DUE PASSI
AVANTI E UNO INDIETRO?
Il defatigante iter di approvazione alla Camera del disegno di
legge “Concorrenza” testimonia ancora una volta le difficoltà che incontra il
governo in campo economico sociale, quando cerca di assumere come riferimento
l’interesse generale, in questo caso quello del cittadino assicurato.
Le
indiscrezioni di stampa ci fanno capire che, oltre alle lobby degli
assicuratori, anche quelle di autoriparatori, avvocati, medici e società di
gestione dei sinistri dispongono in Parlamento di poderose sponde, capaci di
stravolgere a loro esclusivo vantaggio ogni provvedimento in materia di Rca. A
partire dal diluvio di leggi e decreti attuativi che ormai da anni inondano il
settore, con assai modesti risultati per i costi del servizio per il cittadino
assicurato. Ci son voluti oltre tre anni solo per la rilevazione attraverso
tutor e valichi telesorvegliati dellle targhe da abbinare alla banca dati delle
assicurazioni e quando partirà, forse a ottobre, rischia di non produrre
effetti perché non normata nel
codice stradale.
Il nostro
giudizio positivo sul dl del governo l’avevamo già detto lo scorso marzo (vedi
comunicato sul Blog). Ora, sulla base delle indiscrezioni di stampa pare che
tutti quei provvedimenti siano confermati con una sostanziale eliminazione delle opzioni per gli
assicurati di scegliere il tipo di servizio desiderato.
Se
l’obiettivo è quello di ridurre i costi delle polizze, sembra che si sia
pensato a tante cose perdendo di vista il vero obiettivo.
Il ruolo
del Governo dovrebbe essere orientato a due
sostanziali strategie:
1.
La riduzione dei costi
dei sinistri per portarli a livello
europeo (se si vuole la tariffa europea)
2.
Stimolare
la concorrenza tra le Compagnie assicurative.
L’altra
strada è legata alle microlesioni:
tabelle predefinite allineate ai livelli europei. Liquidazioni rapide e tribunali sollevati da numerose e costose
cause. Questo approccio può poi essere esteso alle macrolesioni, quantomeno per uno standard di partenza a cui
attenersi nelle valutazioni.
Tutto il
resto (sconti stabiliti per legge, carrozzerie, banca dati antifrode, etc)
incidono molto meno o addirittura nulla.
Per il secondo punto ci chiediamo dove sia finito il testo base della polizza obbligatoria. È curioso che la legge definisca “obbligatorio” avere una polizza senza specificarne il contenuto: forse è arrivato il momento di definire “cosa” sia obbligatorio. Solo in questo modo il consumatore può scegliere attraverso lo strumento “Preventivatore IVASS” che fino ad ora confronta il prezzo delle pere con quello delle banane.
E su
questa polizza il Governo potrebbe introdurre una fiscalità di “vantaggio”: il
testo obbligatorio potrebbe essere gravato di una imposta inferiore.
Per tutto
il resto il Governo dovrebbe capire che
esiste un mercato che, è vero, in questo momento non è particolarmente
incline alla concorrenza ma che, con quanto detto sopra, è pronto a offrire servizi al consumatore.
Le
Compagnie infatti stanno sempre più orientandosi a diventare “solutori” di
problemi e non “erogatori” di denaro.
Ma è
questo che chiede il consumatore evoluto.
Alcuni
consumatori preferiscono una scatola nera compresa nel prezzo, altri
preferiscono acquistarla a parte, altri ancora utilizzeranno una App integrata
nel telefono. La cosa importante è che l’utilizzo della tecnologia sia utile a
scovare i furbetti.
Il prezzo e il modello di business vincente
lo definisce il mercato se il consumatore viene messo nelle condizioni di poter
confrontare e scegliere.
Anche nel
caso della carrozzeria: il consumatore (onesto) vuole l’auto riparata
velocemente e a regola d’arte, sarà il mercato a definire se il modello
vincente è quello delle carrozzerie convenzionate o quello delle carrozzerie
libere.
Desta
comunque meraviglia che ancora si pretenda di imporre a tutte le imprese una
percentuale obbligatoria di sconti stabilite per decreto. Ma non avevamo detto
basta alle tariffe di Stato, quando le abbiamo liberalizzate il secolo scorso?
Per fortuna siamo in Europa e sicuramente qualche rilievo non mancherà di
arrivare.
In ogni
caso forse qualche voto di fiducia in più verrebbe vissuto da qualche
parlamentare come lesivo del suo ruolo, ma rafforzerebbe di molto la difesa
della democrazia, che è sempre più minacciata dall’inconcludenza di un sistema
che, come Penelope, disfa di notte quello che tesse di giorno.