi infrastrutture materiali e sociali è dunque scelta necessaria e
lungimirante. Per il Paese, che deve creare le condizioni per la crescita di
qualità. E anche per l’Assicuratore, che può così predisporsi a fare il suo bel
mestiere nel tempo del rischio non misurabile con i soli criteri matematici.
Tali infrastrutture costituiscono le pre-condizioni della misurabilità dei
rischi e della profittabilità delle polizze assicurative. Egli creerà valore
per il Paese e le condizioni per un riconoscimento e ampliamento del suo ruolo
istituzionale e del suo mercato. E, non ultimo, per un alleggerimento delle
tensioni interne al sistema, offrendo chance ai lavoratori dipendenti, agli
agenti, ai broker, ai periti. E aprendo le porte ai giovani.
Network Assicuratori – Pd
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