ASSICURAZIONI INNOVATIVE PER IL PAESE
L’Assicuratore è attore di una solidarietà speciale: su misura, responsabile, che libera risorse.
La sua valutazione può dire del potenziale d’impresa (e del merito di credito), e la sua quotazione dice dello specifico livello di rischio. E, se non assicura? È meglio lasciar perdere: siamo di fronte ad azzardi.
È un investitore istituzionale che guarda lontano. Vuole preparare il terreno, le pre-condizioni per il nostro crescente rischiare (creare, innovare). Merita un forte ruolo e – quando mette in campo la Prevenzione – una fiscalità di vantaggio. Le priorità: Catastrofi naturali (per invertire il trend del degrado), Imprese (per vedere e sostenere quelle che meritano ed esportano) e Salute (per integrare e finanziare il sistema sanitario, e ridurre alla metà, e insieme Gestire con umanità, il rischio più duro: quello di non autosufficienza in età avanzata).
Il Governo può creare un tavolo di discussione, dare un indirizzo, chiedere un impegno di ruolo.
Obiettivo di questa nota è la collaborazione tra pubblico e privato in ambito di Sicurezza e Libertà personali. Per una relazione forte, uno scambio di ragioni, per obiettivi condivisi.
L’Assicuratore si orienta, oltre che ad assumere rischi misurati, anche a gestirli (favorire la Prevenzione dei danni). Perché i rischi crescono, in parallelo con le possibilità, a causa degli sviluppi della conoscenza e delle applicazioni tecniche, e per effetto delle concentrazioni di valori e dei nuovi spazi di libertà, creatività e decisioni (personali e organizzati).
In particolare, le libertà sono detonatore del rischio che, per certi aspetti e in diverse occasioni, si presenta come pericolo, ovvero è opaco e fuori controllo. La distinzione l'ha fatta Niklas Luhmann: rischio è processo consapevole e trasparente, probabilità, misura; pericolo è decisione subita o priva di misura. E pericolo è prossimo ad azzardo (tracotanza).
Ora, l'Assicuratore può assumere rischi (probabilità), non pericoli. Di fronte ai pericoli cerca di capire per ridurli a rischi. E non assicura azzardi. Ha rifiutato di assicurare progetti di perforazioni oceaniche e del Polo nord (in cerca di petrolio), e i progetti sono stati accantonati.
Mira 1° alla misura per poter assicurare, e 2° alla Prevenzione (ridurre la probabilità di danno) per pagare meno sinistri (aumentare il margine di guadagno).
È un attore di mercato che ha interesse a invertire il trend del degrado e a far crescere la sicurezza come safety (capacità di correre i rischi). Ed è investitore istituzionale disponibile anche a questo scopo, oltre che a garanzia degli assicurati. In Europa ha asset per circa 7.000 miliardi.
Realizza una forma di solidarietà personalizzata, pagata e responsabilizzante. La sua valutazione può dire del potenziale d’impresa (e del merito di credito) e la sua quotazione (il premio) è una sorta di misura sociale del rischio; un indicatore della probabilità di danni a beni e persone insita nei progetti e nelle decisioni. Esprime le attese e la fiducia condivise. Dovrebbe accompagnare tutti i progetti d’impresa economica e sociale.
Peraltro la solidarietà attiva, responsabile, è l’obiettivo (da cui nessuno può chiamarsi fuori) dell'intreccio normativo che, su indirizzo europeo, regola il rischiare. In particolare con:
- Il D.lgs. 231/01 (responsabilità nominalmente amministrativa, di fatto penale).
- Il D.lgs. 81/08 (sicurezza e salute nei luoghi di lavoro): obbliga a redigere un Documento di Valutazione (e Gestione) dei Rischi, pur con una logica che separa lavoro e impresa;
- La legge 68/15 (delitti contro l'ambiente).
Il contesto impegna tutti coloro che corrono rischi, o se ne occupano, a comportamenti attivi, virtuosi, relazionali. Pena l'assunzione di responsabilità. Valorizza e stressa – è evidente – il mestiere di assicuratore. Lo chiama a un grande sviluppo e a innovare l'offerta verso la Gestione dei rischi. L’ottica di Gestione (ben oltre la pura Assunzione del rischio) implica la Prevenzione. È un indirizzo che merita una sottolineatura politica e una fiscalità di vantaggio.
In quali particolari settori le Assicurazioni possono avere uno sviluppo utile? Tre ambiti:
1. CATASTROFI NATURALI. Terremoti, eruzioni vulcaniche, trombe d’aria, uragani, inondazioni, allagamenti, inquinamenti gravi: il Paese ha avuto 250 miliardi di euro di danni dal 1945. Può cambiare il modo di fare solidarietà dopo le catastrofi. Dalla ripartizione di risorse fiscali è giusto passare a una solidarietà attiva, responsabile, partecipata, pagata su misura di rischio, e capace di imporre il risanamento, il rispetto ambientale, un certo equilibrio.
