giovedì 28 novembre 2024

SANITÀ

 NON È UN PROBLEMA DI SOLDI 

 Non parliamoci addosso separatamente!

Serve un DIALOGO sistematico tra competenze e interessi, che accetti una certa dose di CONFLITTO e di RISCHIO. 

Ciascuno esponga le proprie ragioni e si lasci misurare dal consenso, dalla soddisfazione e dall'apprezzamento dell'utenza. Si chiama concorrere: correre insieme, liberamente, per un obiettivo condiviso (la Salute dei cittadini). 

La Costituzione non stabilisce come diritto la cura (ex post) della malattia, bensì la "tutela" (ex ante) della salute. Per questo “la Prevenzione deve diventare il nostro principale obiettivo” (Silvio Garattini). 

    [Art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.] 

La Salute, oggi, si tutela con la Prevenzione di malattie, infortuni, epidemie. Perché questi Rischi (come tutti, dall'ambiente al digitale) offrono spazi di rimedio (di cura ex post) sempre più limitati. Ascoltare Ilaria Capua.

L'imperativo: la nostra chance scientifica è Anticiparli, Prevenirli (fare anche cura ex ante). 

 N.B. Due dati:

– Il 70% degli accessi ai Pronto soccorso milanesi è di Codici Bianchi e Verdi. Possono essere gestiti in prossimità, sul territorio ("Case di Comunità"), con un approccio comunitario, rispettoso e gentile, a costi molto contenuti.

Case di Comunità per informare, prevenire, accogliere, farsi carico, curare, soddisfare.

– Policlinico di Milano, anni '90. Una dottoressa 50enne dice – a noi 40enni Assicuratori impegnati per la Prevenzione dei danni, dei "sinistri" –: "Per ridurre del 50% le malattie in età avanzata, bastano tre visite in età scolare a occhi, orecchi e articolazioni".

Francesco Bizzotto 

 

domenica 10 novembre 2024

UN LEADER EUROPEO

UN GRUPPO DI PAESI

... forte di una visione e che decida, rischi.

Un esempio? Mattarella in Cina

Molinari (direttore di Repubblica) ha detto che l'elezione di Trump sancisce la stagione dei leader: da Trump a Xi a Modi a Putin, a Erdogan. l'Europa ci pensi; si dia un leader forte, in condizione di decidere. 

Sì. Un leader che serva la Democrazia, la renda sostanziale: faccia splendere gli apparati, le Istituzioni, e asciughi le burocrazie; chiami tutti (Partiti, Sindacati, Associazioni, piccoli Gruppi) a fare proposte che abbiano il piede, siano fondate, scientifiche, abbiano consenso; affermi vergognoso lo sport più diffuso (umiliare i deboli e, da noi, usare scuole, strade e ospedali a scrocco). 

Un leader forte e democratico che abbia visione e possa rischiare. La Politica senza visione e decisione (cioè, senza Rischio misurato), chiama violenza e vendetta. 

In altre parole: far uscire l'Europa, l'ONU, la Politica da chiacchiere, tattiche e veti. Dall'immobilismo. Dare loro il ruolo atteso. 

Ma, se guarda indietro, il leader è una trappola. Guardiamo avanti e poniamoci una domanda: siamo sicuri che il leader futuro (che immagina il futuro, decide e rischia apertamente il consenso) sarà una singola persona? No. Sarà un Gruppo, una Rete, una squadra. Certo, con un leader, un trainer.

Perché il potere, la decisione, il Rischio sono sia individuali sia collettivi (sociali). Non sono dati diversamente, separatamente (Simmel). 

Insomma, l'idea del leader singolare è figlia di quella patriarcale, piramidale, del comando che semplifica, chiama a obbedire (ha visioni povere), taglia la complessità e non rischia ma azzarda, sta sempre più su pericoli smisurati.

Da secoli le sbaglia tutte. Con troppe guerre, violenze, reazioni, vendette. Il potere individuale è cieco. Così, i sistemi autoritari sono i più esposti a pericoli e azzardi. Faticano a vedere il Rischio, a trovare la misura. 

L'Europa si dia un Gruppo di Paesi leader che ne affermino e rischino i valori, il futuro. L'agenda di Mario Draghi è un bel riferimento. 

Se uno su due non vota più e chi lo fa tende a votare contro (sia quel che sia: un magnate o un distruttore), una ragione c'è. 

Non lasciamoci prendere dalle vecchie semplificazioni; portano alla violenza, alla guerra (l'azzardo estremo) e a un'infinita, barbara, distruttiva catena di vendette. 

Con il presidente Mattarella cerchiamo la ragione, voliamo alto. In Cina Mattarella ha rischiato con parole di amicizia, chiarezza, coraggio; di esempio. Ha detto: costruiamo un ordine basato sul dialogo, l'ascolto, il reciproco riconoscimento e la mediazione (dell'ONU).

Francesco Bizzotto