martedì 29 marzo 2016

TRE AMBITI DI UTILITA'


   ASSICURAZIONI INNOVATIVE PER IL PAESE



L’Assicuratore è attore di una solidarietà speciale: su misura, responsabile, che libera risorse.
La sua valutazione può dire del potenziale d’impresa (e del merito di credito), e la sua quotazione dice dello specifico livello di rischio. E, se non assicura? È meglio lasciar perdere: siamo di fronte ad azzardi.
È un investitore istituzionale che guarda lontano. Vuole preparare il terreno, le pre-condizioni per il nostro crescente rischiare (creare, innovare). Merita un forte ruolo e – quando mette in campo la Prevenzione – una fiscalità di vantaggio. Le priorità: Catastrofi naturali (per invertire il trend del degrado), Imprese (per vedere e sostenere quelle che meritano ed esportano) e Salute (per integrare e finanziare il sistema sanitario, e ridurre alla metà, e insieme Gestire con umanità, il rischio più duro: quello di non autosufficienza in età avanzata).

Il Governo può creare un tavolo di discussione, dare un indirizzo, chiedere un impegno di ruolo.

Obiettivo di questa nota è la collaborazione tra pubblico e privato in ambito di Sicurezza e Libertà personali. Per una relazione forte, uno scambio di ragioni, per obiettivi condivisi.
L’Assicuratore si orienta, oltre che ad assumere rischi misurati, anche a gestirli (favorire la Prevenzione dei danni). Perché i rischi crescono, in parallelo con le possibilità, a causa degli sviluppi della conoscenza e delle applicazioni tecniche, e per effetto delle concentrazioni di valori e dei nuovi spazi di libertà, creatività e decisioni (personali e organizzati).

In particolare, le libertà sono detonatore del rischio che, per certi aspetti e in diverse occasioni, si presenta come pericolo, ovvero è opaco e fuori controllo. La distinzione l'ha fatta Niklas Luhmann: rischio è processo consapevole e trasparente, probabilità, misura; pericolo è decisione subita o priva di misura. E pericolo è prossimo ad azzardo (tracotanza).
Ora, l'Assicuratore può assumere rischi (probabilità), non pericoli. Di fronte ai pericoli cerca di capire per ridurli a rischi. E non assicura azzardi. Ha rifiutato di assicurare progetti di perforazioni oceaniche e del Polo nord (in cerca di petrolio), e i progetti sono stati accantonati.
Mira 1° alla misura per poter assicurare, e 2° alla Prevenzione (ridurre la probabilità di danno) per pagare meno sinistri (aumentare il margine di guadagno).
È un attore di mercato che ha interesse a invertire il trend del degrado e a far crescere la sicurezza come safety (capacità di correre i rischi). Ed è investitore istituzionale disponibile anche a questo scopo, oltre che a garanzia degli assicurati. In Europa ha asset per circa 7.000 miliardi.
Realizza una forma di solidarietà personalizzata, pagata e responsabilizzante. La sua valutazione può dire del potenziale d’impresa (e del merito di credito) e la sua quotazione (il premio) è una sorta di misura sociale del rischio; un indicatore della probabilità di danni a beni e persone insita nei progetti e nelle decisioni. Esprime le attese e la fiducia condivise. Dovrebbe accompagnare tutti i progetti d’impresa economica e sociale.

Peraltro la solidarietà attiva, responsabile, è l’obiettivo (da cui nessuno può chiamarsi fuori) dell'intreccio normativo che, su indirizzo europeo, regola il rischiare. In particolare con:

- Il D.lgs. 231/01 (responsabilità nominalmente amministrativa, di fatto penale).

- Il D.lgs. 81/08 (sicurezza e salute nei luoghi di lavoro): obbliga a redigere un Documento di Valutazione (e Gestione) dei Rischi, pur con una logica che separa lavoro e impresa;

- La legge 68/15 (delitti contro l'ambiente).

