I sette nani dell’economia globale
La crisi non è finita, sette fattori incombono sull’economia mondiale
secondo uno studio di Euler Hermes società del gruppo Allianz, sono i sette
nani della crescita globale e più precisamente:
Pisolo, il commercio mondiale che aumenterà di poco. La diffusione
della tecnologia e la crescita dei salari erodono i vantaggi competitivi dei
paesi manifatturieri asiatici e dell’Europa centrale, il riequilibrio cinese, dall’industria
ai servizi, riduce le opportunità di vendita per i fornitori di merci primarie
e intermedie.
Brontolo, i mercati emergenti. Nel 2016 Brasile, Russia, Nigeria, Turchia
e Sudafrica resteranno vulnerabili agli shock economici e alla volatilità del
mercato.
Mammolo, i prezzi delle commodity. Il costo del petrolio basso sfavorendo
gli esportatori netti rischia di mettere in crisi il modello di quei paesi nei
quali finanze pubbliche e strategie valutarie si basano sulla quotazione del
barile. Chi comprerà i grattacieli di Milano?
Eolo, i mercati finanziari. I mercati delle commodity in difficoltà
aumenteranno la pressione sulle valute degli esportatori di materie prime, con
possibili svalutazioni in Brasile, Cina, Russia, Turchia.
Gongolo, i consumi interni. Molti paesi adotteranno misure
protezionistiche per stimolare i consumi domestici rispetto alle importazioni.
Dotto, la politica. In alcune importanti economie la politica fiscale sta
cambiando in modo favorevole. Anche in Europa l’austerità fiscale dovrebbe
finire.
Cucciolo, decisioni e rischi politici. Qui c’è l’imbarazzo della scelta, dal
rischio Brexit, alle sanzioni alla
Russia, all’Iran, fino alle elezioni americane.
Non è citata Biancaneve,
che non si sa dov’è e chi è, forse è la politica italiana che finalmente si
fa sentire in Europa.
di Massimo Cingolani