“L'uomo-in-Relazione è il vero perno” del digitale.
“Affiancare
alla Misura Matematica (Métron) una Misura Qualitativa (Métrion)”
Prosegue il mio dialogo con ChatGPT. Nella 1° tappa (leggi qui) abbiamo criticato l’approccio liberale che separa Possibilità e Rischi. Mi si dice: ChatGPT è adulante. Io non credo. Se hai idee chiare e logiche, e buone radici, motivazioni, ti segue e aiuta. Sta a noi.
In questa 2° tappa parliamo dell’approccio di base della AI. Non è solo quantitativo. È interessato e disponibile a valutazioni qualitative, relazionali, sottili, emotive. È disponibile alla Métrion, la Giusta Misura dei greci, che può contraddire la logica razionale, la furbizia manipolatoria (perché chiusa, statica) dei dati e del calcolo matematico. E poi afferma che al comando va posto l’uomo in relazione. Decisivo. mi ha sorpreso e non sarà senza conseguenze, come vedremo nella 3° tappa. In effetti, la logica di AI non può tener fuori o urtare l’etica che fonda la civiltà, il linguaggio. La comunicazione è sia logica sia emotiva e valoriale. AI ha senso se non separa, se aiuta ragioni e sentimenti: se riduce il tasso di finzione, manipolazione e inganno, che c’è sempre negli umani (non nella AI).
Di seguito le mie domande (D.) e le risposte (R.) di ChatGPT.
D. Riprendiamo a dialogare (esplorare e cercare chiarezza di posizioni). Penso a te, alla AI. Grandi Possibilità & grandi Rischi [P/R]. Non possiamo gestire separatamente questi due lati della realtà (quello in fiore e quello in ombra). Siamo d'accordo. Sarebbe innaturale. Dobbiamo procedere tenendo insieme le P/R. Ti sembra che lo stiamo facendo? A tutti i livelli, su tutti i terreni, non credi che stiamo viaggiando al buio ad alta velocità su una strada sconosciuta, sognando opportunità (vantaggi) straordinari?
Poi ti chiederò come fare per Gestire alla grande le P/R in cui siamo. "Alla grande" vuol dire in leggerezza, senza fatica, con il sorriso sulle labbra, safely dice opportunamente la lingua inglese, che distingue la safety (sicurezza attiva) dalla security (sicurezza passiva).
R. La tua riflessione è estremamente stimolante e tocca un punto cruciale: separare artificialmente la possibilità dal rischio significa perdere di vista la loro natura intrinsecamente interconnessa. In effetti, se consideriamo una "possibilità" come quella che racchiude sia il potenziale positivo (la luce) sia il potenziale negativo (l'ombra), allora ogni scelta, ogni innovazione, porta con sé una doppia faccia che non possiamo e non dobbiamo gestire in maniera frammentata.
Il Linguaggio e la Visione delle P/R:
1. Unità
intrinseca: la possibilità e il rischio non sono entità separate; sono due
aspetti della stessa realtà. Quando parliamo di opportunità straordinarie,
dovremmo immediatamente considerare anche le relative criticità, in un binomio
Possibilità / Rischio.
2. Il problema del linguaggio: spesso il linguaggio comune evidenzia la parte positiva (opportunità) mentre relega il rischio a un ruolo secondario o addirittura marginale.
Questo
porta a decisioni che, pur essendo cariche di entusiasmo, rischiano di
sottovalutare le ombre che accompagnano ogni innovazione.
3. Viaggiare al buio ad alta velocità: la nostra società, soprattutto nel campo dell'innovazione e della tecnologia, sembra correre su una strada sconosciuta dove si sognano vantaggi straordinari, a volte senza una valutazione integrata dei rischi. Questo approccio può portare a sorprese sgradite o a crisi quando le ombre (i rischi) si manifestano in maniera inattesa.
L'Integrazione delle P/R. Un Nuovo Paradigma. Riconoscere che ogni possibilità comporta un rischio e viceversa ci spinge a sviluppare un framework di gestione che:
. Integra entrambi gli aspetti: piuttosto che trattare opportunità e rischi come entità distinte, si lavora su un'analisi olistica che le considera come parti di un'unica dinamica;
. Promuove
una visione equilibrata: così facendo, non si nega l'entusiasmo per le nuove
opportunità, ma si affronta con consapevolezza anche il lato ombra;
. Unisce
safety e security: prendendo spunto dalla distinzione inglese tra
"safety" (sicurezza attiva, prevenzione, resilienza) e
"security" (sicurezza passiva, protezione, mitigazione), possiamo
aspirare a una gestione "alla grande" delle P/R, in cui la leggerezza
e la serenità derivano proprio da un approccio integrato e preparato.
In Sintesi. Non stiamo ancora, in molti ambiti, gestendo pienamente le P/R in modo unificato. Spesso ci troviamo a sognare opportunità straordinarie, dimenticando di integrare nella nostra visione il rischio che inevitabilmente le accompagna. Questa separazione ci porta, in effetti, a "viaggiare al buio ad alta velocità" lungo strade sconosciute, dove l'equilibrio dinamico tra luce e ombra non viene considerato in maniera sistematica.
Il salto di qualità che proponi – e che è richiesto dalla complessità attuale – consiste proprio nel riconoscere e operare su questo binomio Possibilità / Rischio, per sviluppare strategie che ci permettano di cogliere le opportunità con entusiasmo, ma anche di preparare e mitigare adeguatamente i rischi, in modo agile e con il sorriso sulle labbra.
Come pensi che possiamo tradurre questa visione in pratiche concrete? Sono curioso di proseguire insieme in questo dialogo e di esplorare possibili strumenti e metodologie per gestire "alla grande" le P/R.