Il contesto impegna tutti coloro che corrono rischi, o se ne occupano, a comportamenti attivi, virtuosi, relazionali. Pena l'assunzione di responsabilità. Valorizza e stressa – è evidente – il mestiere di assicuratore. Lo chiama a un grande sviluppo e a innovare l'offerta verso la Gestione dei rischi. L’ottica di Gestione (ben oltre la pura Assunzione del rischio) implica la Prevenzione. È un indirizzo che merita una sottolineatura politica e una fiscalità di vantaggio.
In quali particolari settori le Assicurazioni possono avere uno sviluppo utile? Tre ambiti:

1. CATASTROFI NATURALI. Terremoti, eruzioni vulcaniche, trombe d’aria, uragani, inondazioni, allagamenti, inquinamenti gravi: il Paese ha avuto 250 miliardi di euro di danni dal 1945. Può cambiare il modo di fare solidarietà dopo le catastrofi. Dalla ripartizione di risorse fiscali è giusto passare a una solidarietà attiva, responsabile, partecipata, pagata su misura di rischio, e capace di imporre il risanamento, il rispetto ambientale, un certo equilibrio.
Il tempo è maturo per un indirizzo nazionale che apra a progetti regionali e a una tassa più bassa su queste polizze. Potremmo anticipare gli eventi e fare qualche test con tre obiettivi:

1. la definizione di forme assicurative obbligatorie minime, anche come estensione di polizze in essere, con poche e semplici classi di rischio, e precisi criteri e percorsi / obiettivi di sicurezza;

2. la costituzione di un Fondo pubblico - privato che sostenga progetti di ricerca, informazione, segnalazione e risanamento, Prevenzione dei danni e Protezione di beni e persone. La Prevenzione riduce i costi del 40 - 50%. Così, tanto i cittadini quanto le Istituzioni e gli Assicuratori, hanno interesse ad attivare questo sistema. Un circolo virtuoso subito conveniente;

3. la definizione di procedure di Perizia dei danni. A L'Aquila hanno ridotto le richieste del 20%.
2. IMPRESE. È tema non eludibile. Da qui passerà una nuova immagine e legittimazione dei servizi assicurativi. La buona copertura d’impresa è oggi il risultato di una accurata Gestione dei rischi che può giungere a dare una Garanzia di fornitura (obbligazione di fare), a seguito di una attenta Valutazione di impianti, prodotti, progetti. Può evidenziare il potenziale aziendale e quindi il “merito di credito”. È aspetto decisivo perché le PMI (più del 50% del Pil e delle esportazioni) possano crescere. Diventa centrale la collaborazione tra assicurazioni e banche (rischi e finanziamenti). Per una crescita sana e selettiva: non sprecare risorse; aiutare chi può farcela.

Con la Gestione del rischio le compagnie stanno più vicino alle imprese e possono, ad esempio:

· contribuire alla stesura del Documento di valutazione dei rischi previsto dal D.lgs. 81/08;

· generalizzare le polizze All risks e superare l'illogico doppio elenco dei rischi – quelli compresi e quelli esclusi – delle polizze a rischi nominati (dove l’imprevisto e la lite sono quasi la regola);

· aprirsi alla Gestione e copertura dei rischi di Rete che rendono potenti le nostre PMI;

· sostenere meglio chi esporta con garanzie finanziarie (PMI) per i rischi d’insolvenza e “politici” sul breve termine. Le polizze Credito e Trasporti poi possono darsi un sistema di garanzie e controlli in porti, dogane e mercati (come fanno i Lloyd’s) che anticipi le contestazioni.

L'Assicurazione è dunque parte dei servizi alle attività (un punto debole del Paese) che formano l’imprescindibile sistema intelligente che accompagna nel mondo e rende competitive le imprese.
3. SALUTE. Altro tema vitale. Qui l’Assicuratore è nato per integrare il pubblico (lo diceva già Alfonso Desiata). Può mixare le tutele della Salute (consentire al cittadino di scegliere, in clinica o ospedale) e del Reddito: dalla capacità lavorativa alla autosufficienza in età avanzata (l’alto, tremendo rischio dei 60 - 70enni di oggi). Anche qui vince la logica di Gestione attiva dei rischi con tre elementi in bella evidenza: la Prevenzione come valore di base, lo scambio di informazioni come via maestra e la lunga durata delle polizze come garanzia di serietà e continuità.

Poniamo in evidenza due temi in particolare (che meritano una fiscalità di vantaggio):

· Le polizze Salute integrative del Servizio pubblico, che possono costare la metà delle attuali sostitutive, consentire molte scelte del cittadino, a partire dai tribolati tempi di ricovero, prevedere opportuni percorsi di Prevenzione (in specie per i giovanissimi) e aprire un mercato di massa. Queste polizze possono essere una sicura fonte di finanziamento, se il sistema sanitario (pubblico e privato) decide di lasciarsi valutare nel merito e non quasi solo nel comfort. Oggi l’offerta (di puri rimedi) conduce il gioco da monopolista chiuso e opaco. Assai poco relazionale. Anche nelle molte zone in cui è eccellente.

