I LLOYD'S DI
LONDRA GUARDANO ALLA POLITICA MILANESE
Quali
sono i veri rischi di Milano? Le criticità e le opportunità? Secondo i Lloyd's
di Londra che hanno commissionato all'Università di Cambridge “Il City Risk
Index”, in Italia sono a rischio 44 miliardi di dollari di PIL. L'analisi
evidenzia l'impatto economico dei problemi che minacciano le città. Obiettivo
della mappatura dei Lloyd's? Sviluppare un maggior confronto tra assicuratori,
governi nazionali e locali, aziende per limitare le incognite del futuro e
proteggere le infrastrutture. Il lavoro indica che i pericoli legati alle
attività dell'uomo, quali attacchi informatici, terrorismo e fluttuazioni del
prezzo del petrolio, costituiscono le minacce più significative rispetto alle
tradizionali catastrofi naturali come inondazioni e terremoto.
La
paura più importante per il PIL mondiale è il crollo dei mercati finanziari,
basti pensare a: crisi greca, rallentamento dell’economia cinese, Volkswagen.
Infatti tale criticità rappresenta un quarto dei potenziali danni descritti
nello studio. Nel caso Italia il 70% delle perdite deriva da “rischi legati
direttamente alle attività dell'uomo, quali il crollo dei mercati, shock petroliferi
e cyber attack”.
Il
report rileva che Milano insieme a Torino, Roma e Napoli, potrebbero produrre
nel corso del prossimo decennio un PIL pari a 499 miliardi di dollari e il 9%
sarebbe a rischio a causa dell'insieme delle minacce naturali derivanti
dall'attività umana. Secondo il City Risk “la crisi dei mercati
costituisce l’esposizione economica più significativa ponendo a rischio 12,02
miliardi di dollari di PIL, seguita dalla crisi del prezzo del greggio 9,68
miliardi di dollari, attività di hacker 6,49 miliardi, pandemia umana
3,87, e inondazioni 3,36.
A
Milano, principale centro finanzia-rio italiano, i tre rischi legati al settore
finanziario, crollo dei mercati, cri-si petrolifera e attacchi informatici,
rappresentano circa tre quarti del PIL in pericolo. La quota del PIL to-tale critico
a Milano, a causa di minacce legate all’uomo, è la quarta più alta a livello
mondiale e riflette una tendenza comune a molte metropoli sviluppate. Ebbene,
di questi potenziali rischi e di opportunità per evitarli, ben difficilmente si
parlerà nella prossima campagna elettorale, perché semplicemente non sposta-no
un voto.
Forse
di quelli evidenziati, quelli che in una piccola quota potrebbero a-vere uno
spazio sono le inondazioni in una parte di una zona di Milano, la 9, dove
esiste il problema del Seveso, ma le scelte fatte e il buon la-voro del
Consiglio di Zona e, non ultimo il sottovalutato lavoro di ana-lisi e proposte
fatte dal Network Assicuratori PD, dovrebbero tampona-re eventuali attacchi.
Una
pandemia o una crisi igienico sanitaria potrebbero incidere solo se speculatori
politici professionisti, magari padani, cercassero un unto-re al quale
addossare responsabilità, ma obiettivamente, a parte del possibile inquinamento
a seguito dello smaltimento di rifiuti pericolosi in corsi d’acqua, non sembra
un problema a breve termine.
Visto
che l’obiettivo di tale ricerca è fare in modo che parte di questi rischi siano
trasferiti nel settore assi-curativo, non sarebbe male che la politica facesse
in modo che tali premi fossero intermediati sulla piazza di Milano. In questa
città, tra chi produce occupazione in via di-retta e indiretta c’è anche
l’inter-mediazione assicurativa, anche se al mondo politico milanese in maniera
bipartisan, non interessa molto, probabilmente perché gli addetti a
questo settore non esprimono un voto ben organizzato, a differenza di commercianti,
taxisti, ecc.
La
campagna elettorale si giocherà, forse, sul bilancio di Expo, ma molto più
probabilmente su buche nelle strade, immigrazione e sicurezza reale o
percepita, in particolare in certe zone. Un terreno sul quale il centrosinistra
sarà sempre in difficoltà, come afferma Renzi “salviamo la vita ai migranti
anche se costa voti”. Ogni formazione politica ha dei principi non negoziabili.
Il
traffico, è un problema che i milanesi ancora subiscono e sentono ancora come
di non semplice soluzione, a parte chi vive in centro. La chiusura del centro e
la presenza di spazi commerciali aperti sempre e raggiungibili solo in auto ha
trasferito il problema, compreso quello del-la qualità dell’aria nelle zone
esterne.
I candidati alle primarie del PD hanno cominciato il loro giro
partendo dalle periferie, sapendo che molto probabilmente lì si giocherà un bel
pezzo delle sfida. Potrebbero anche cominciare a pensare come indirizzare e
dove redistribuire una parte del PIL che si produrrà secondo le stime dei
Lloyd's, possibilmente non tutto nell’Area C.
Massimo
Cingolani
da Arcipelago
Milano.org 29.x.2015
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