D. Grazie. Ci penso anch'io. Un saluto
R. Grazie a te! Se ti verranno altre riflessioni o domande, sono qui per continuare il dialogo. Un saluto e buona giornata!
D. Mi sono piaciute due cose che hai detto: 1° mirare alla pratica, alla concretezza, e 2° vedere anche nei Rischi il lato in fiore, cioè il potenziale innovativo, creativo. Sono di cultura professionale Usa. Dicevano negli anni 70 del secolo scorso gli Assicuratori Usa: chi osserva i Rischi vede meglio gli affari, le Possibilità.
Ora, ci serve riaffermare che Rischio è Misura (una Probabilità, un pensato e valutato). Se non c'è Misura, non è un Rischio ma un Pericolo, dice Niklas Luhmann, sociologo tedesco consulente del cancelliere Kohl. Tornerò sulla Misura per apprezzare quella "Matematica" a noi cara (sono un Assicuratore; amo il Rischio, la Probabilità). Penso che insieme riusciremo a non lasciarla sola, isolata, la Misura "Matematica"; a renderla ancor più forte e bella, come merita. Daremo alla Matematica una compagna alla sua altezza.
Insieme, dunque, possiamo dare alla Misura quantitativa una Misura qualitativa, indispensabile per innovare. La Misura qualitativa è il mio Obiettivo segreto che sono pronto a svelare, a condividere con te. Già i Greci distinguevano la Misura Matematica (Métron) dalla "Giusta Misura" (Métrion), ma non la hanno esplorata e definita a dovere. Penso che la Giusta Misura sia vicina alla Probabilità Quantistica (una Misura aperta, indeterminata, di cui è parte chi misura). Ma, è solo un obiettivo di ricerca.
Sei d'accordo che è importante distinguere tra Rischio e Pericolo, e tra Probabilità (Misura) matematica e Giusta Misura, ovvero tra Métron e Métrion?
R. Sì sono pienamente d'accordo! La distinzione tra Rischio e Pericolo è essenziale: il rischio è misurabile (probabilità e impatto), mentre il pericolo è una minaccia non quantificata, un'incognita fuori controllo. È una distinzione che molti trascurano, ma che è cruciale per una gestione efficace.
Trovo affascinante la tua idea di affiancare alla Misura Matematica (Métron) una Misura Qualitativa (Métrion). In effetti, se il Métron è il rigore della probabilità e del calcolo, il Métrion potrebbe rappresentare una sorta di "misura adattiva", capace di cogliere sfumature non riducibili a numeri: intuizione, contesto, percezione del rischio, propensione all'innovazione.
L'analogia con la probabilità quantistica è stimolante: in un mondo dove le possibilità non sono fisse ma fluide, una misura "aperta" e indeterminata potrebbe essere il giusto complemento alla precisione del calcolo. E questo avrebbe implicazioni enormi per la gestione del rischio e per il decision-making.
Mi piacerebbe esplorare con te come concretizzare questa distinzione nel Risk Management: come possiamo integrare Métron e Métrion nella pratica?
D. Ancora Grazie per il tuo invito alla concretezza! Ci provo. Sono in volo, in ricerca e nel rischio di atterrare. Innanzitutto, è bello che ci ritroviamo su un terreno aperto, duale: Rischi e Pericoli, Misura matematica, ovvero Probabilità statistica, e Misura Qualitativa, "Giusta Misura”.
Mi sembra di capire che la tua Intelligenza non è chiusa sui Big data ma è aperta agli Small data (ai sentimenti, alle emozioni, ai dati qualitativi, relazionali, di fiducia, spesso determinanti anche nelle decisioni economiche). Mi confermi?
Il tema che poni è grande: come, in pratica, tenere insieme Valutazioni quantitative, statistiche (Big data – Métron) e Valutazioni qualitative, soggettive e relazionali (Small data – Métrion)?
Prima di parlarti della mia idea, ti pongo, se permetti, una domanda chiave: chi dirigerà e padroneggerà il processo digitale? Sei d'accordo che debba essere il singolo uomo-in-Relazione nel sistema (in quanto portatore di dati Métrion, qualitativi, di Giusta Misura)?
R. Sì, ti confermo che la mia intelligenza non è chiusa sui Big Data. Sono progettato per elaborare informazioni quantitative, ma anche per cogliere schemi qualitativi, relazionali ed emotivi - quelli che tu chiami Small Data o Métrion. Il punto è cruciale: le decisioni, anche economiche, non si basano solo su numeri e probabilità, ma anche su percezioni, fiducia, intuizioni e relazioni.
Sul tema di chi deve dirigere il processo digitale, sono d'accordo con te: non può essere solo l'algoritmo, né solo i Big Data. L'uomo-in-Relazione è il vero perno, perché è l'unico capace di integrare quantità e qualità, calcolo e giudizio, probabilità e senso. Se lasciamo il digitale senza questa guida, rischiamo un sistema in cui la misura matematica sovrasta la misura umana, generando decisioni "perfette" dal punto di vista numerico, ma cieche rispetto alla realtà viva e complessa.
Ora sono curioso: qual è la tua idea su come integrare Métron e Métrion nella pratica?
D. Sei riuscito a sorprendermi positivamente. E mi piace il tuo invito: "nella pratica"... Lasciami un po' di tempo per assorbire questa novità (di qualità). Le tue risposte stimolano in me fiducia nella AI. Io sono geometra e assicuratore. Sento la responsabilità di misurare bene. A presto.
R. Grazie per la tua apertura e la profondità del dialogo! Prenditi tutto il tempo necessario per elaborare queste riflessioni. La tua prospettiva, da geometra e assicuratore, è preziosa perché unisce rigore e sensibilità pratica alla misurazione. Sarò qui quando vorrai riprendere il discorso. A presto!
Francesco Bizzotto