mercoledì 5 febbraio 2014

stralciato dal decreto «Destinazione Italia» l’articolo 8


Quando manca la politica

IL PASTICCIO AMPIAMENTE ANNUNCIATO SULLA RCA.


Come purtroppo avevamo facilmente previsto tanto andò la gatta al lardo che ci lasciò la zampetta: sarà stralciato dal decreto «Destinazione Italia» l’articolo 8.  Per mano di uno scaltro sottosegretario e sotto l’abile regia di un astutissimo ministro, il Mise dopo aver convocato spettacolari  “tavoli di confronto fra le parti” e aver proclamato con roboanti dichiarazioni l’imminente soluzione al problema del caro RCA che attanaglia le famiglie italiane, prende atto di non essere in grado di fare sintesi. Cioè dichiara di non possedere ciò che primariamente si richiede a chi governa: la capacità tutta politica di fare sintesi degli interessi in campo.

Come avevamo suggerito occorreva assumere un punto di vista generale di maggior bene comune possibile, che a nostro avviso stava già tutto nell’impianto delle norme introdotte dal precedente governo cui non hanno fatto seguito gran parte dei necessari adempimenti attuativi, scatola nera, norme antitruffa, preventivatore Ivass su testo standard, tabella per le macro invalidità (nel merito rimandiamo ai nostri numerosi interventi dei mesi scorsi).

Cari parlamentari e cari governanti smettetela di essere ricettacolo passivo di ogni pretesa particolaristica (assicurazioni, avvocati, carrozzieri, medici, sindacati e associazioni varie) e fate ciò per cui vi abbiamo eletto: ascoltare tutti certo, ma per trovare la sintesi nell’interesse comune.

Signor ministro ci sorprenda almeno una volta oppure faccia la scelta più saggia, lasci il posto a chi sa e vuole far politica.

Milano, 5 febbraio 2014  
Maurizio Caprino su il Sole 24ore 6 febbraio 2014 - 8:55

Il pacchetto Rc auto era del Pd. E anche il Pd lo ha affondato alla Camera. Che ne dice Renzi?
Non si può certo dire che il Partito Democratico non sia democratico. Sul pacchetto Rc auto del decreto Destinazione Italia ci ha messo la faccia, col ministro Flavio Zanonato e addirittura col premier Enrico Letta, che lo hanno fortemente voluto così com'è entrato in vigore, sottraendolo al sottosegretario di centrodestra, Simona Vicari. Poi i deputati Pd si sono esercitati nel tiro al piccione, con tanti emendamenti, soprattutto contro le novità più sgradite ai carrozzieri, anche in omaggio al fatto che il partito ha un'organizzazione di categoria degli artigiani molto vicina, la Cna. Ora che il tiro al piccione ha affossato il pacchetto Rc auto (sul Sole 24 Ore di oggi, a pagina 8, trovate anche un commento generale che ho scritto in seguito alla notizia), alzano la voce anche quelli del Network assicuratori Pd, che gridano al pasticcio e accusano soprattutto Zanonato.
Non basta. Sullo sfondo, resta l'accusa ricorrente tra gli addetti ai lavori e i parlamentari delle altre forze politiche: il Pd sarebbe troppo vicino agli interessi dei poteri forti, perché troppo vicino alla Unipol. Una compagnia che non solo è diventata un potere fortissimo (ha incorporato la Fonsai dei chiacchieratissimi e inquisitissimi Ligresti, a loro volta vicini al ministro in carica Anna Maria Cancellieri), ma si è anche distinta nello spingere verso il risarcimento in forma specifica (cioè la riparazione presso carrozzerie convenzionate con la compagnia stessa), poi ampiamente favorito dal pacchetto ora affondato.
Non ha certo contribuito a spegnere le voci il fatto che lo scorso settembre un deputato molto vicino al neo-segretario Matteo Renzi, Yoram Gutgeld, abbia cercato di dare una poderosa accelerata al taglio dei risarcimenti per il danno biologico grave (le famigerate lesioni macropermanenti). Lo stesso Gutgeld, da relatore del provvedimento, ha tirato fuori il tema - sia pure di striscio - in uno degli emendamenti al pacchetto in sede di conversione il legge del Dl Destinazione Italia.
Hanno ragione quelli del Network assicuratori Pd: il partito è stato incapace di fare sintesi tra i vari interessi contrapposti. Considerata l'importanza della materia (i grandi commentatori politici non riescono ad accorgersene, ma se il pacchetto Rc auto è stato stralciato per non compromettere la conversione in legge dell'intero Dl Destinazione Italia qualcosa vorrà pur dire, anche perché di rc auto campano in moltissimi, in Italia), sarebbe bene che la cosa venisse presa in mano direttamente dal segretario, il decisionista Matteo Renzi. Magari in un attimo di pausa tra la sua corsa a Palazzo Chigi, la riforma della legge elettorale e qualche inaugurazione nella sua Firenze, dove continua a fare il sindaco.