· Il rischio di “non autosufficienza” può essere ridotto del 50% con percorsi di Prevenzione e di Recupero. È un dato enorme che va valorizzato. Come? Favorendo il lancio della specifica polizza Cure di lunga durata (Ltc – Long term care) in ottica e come parte di una più ampia Gestione dello specifico rischio. Gestione che comprende – oltre alla periodica Valutazione e a percorsi di Prevenzione – anche forme innovative di Trattamento del danno, cioè della dipendenza: innanzitutto prevedendo terapie di Recupero (efficaci – lo ripetiamo – al 50%) e poi con innovative prestazioni di servizio. Ad esempio con Case di Autonomia e Relazione – CAR – che anticipano alla radice il problema, riducendo drasticamente un rischio che cresce di pari passo con la solitudine e la depressione.
Francesco BIZZOTTO




mercoledì 9 marzo 2016

ASSCURAZIONI: LA PREVENZIONE E' IN CAMPO

SOLVENCY II SIGNIFICA ANTICIPARE GLI EVENTI

Al Cineas del Politecnico di Milano Pierluigi Stefanini schiera il Gruppo Unipol e l’Assicuratore a favore della Gestione del rischio, dell’innovazione che anticipa gli eventi avversi. In economia, è la rivoluzione.

Il 2 marzo scorso si è tenuto, nell'Aula Magna del Politecnico di Milano, un incontro / dibattito organizzato dal presidente del Cineas Adolfo Bertani, con la partecipazione di Pierluigi Stefanini (presidente del Gruppo Unipol e vice-presidente di UnipolSai), Giorgio Basile (vice presidente Cineas – area imprese), Matteo Coppola(Boston Consulting) e un folto gruppo di risk manager e dirigenti di primo piano di molte compagnie e broker: tra cui Bertelle di AIG, Cele di Marsh, Casati di Zurich.

Obiettivo dell’incontro: favorire il dialogo tra Banche, Assicurazioni e Industrie sul terreno della Gestione dei rischi, per Prevenire i danni e contribuire alla definizione del Merito di credito bancario. Per una cultura del Rischio all'altezza del Paese.

Bertani vi ha molto insistito, appassionato come sempre fino alla battuta (... Io che sono "democratico", nonostante il nome).

Insomma, l'Europa (Solvency II) sta producendo sul mercato assicurativo i suoi effetti. Bellissimi.

E infatti nello stesso giorno la stampa di settore (Insurance Trade.it) riportava una significativa dichiarazione del presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, secondo cui occorre stimolare un profondo cambiamento culturale nel settore assicurativo. In particolare:“Il passaggio dall’approccio statico di Solvency I, basato su dati storici, a uno prospettico come quello di Solvency II è rivoluzionario”.

Sembra proprio che con la storia (le statistiche, le tariffe) non si vada lontani. Non si possano misurare i rischi del nostro tempo. Serve un approccio attento e vicino al soggetto del rischio; stare in buona relazione con lui, scambiare molte informazioni e contribuire al suo impegno per gestirlo. Solo così lo si può rendere misurato e quindi lo si può assicurare. Questa misura, peraltro, è ciò che serve al Paese. Il che non significa non studiare gli eventi, la storia.

Rossi si riferisce all'approccio di Bilancio e di sicurezza (capitalizzazione) delle compagnie. E non solo. È ovvio che se assumi una logica prospettica (e non statica) nel Bilancio, sei obbligato a osservare con la stessa logica i Rischi che sono alla base del tuo Bilancio. Altrimenti, che Bilancio fai?

Il dibattito è stato interessante. Centrato sulla necessità del Risk Management nelle imprese. Una funzione specialistica ben strutturata (Basile), seppur integrata con le attività produttive, con il business (Coppola), per non essere sempre in ritardo (Cele).

Una funzione strategica cui fa da sponda l’invito di Stefanini agli Assicuratori a tornare ai fondamentali del mestiere, a riscoprire lo specifico valore mutualistico e a riflettere sulle priorità: il cambiamento climatico e i rischi di Catastrofi naturali, propone.

