Fare solidarietà dopo le catastrofi è giusto. Deve cambiare il modo di farla.
Un nuovo sistema di Solidarietà Responsabile.
Purtroppo ancora una volta il Paese assiste alla tragica contabilità di morti, feriti e sfollati;
danni materiali ingenti al patrimonio e alle attività produttive a causa di un evento sismico imprevisto.
La solidarietà di tipo fiscale, mutualistica, è sempre scattata a rimediare alla fatalità delle perdite da terremoto, eruzione vulcanica, uragano, inondazione. E giustamente scatterà anche ora.
Ma possiamo ancora dar colpa alla natura e al caso? Gian Antonio Stella ha scritto sul Corriere della sera del 21.5.12: “I rischi sismici sono noti (e ignorati).” Secondo i geologi dell’INGV non esiste nessuna zona in Italia che si possa dire assolutamente esente da terremoti, tranne forse la Sardegna.
Per il futuro possiamo pensare di passare dalla solidarietà semplice, che ripartisce risorse statali, una solidarietà attiva, responsabile, partecipata, su misura del rischio corso?
Nella discussione per la conversione del decreto legge n. 59 del 15 maggio scorso inerente la riforma della Protezione Civile, è possibile introdurre un nuovo modello di gestione delle catastrofi, mutuando esperienze europee positive, che veda l’integrazione pubblico / privato.
La solidarietà attiva e responsabile:le assicurazioni private, un soggetto di mercato interessato alle buone regole e alla prevenzione, possono affiancare la Pubblica amministrazione
La priorità della messa in sicurezza dell'ambiente chiama ad avviare progetti e istituzioni nuovi, capaci di gestire pericoli (le catastrofi naturali) oggi in una certa misura fuori controllo, con l'obiettivo di ridurli a rischi misurati e quindi trasferibili, assicurabili, e così invertire una prospettiva di crescita incontrollata dei danni e dei costi di gestione.
Un quadro di indirizzo nazionale per l'iniziativa delle Regioni. Ricevono dal Governo la responsabilità di gestire la Protezione civile con fondi che vengono reperiti con altre accise sulla benzina. Non ci pare pensabile che le Regioni in futuro facciano fronte alle catastrofi naturali ricorrendo a nuove tasse.
Le realtà istituzionali e politiche regionali e il sistema assicurativo (imprese-intermediari.-periti-utenti) si confrontino – secondo le chiare indicazioni della Commissione europea, sull'esempio di altri Paesi e tenendo conto ciascuno delle risorse ed esigenze dell'altro – per giungere a definire una nuova modalità di gestione positiva del rischio di catastrofi naturali.
Una gestione su tre direttrici:
- responsabilizzazione dei cittadini, chiamati ad assicurarsi a misura del rischio corso;
- creazione di un fondo gestito in ambito regionale per la prevenzione dei danni e protezione dei beni alimentato dalle imposte sulle assicurazioni catastrofi naturali;
- gestione efficiente dei danni, attraverso modelli di valutazione e indennizzo costruiti con il sistema assicurativo.
Network Assicuratori Democratici Lombardia