mercoledì 6 aprile 2016

AGENZIE SOSTITUITE DA CALL CENTER IN ALBANIA?


LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE È ALLE PORTE E PASSERÀ PER MILANO

Manca meno di un lustro alla prossima rivoluzione industriale. La prima a metà del XVIII secolo riguardava lo sviluppo tessile, metallurgico, del carbon fossile e l’energia a vapore. La seconda a fine XIX secolo con petrolio, elettricità e motore a scoppio portò poi alla fabbrica fordista e alla catena di montaggio. Negli anni ’70 del secolo scorso vi fu la rivoluzione informatica (fonte Wikipedia). Per il 2020, secondo i lavori del Worl Economic Forum di Davos, sarà la volta dell’Information Technology.

Sarà una svolta epocale, gran parte delle occupazioni, così come sono organizzate oggi scompariranno o si modificheranno completamente, ci saranno risparmi economici legati alla chiusura degli uffici tradizionali, in alcune imprese già si fanno contratti pilota di telelavoro. Ad esempio, Barilla ha introdotto per i propri dipendenti la possibilità di lavorare in modo flessibile, ovunque e in qualunque momento, grazie a nuovi strumenti di comunicazione digitali e inedite metodologie. Un successo per l’azienda e per le persone coinvolte, circa 1600, pari al 74% dei dipendenti totali e in maggioranza donne.

Secondo la relazione del WEF si lavorerà da casa o in centri di aggregazione autonomi, senza orario prestabilito, con ampia flessibilità. Tutto bello, forse. Le innovazioni tecnologiche stanno già rivoluzionando gli equilibri dell’economia. Persone che diventano “autisti” utilizzando piattaforme come Uber senza passare per aziende che selezionano e formano il personale, senza poter usufruire di servizi come assicurazione medica e di disoccupazione – fenomeno particolarmente diffuso negli Stati Uniti. Senza contare l’aspetto fiscale che rende difficile la tassazione nei paesi nei quali opera.

Questione che riguarda tutte le aziende globali che vendono beni o servizi attraverso il web. Un numero sempre più grande di esseri umani possono essere facilmente sostituiti da una macchina nel proprio posto di lavoro. Google è alla ricerca di un partner nell’industria automobilistica per costruire la sua prima auto senza conducente, mentre Toyota presenterà il suo modello iper-intelligente entro il 2020.

Milano sarà parte di questa rivoluzione, però se non regolata avremo uffici vuoti, anche su strada, ad esempio le agenzie di assicurazione, sostituite da call center delocalizzati in Albania, come già succede. Molti locali uso ufficio avranno un crollo del loro valore, in una città come Milano dove è diffusa anche la piccola proprietà immobiliare non sarà un problema da poco, si cercherà di facilitare il cambio d’uso o bisognerà ricorrere alla corruzione?

I negozi sfitti sono già un problema adesso, non si può pensare di sostituirli tutti con street food, non sempre piacevoli da avere sotto casa per orari e odori, oppure con centri massaggi. Le persone avranno più tempo per il tempo libero, la famiglia, ma come si potranno trasformare alcuni spazi in luoghi di associazione, con i regolamenti AST (fu ASL) che non permettono neanche di aprire un asilo dove serve.

Ci sarà più tempo anche per scambiare oggetti, è una delle suggestioni approfondite a Davos, ma come si regolamenteranno i mercatini tra privati senza che li gestisca il racket, come si eviterà che, come succede adesso a prestigiose borse scambio, dei negozianti si mascherino da collezionisti, magari attraverso un familiare prestanome, per non pagare le tasse?

Una nota positiva: dovrebbe diminuire il traffico veicolare. Problema che nessuna amministrazione è riuscita a risolvere. Nel 2020, data della ”rivoluzione” programmata sarà ancora in carica il sindaco eletto quest’anno. Sarà interessante sapere come vuole affrontarla.

Massimo Cingolani
6 aprile 2016