Allora, Gestire i rischi significa anticipare gli eventi; creare spazio, governare e rendere possibile lo sviluppo sostenibile. Chi altro può avere questo ruolo positivo?

In questo senso la ricerca degli Assicuratori ha un sicuro ruolo sociale (Bertelle) che va riconosciuto. E il ritardo più grande? Il cambiamento climatico, ribadisce Casati.

Bertani ha insistito sulla esigenza di aperture al RM, coerenti e tra loro legate, da parte di Assicurazioni e Banche (queste, sono più in ritardo): per valutare, attraverso la lente dei rischi, l'impresa, la sua struttura (punti di forza e aree di crescita), il suo potenziale (al presente e in prospettiva); il Merito di credito.

E Stefanini ha sostenuto necessaria la collaborazione tra pubblico e privato sulla strada maestra della Prevenzione, della Gestione dei rischi. Per riscoprire un approccio e una cultura etica nel fare business. Un respiro, quello di Stefanini, concreto e politico a tutto tondo.

Le conclusioni. Bertani evidenzia che la domanda di RM formati è alta (4 - 5.000 per i prossimi anni). In molti ospedali il RM c'è solo sulla carta. In troppe facoltà l'insegnamento è assente (Medicina, ad esempio). Lamenta infine che mancano finanziamenti (Borse di studio) per consentire ai Giovani di frequentare i Master di RM. Occorre fare sistema con le pubbliche Istituzioni, ribadisce, per far crescere la cultura del rischio.

E Stefanini invita a chiedersi cosa possiamo fare insieme per il Paese. Sottolinea

il nostro ruolo di integrazione della Sanità pubblica (possiamo valorizzare i 30 miliardi annui spesi da privati cittadini) e l'esperienza in corso d'opera di UnipolSai con Cineas a Torino, per aiutare le PMI a prevenire le Catastrofi naturali.

E ricorda che il Governo Renzi ha stanziato 2,5 miliardi per la ricerca avanzata. Parliamone apertamente, dice. Le nostre idee (Gestire i rischi, anticipare gli eventi avversi con la Prevenzione, contribuire a dire del Merito di credito, governare, rendere misurato e sostenibile lo sviluppo economico) meritano di essere prese in considerazione.

Francesco Bizzotto 7 marzo 2016
 “Le modalità di calcolo del rischio, come sono state sinora definite dalla scienza e dalle istituzioni legali, collassano.” Ulrich Beck, La società del rischio, Carocci ‘00, p. 29

“Io credo […] alla forza inventiva dell’uomo e alla sua scaltrezza vitale, alla sua capacità di vedere, progettare, dominarsi, fare e seguire leggi. Egli inventerà anche degli strumenti contro ciò che proviene da lui medesimo.” Hans Jonas, Sull’orlo dell’abisso, G. Einaudi, ’00, p. 44

mercoledì 2 marzo 2016

OMICIDIO STRADALE


Finalmente la legge diventa realtà

“L’omicidio stradale finalmente diventa legge. Per troppi anni si è stati passivi di fronte alle stragi che si sono consumate, con tante vite spezzate, anche con mamme, bambini e giovani. Senza dimenticare le lesioni gravi e gravissime che hanno menomato e distrutto per sempre l’integrità fisica di migliaia di persone”. Lo dichiara il sen. Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia intervenendo in aula in dichiarazione di voto sul voto di fiducia sul provvedimento. “Ben 5 passaggi tra Camera e Senato non lasciavano più spazio alla melina, al tentativo ogni volta di cambiare qualcosa – ha aggiunto – Il voto di fiducia ha rotto questo immobilismo che finalmente dà al nostro Paese uno strumento per colpire con severità i pirati della strada e chi si mette alla guida dell’automobile causando lesioni perché ubriaco, perché sotto effetto di droghe o perché si sono
violate le principali e più delicate norme del codice della strada”.
“Più rigore meno immobilismo – ha concluso Lumia – sono le scelte contenute in questa legge. E’ necessario un approccio integrato. Nessuno lo nasconde, anzi, sono già in fase di avvio gli strumenti della prevenzione, dei controlli, della manutenzione delle nostre strade e della messa in sicurezza delle automobili. Le associazioni delle vittime della strada hanno chiesto con forza che il Parlamento arrivasse a questo obiettivo. Oggi questa legge finalmente diventa realtà”.