La classe media in occidente è alla canna del
gas
E’ stato da poco presentato il settimo rapporto
globale sulla ricchezza dei privati commissionato da Allianz.I’ ”Allianz global Wealth Report” analizza
l’indebitamento delle famiglie, in più di 50 paesi nel mondo. I risultati
mostrano che gli anni buoni sono solo un ricordo, infatti le attività
finanziarie sono aumentate nel 2015 del 4,9%, appena al di sopra del tasso di
crescita dell’attività economica. L’analisi della distribuzione della ricchezza
mostra un quadro complesso. Il successo dei mercati emergenti ha fatto sì che
sempre più persone partecipassero alla prosperità economica e ha creato una
nuova classe media globale, i livelli di povertà sono scesi in particolare in
quei paesi. La maggioranza dei cinque miliardi di persone che vivono nelle
nazioni incluse nell’analisi appartengono ancora alla classe della bassa
ricchezza, ma nonostante questo la classe della ricchezza media globale è
cresciuta: il numero di persone è più che raddoppiato ad oltre un miliardo. Secondo
gli analisti “l’emergere di una classe media veramente globale è uno degli
sviluppi importanti per l’economia mondiale, Fino ad oggi, questo processo e
stato guidato dalla Cina, ma è probabile che un domani anche l’India possa
sviluppare questo potenziale” .Ma non sempre quello che luccica è oro, infatti
la classe media italiana, come nei principali paesi industrializzati, si sta
restringendo, questo comporta una minore capacità di risparmio e di acquistare
beni di largo consumo , anche di tipo assicurativo e non solo. Una continua
crisi della classe media avrà ripercussioni anche sui risultati di tutte quelle
aziende, dalle assicurazioni, alla grande distribuzione, fino a tutte quelle
che producono beni durevoli, che avranno sempre meno clienti retail, in questa
parte di mondo. Se le aziende possono rincorrere i consumatori anche dall’altra
parte del pianeta, per la classe media italiana non è così facile spostarsi. Lo
stesso problema lo avranno quei partiti che volevano rappresentarne le
aspirazioni. In una prospettiva poi dell’industria 4.0, sono previsti nei
prossimi anni saldi negativi in termini di milioni di posti di lavoro. I
ricercatori che si occupano della stampante 3D, che dovrebbe rivoluzionare la
produzione, lavorano anche sul “reddito di cittadinanza”. Il fatto che lo elaborino
degli ingegneri e non degli economisti è significativo. Forse non è il caso di
lasciare uno studio così interessante alla propaganda del M5S.
Massimo CINGOLANI
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