lunedì 20 giugno 2016

ASSICURAZIONE E' CULTURA


Christo, il lago e i rischi.
Il 18 giugno sul lago di Iseo si è inaugurata un’opera d’arte, una installazione temporanea di un artista americano (anzi lui e la moglie Jeanne-Claude) divenuto celebre per una serie di interventi simili fin dalla fine degli anni ’60.
L’installazione sarà una passerella di 3 km sull’acqua che collega Sulzano con Monte Isola e l’isola di San Paolo percorsa da migliaia di persone.
La passerella può accogliere fino a 17.000 persone contemporaneamente.
Il costo dell’opera si aggira sui 15 milioni di euro e il costo sarà interamente coperto dall’artista che conta di recuperare le spese con la vendita dei disegni e delle opere. I visitatori non pagheranno alcun biglietto.
Questo modello di business è già stato ampiamente testato e pertanto non è un rischio per l’artista. Tutto il resto si.
Dal punto di vista assicurativo quindi la business interruption dell’evento è estremamente ridotta, anzi, paradossalmente, con condizioni climatiche avverse l’accesso al pubblico sarà chiuso e pertanto i rischi potrebbero addirittura essere minori.
Se si vanno a leggere le precauzioni e i sistemi di sicurezza adottati, si capisce che dietro esiste una perfetta macchina della gestione del rischio.
E questo non stupisce visto che la cultura assicurativa del paese di provenienza dell’artista.
Sulla passerella si cammina sono in centro: a 4 metri dal bordo.
La passerella è accessibile 24h con illuminazione notturna.
Ci saranno barche di appoggio ogni 15/20 metri.
120 guardiani che si alterneranno su tre turni.
Non si potrà accedere con biciclette, skateboard, pattini o simili.
Area navigabile interdetta nelle vicinanze (e i guardiani H24 avranno il loro da fare).
Gli aspetti assicurativi non sono pubblici ma scommetto che la copertura del rischio sarà di
una compagnia straniera (sarei felice di essere smentito).
Qui, quello che stupisce, è il perfetto connubio tra l’emozione che l’opera deve generare nel visitatore, la gestione della sicurezza, la gestione finanziaria e, vorrei aggiungere, gli aspetti assicurativi.
Visto l’attenzione e il rigore dichiarati, mi aspetterei una copertura dei danni all’opera, ai visitatori e ai beni paesaggistici a costi assolutamente sostenibili.
Dietro ad una opera così “eccezionale” (non inteso come giudizio personale ma come rarità) credo che in Italia non si sia mai potuto realizzare proprio per la scarsa cultura assicurativa.
Assicurare in Italia vuol dire pagare una polizza. All’estero assicurare vuol dire gestire i rischi.
Gli assicuratori entrano a far parte del gruppo di progetto che realizza l’opera, offrono suggerimenti e indicazioni anche in forma creativa (chi dice che gli assicuratori non possono essere creativi?).
Questo deve fare il vero assicuratore.
Il vero assicuratore non vende polizze auto: quello lo fa il sito web basandosi su tariffe create da un sistema informatico che si basa su dati storici.
Il vero assicuratore applica metodo, esperienza, informazioni e tantissimo “buon senso” assumendosi il rischio.
Il rischio nel vendere polizze auto non esiste (esiste il rischio finanziario di non generare abbastanza utile).
Il rischio nell’assicurare l’opera di Christo è ben presente ma con un approccio di risk management lo si può gestire.
Nell’immaginario collettivo l’assicuratore in Italia non esiste, anche se esistono esperti professionisti che svolgono questo affascinante mestiere, e la cultura assicurativa continua però a risentirne.
Un vero assicuratore consiglia come ridurre il costo della polizza, e il cliente evoluto accetta i consigli anche a costo di assumere guardiani, aggiungere barche, limitare il passaggio, evitare le ruote sui teli, il tutto però nel rispetto di un modello di business che deve stare in piedi: l’artista riuscirà a rientrare nei costi? ….magari si è assicurato.
Nicola CATTABENI Presidente UGARI