Il tempo è maturo per un indirizzo nazionale che apra a progetti regionali e a una tassa più bassa su queste polizze. Potremmo anticipare gli eventi e fare qualche test con tre obiettivi:
1. la definizione di forme assicurative obbligatorie minime, anche come estensione di polizze in essere, con poche e semplici classi di rischio, e precisi criteri e percorsi / obiettivi di sicurezza;
2. la costituzione di un Fondo pubblico - privato che sostenga progetti di ricerca, informazione, segnalazione e risanamento, Prevenzione dei danni e Protezione di beni e persone. La Prevenzione riduce i costi del 40 - 50%. Così, tanto i cittadini quanto le Istituzioni e gli Assicuratori, hanno interesse ad attivare questo sistema. Un circolo virtuoso subito conveniente;
3. la definizione di procedure di Perizia dei danni. A L'Aquila hanno ridotto le richieste del 20%.
2. IMPRESE. È tema non eludibile. Da qui passerà una nuova immagine e legittimazione dei servizi assicurativi. La buona copertura d’impresa è oggi il risultato di una accurata Gestione dei rischi che può giungere a dare una Garanzia di fornitura (obbligazione di fare), a seguito di una attenta Valutazione di impianti, prodotti, progetti. Può evidenziare il potenziale aziendale e quindi il “merito di credito”. È aspetto decisivo perché le PMI (più del 50% del Pil e delle esportazioni) possano crescere. Diventa centrale la collaborazione tra assicurazioni e banche (rischi e finanziamenti). Per una crescita sana e selettiva: non sprecare risorse; aiutare chi può farcela.
Con la Gestione del rischio le compagnie stanno più vicino alle imprese e possono, ad esempio:
· contribuire alla stesura del Documento di valutazione dei rischi previsto dal D.lgs. 81/08;
· generalizzare le polizze All risks e superare l'illogico doppio elenco dei rischi – quelli compresi e quelli esclusi – delle polizze a rischi nominati (dove l’imprevisto e la lite sono quasi la regola);
· aprirsi alla Gestione e copertura dei rischi di Rete che rendono potenti le nostre PMI;
· sostenere meglio chi esporta con garanzie finanziarie (PMI) per i rischi d’insolvenza e “politici” sul breve termine. Le polizze Credito e Trasporti poi possono darsi un sistema di garanzie e controlli in porti, dogane e mercati (come fanno i Lloyd’s) che anticipi le contestazioni.
L'Assicurazione è dunque parte dei servizi alle attività (un punto debole del Paese) che formano l’imprescindibile sistema intelligente che accompagna nel mondo e rende competitive le imprese.
3. SALUTE. Altro tema vitale. Qui l’Assicuratore è nato per integrare il pubblico (lo diceva già Alfonso Desiata). Può mixare le tutele della Salute (consentire al cittadino di scegliere, in clinica o ospedale) e del Reddito: dalla capacità lavorativa alla autosufficienza in età avanzata (l’alto, tremendo rischio dei 60 - 70enni di oggi). Anche qui vince la logica di Gestione attiva dei rischi con tre elementi in bella evidenza: la Prevenzione come valore di base, lo scambio di informazioni come via maestra e la lunga durata delle polizze come garanzia di serietà e continuità.
Poniamo in evidenza due temi in particolare (che meritano una fiscalità di vantaggio):
· Le polizze Salute integrative del Servizio pubblico, che possono costare la metà delle attuali sostitutive, consentire molte scelte del cittadino, a partire dai tribolati tempi di ricovero, prevedere opportuni percorsi di Prevenzione (in specie per i giovanissimi) e aprire un mercato di massa. Queste polizze possono essere una sicura fonte di finanziamento, se il sistema sanitario (pubblico e privato) decide di lasciarsi valutare nel merito e non quasi solo nel comfort. Oggi l’offerta (di puri rimedi) conduce il gioco da monopolista chiuso e opaco. Assai poco relazionale. Anche nelle molte zone in cui è eccellente.
· Il rischio di “non autosufficienza” può essere ridotto del 50% con percorsi di Prevenzione e di Recupero. È un dato enorme che va valorizzato. Come? Favorendo il lancio della specifica polizza Cure di lunga durata (Ltc – Long term care) in ottica e come parte di una più ampia Gestione dello specifico rischio. Gestione che comprende – oltre alla periodica Valutazione e a percorsi di Prevenzione – anche forme innovative di Trattamento del danno, cioè della dipendenza: innanzitutto prevedendo terapie di Recupero (efficaci – lo ripetiamo – al 50%) e poi con innovative prestazioni di servizio. Ad esempio con Case di Autonomia e Relazione – CAR – che anticipano alla radice il problema, riducendo drasticamente un rischio che cresce di pari passo con la solitudine e la depressione.
Francesco BIZZOTTO
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