lunedì 28 settembre 2020

FARE RETE INTELLIGENTEMENTE

 "B CORPORATION"

Divagazioni sul tema sostenibilità e prevenzione dei danni

Sostenibilità, prevenzione, rete. Grandi temi, un po' sottotraccia, riassumibili nell'espressione B Corporation. Ne parla in una bella intervista (Corriere della sera Economia, 2 settembre scorso) Sara Moraca con Jeffrey Sachs della Columbia University, che invita, appunto, a fare "B Corporation", cioè imprese e attività sostenibili; che abbiano futuro e siano, nell'attorno, benedette, non maledette. Chiaro?


Sostenibilità energetica, circolarità dell'intrapresa: produrla anche, l'energia, e non fare rifiuti, non inquinare. E non solo. Prevedere, anticipare le varie conseguenze indesiderate dell'attività: i Danni propri (che solo propri non sono quasi mai) e a terze parti, interne ed esterne. Gestire i rischi. Meritare fiducia.

Sachs dice: "Abbiamo bisogno di obiettivi condivisi e incentivi chiari per raggiungerli. (...) Si tratta della solita lotta: la tecnologia ci rende più potenti, l'etica è necessaria per usare questo potere per fare del bene".

L'etica, sappiamo, va sostenuta, incentivata, appunto. Sono convinto che basti poco: bastano buone motivazioni e vantaggi fiscali, anche piccoli. È questione di volontà, di decisione politica. Dare voce ai competenti ed essere conseguenti.

Le compagnie di assicurazione, ad esempio, già impegnate dall'Europa a mettere in sicurezza i loro bilanci con "investimenti infrastrutturali prospettici" (Solvency II), sono disponibili e possono - coerentemente - orientarsi alla Prevenzione dei danni nella quotidiana assunzione dei rischi. Cosa di cui c'è gran bisogno. Come?

Con un uso intelligente della tecno-informazione biunivoca da e verso gli assicurati. Peraltro, se non lo fanno, corrono il rischio di lavorare male e quindi di essere chiamate dalle Istituzioni, dalle comunità, da singoli, corresponsabili di danni eclatanti negli enti da loro assicurati.

Voi capite che, a stare nel Consiglio di amministrazione di una compagnia di assicurazione, c'è da non dormire di notte. Un rischio, un'ombra, che ha il suo lato in fiore. Se leggi il rischio alla Bruno de Finetti (il grande matematico applicato, per un po' assicuratore) come probabilità soggettiva relazionale in cui ti coinvolgi attivamente, puoi prendere (assumere) un rischio che pesa 10 e ritrovarlo pesare 7 o 5. E tu ci straguadagni, nel tempo in cui il libero mercato adegua quel rischio al suo effettivo valore di trasferimento. Bottino d'impresa, lo chiama Schumpeter. Bello, vero?

Una politica assicurativa orientata alla Prevenzione merita per le sue polizze un forte vantaggio fiscale (portare la tassa dal 22,25% al 10%). Conviene a tutti.

Questo tipo di scelte Politiche che orientano a lavorare bene liberamente (a scegliere di agire bene), creano un clima di fiducia nel futuro che rende sostenibile il debito. Se no, il nostro debito non è sostenibile.

Un altro esempio? La PA locale. Prendiamo Milano. Ha 134 Comuni, uno monstre, 133 di piccola taglia. Così ogni amministrazione viaggia nella nebbia a costi altissimi e procedure spesso opache. Che fare? Come guardare al futuro? Triplichiamo gli incentivi (che già esistono) a consorziare i servizi di Comuni vicini, a unirsi, a fare rete. Cosa succederà? Potenzieranno i servizi, faranno hub di responsabilità centrali, apprezzati dagli investitori e dai cittadini. Crescerà il ruolo della PA, si faranno economie e crescerà anche la fiducia dei mercati. E il nostro debito apparirà e sarà sostenibile. Appunto. "B Corporation".

Francesco Bizzotto

venerdì 11 settembre 2020

POSSIBILITA’ E RISCHI NELLA FASE 3 DEL COVID

IMMAGINA, ANTICIPA, PROCESSA

Dare spazio al Risk Management "Sorridi, respira, vai piano"

Effetto Covid. Per la "sostenibilità" delle attività serve formare alla Gestione dei rischi in modo nuovo e scrupoloso.

L'Italia è al 18° posto su 144 economie di cui il GAI (Global Attractivenes Index) di Casa Ambrosetti misura l'attrattività economica. Tra gli indici utilizzati, per la prima volta compare la "sostenibilità". Si conferma un cambio di passo che induce a riflettere. Per attrarre investitori i territori devono far crescere la cultura della Gestione dei rischi. Praticarla.

La sostenibilità implica la diffusione di competenze scientifiche mirate, utili alla sistematica valutazione (di base e di processo) delle probabili conseguenze negative, indesiderate, dell'agire. Una prateria sterminata e promettente.

La complessità delle cose richiede un salto di qualità nella Formazione alla Gestione dei rischi: vederli (consapevolezza); considerare i beni e le responsabilità coinvolti; stimare le probabilità di danno oggettive (e soggettive); trattare, mitigare i rischi (prevenzione dei danni e protezione di beni, persone, ambiente); trasferire, assicurare, i rischi insopportabili (i grandi rischi) e tenere in proprio i piccoli rischi (sono formativi e il costo del loro trasferimento è troppo elevato).

I molti, benemeriti, master di Risk Management fioriti un po' dovunque si confrontino e trasformino in corsi approfonditi: motivazioni e metodologie, teoria e pratica, atteggiamenti e comportamenti. Impegno, applicazione, continuità, cultura.

Vanno definiti ancoraggi nuovi per Gestire bene i rischi delle attività, sia d'impresa sia di vita. Nessuno dei due ambiti va trascurato: si influenzano reciprocamente in modo prepotente. Vanno acquisite competenze e compiuti percorsi di consapevolezza. Qui l'Occidente ha un ritardo storico. Ma l'Oriente sta bruciando un certo, prezioso vantaggio abbagliato dalla tecnica, dal benessere solo materiale, dalle apparenze, dalla smania del riconoscimento (la malattia del potere). Il giorno più bello? Quando Oriente e Occidente, su questo terreno, si incontreranno e parleranno.

Il nostro primo passo? Dobbiamo imparare e abituarci a leggere ex ante e insieme le Possibilità e i Rischi delle nostre attività. Renderlo un automatismo. Metterlo nell'inconscio. E poi imparare a procedere con un certo ritmo (sostenibile), una certa armonia: immaginare, anticipare, processare le Possibilità / Richio, come faceva il mitico Ayrton Senna prima di ogni Gran Premio di Formula Uno e durante.

Con locuzione negativa diciamo: non separare le Possibilità dai Rischi (il lato in fiore dalle ombre); trattenerci un po', non aggredire le Opportunità (l'aspetto positivo); non lasciarci prendere dalla frenesia, dalla fretta, dalla corsa; non temere l'aspetto negativo (non avere paura del Rischio).

"Sorridi, respira, vai piano" dice il monaco buddhista Thich Nhat Hanh, eroe non violento della guerra del Vietnam, francese d'adozione.

È un percorso che crea maturità, visioni etiche e produttività. Determinerà un cambiamento nelle catene del valore e di fornitura. Chi parte subito sarà avvantaggiato: segna la pista e ne trae un bottino, alla Schumpeter.

Francesco Bizzotto