mercoledì 20 febbraio 2013

intervista a UMBERTO AMBROSOLI

il nostro candidato alla presidenza della Lombardia

sul ruolo del servizio assicurativo per la società e per le imprese lombarde.

D. Lei ha chiesto il voto ai Lombardi per un Governo che sia trasparente e all'altezza della Regione. Come vede la Lombardia?
Ambrosoli: Cento belle città che possono meglio fare rete. Animano una società e un'economia con tre tratti distintivi: un grande senso civico, una forte realtà d'imprese industriali, affiancate da un tessuto di imprese e professionisti di servizi, che l'Ocse indica come il più qualificato in Europa.
D. Come si governa – in questa crisi – una società così complessa e articolata?
Ambrosoli: Con un sistema di regole certe, condivise e trasparenti, e poi con una pratica politica fondata meno su programmi predefiniti, e più sul reciproco comprendersi e sulla valorizzazione dell'agire responsabile. Non è più tempo che cittadini e imprese vadano per proprio conto e le pubbliche istituzioni per il loro. La separazione rende deboli le imprese, qui e nel mondo, alimenta un'esclusione sociale ingiusta, che possiamo evitare, e lascia al degrado che sappiamo le istituzioni.
D. Cosa può fare l'Assicuratore per meglio incontrare questa realtà, contribuire al suo sviluppo armonico e cogliere egli stesso occasioni di sviluppo?
Ambrosoli: Molte cose. Prendo spunti dalla vostra iniziativa di Network. L'Assicurazione è uno strumento di solidarietà responsabile: impersonale, scelta su misura e pagata. Ciò che serve, per una società che coltiva forti ambiti di libertà e insieme di relazionalità. In particolare, penso a imprese e professionisti che innovano e allargano il loro giro d'affari, fanno rete e si misurano nel mondo. Se accompagnati nelle loro relazioni da Servizi e Assistenza di alto livello, diventano imbattibili. Conoscere e gestire i rischi ai quali vanno incontro è decisivo: in Italia come all'estero.
D. C'è un tema su cui l'Europa indica necessaria la collaborazione tra pubbliche Istituzioni e Assicuratori: le ricorrenti Catastrofi naturali, che spesso sono man made. La Lombardia aprirà un tavolo di confronto pubblico – privato, per cercare soluzioni innovative?
Ambrosoli: La nuova Lombardia sarà aperta al confronto e al dialogo. Credo peraltro che quello tra pubblico e privato, in diversi ambiti, possa riservare sorprese positive. Ogni parte deve rendere evidente il proprio valore aggiunto. Qual è quello dell'Assicuratore? Voi riportate l'autorevole parere della Commissaria europea Kristalina Georgieva. Dice che l'Assicuratore può “scoraggiare comportamenti avventati e promuovere la consapevolezza dei rischi”. È un'ottima cosa. Parliamone.

 
a cura del Network Lombardo Assicuratori Democratici

venerdì 8 febbraio 2013

PIANO INDUSTRIALE UNIPOL FONSAI

Riprendere il confronto con tutte le componenti aziendali
Costruire relazioni industriali da terzo milennio
per governare la ristrutturazione 

Per l’impatto sociale ed economico il piano industriale della fusione Unipol - FonSai rappresenta senza dubbio la più impegnativa operazione del settore nei prossimi anni. I numeri  lo evidenziano, il secondo gruppo assicurativo nazionale, il decimo in Europa: 14 milioni di clienti, 15 miliardi di raccolta premi, 11.000 dipendenti, 5.000 agenzie.
Non si può  dimenticare che questa contrastata operazione si è resa necessaria per salvare dal baratro un gruppo oggetto di spoliazione da parte della precedente proprietà che ha causato danni di importo ingentissimo,dell’ordine di centinaia di milioni”, come ha evidenziato la richiesta di azione contro i precedenti amministratori inviata a FonSai dal commissario ad acta proprio in questi giorni. Chiediamo che l’assemblea degli azionisti prevista per metà marzo agisca di conseguenza. Non è più tollerabile che chi ha causato il dissesto delle aziende possa impunemente godere rendite derivanti da stratosferiche liquidazioni elargite senza soluzione di continuità fino a pochi mesi orsono (e ancora in atto). Anche l'indagine in corso della magistratura chiama in causa pesantemente molti altri soggetti oltre la ex ISVAP e la CONSOB e dice dell’inderogabile necessità di razionalizzare e rendere più trasparenti le attività delle autorità di controllo.  Né infine si può tralasciare il conflitto di interesse delle banche creditrici che per non perdere i loro soldi hanno ampliato il perimetro della fusione rendendola assai più complessa.
Come affermato pubblicamente  anche dal management del nuovo gruppo è necessario che la ristrutturazione avvenga in un quadro di concertazione fra tutte le componenti aziendali; la fusione dovrà portare a una  razionalizzazione organizzativa per rilanciare la finalità propria dell’azienda: essere parte decisiva del mercato, estendere le coperture dei rischi a salvaguardia e sostegno della ripresa economica, innovando prodotti e servizi per famiglie e imprese.

Aggiungiamo che se si è perso più di un anno a far quadrare gli interessi di Mediobanca con i capricci di una famiglia di redditieri si ha il dovere morale di non dedicare minor tempo e energie per attenuare le ricadute sociali del piano di ristrutturazione,  che riguarda migliaia di famiglie di lavoratori dipendenti e di agenti.

La maggioranza azionaria del nuovo gruppo è in mano al mondo della cooperazione, i valori della tradizione sono richiamati dal management e dai sindacati aziendali; siamo certi che questa comune sensibilità  dovrà incidere sulla qualità delle relazioni industriali con l’obiettivo di un maggior coinvolgimento di tutte le componenti aziendali, capace di gettare il seme per relazioni da terzo millennio, di riaprire il confronto, qui ed ora, sul tema della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori.
Riparta subito il confronto e si discuta a tutto campo con i tempi necessari a raggiungere la condivisione del piano fra tutte le componenti aziendali, unica garanzia per dare solidità alle scelte sul futuro.

Network Lombardo Assicuratori Democratici