MOBILITÀ
& RISCHI. Investire & Gestire
La tragedia ferroviaria di
Pioltello sia occasione per una riflessione a tutto tondo, senza speculare. Non
siamo terzo mondo; la mobilità è parte della libertà e continuerà a crescere,
specie nelle aree urbane. E con essa i Rischi, che sono l’altra faccia dello
stesso foglio: la Possibilità. Dunque, investiamo per la mobilità e smettiamo
di considerare separatamente le due facce del foglio. Solo così diventa
sostenibile.
Non è corretto chiedere
spazio per sviluppi scientifici e tecnologici che promettono vantaggi e
opportunità, senza girare il foglio e valutare le conseguenze negative
implicate. Non dico che non vi debbano essere (principio di precauzione) –
perché “tutto ciò che è in potenza è in potenza gli opposti” (Aristotele)
– ma che vanno gestite, cioè esplicitate, valutate, mitigate (Prevenzione) e
assicurate. La Prevenzione è cuore della Gestione del Rischio (riduce i costi
alla metà). E l’Assicurazione è una relazione di mercato che responsabilizza.
L’Assicuratore ha interesse economico a che non succeda il danno (il sinistro).
Agirà di conseguenza su tutti i soggetti influenti.
Esempio. Nel mercato
assicurativo si racconta che anni fa una potente compagnia petrolifera inglese
volesse perforare il Polo Nord. Chiese ai Lloyd’s di Londra di assicurare
l’operazione, questi rifiutarono la copertura (è un azzardo, non un Rischio,
una probabilità, una misura) e non se ne fece niente. Semplice.
Torniamo alla mobilità
lombarda. Ha implicazioni e significati ampi. È agevole e corrisponde ai due
desideri più grandi del carattere europeo: Libertà e Relazione; la fioritura
individuale e il contatto con l’altro, la comprensione, l’inter-essere
personale. È basilare. Merita priorità di progetti e investimenti, in ottica di
foglio a due facce.
Sicurezza. È il prodotto
della buona Gestione del Rischio / Possibilità. È l’obiettivo. Quale sicurezza?
Lo ha chiarito Zygmunt Bauman a Milano il 29 marzo 2004 distinguendo tra
Certainty, Security e Safety, dove Safety è la sicurezza attiva, raggiunta per
sensibilità, capacità e abilità nel correre i Rischi (come Valentino Rossi in
moto). E la Security? È quella che si fa riducendo i pericoli, limitando le
attività, le occasioni. Altra cosa. La Safety implica un forte coinvolgimento
del fattore umano. Esattamente quello che serve alle imprese per creare il
nuovo e curare (a distanza, in tempo reale) le relazioni commerciali.
Allora, la tragedia di
Pioltello ci deve indurre a un Progetto visionario per la mobilità e a
una Gestione avanzata del relativo foglio (Possibilità & Rischi). La
mobilità in Lombardia (un quadratino di 120 – 150 km.) merita un grande
progetto di rete ferroviaria (quella di trasporto su gomma è già oltre il
lecito) e grandi investimenti: una doppia rete – largamente sotto terra, per
persone e merci – con il conseguente riassetto idrogeologico, necessario a
prevenire i Cigni neri del cambiamento climatico. Un progetto con
ricadute di attività e lavoro come 1.000 Expo. E gli investitori istituzionali
abbondano. Ad esempio, l’Assicuratore è sollecitato dall’Europa (Solvency II) a
fare investimenti infrastrutturali “prospettici” per ridurre il carico di
rischio e dunque il capitale di solvibilità. Deve investire qui per fare gli
interessi dei suoi azionisti. “Rivoluzionario”, lo ha definito Salvatore Rossi,
presidente dell’IVASS. In Lombardia c’è solo un problema: di decisione
politica.
Francesco Bizzotto