martedì 25 giugno 2013

i punti del network (2).

Riprendendo la riflessione sui punti salienti per un possibile programma di governo che coinvolga il settore, proponiamo un tema non più eludibile dopo vent’anni di dibattiti e di passerelle istituzionali sui luoghi dei disastri, sempre più imbarazzanti. L’80% dei nostri comuni è a rischio idrogeologico, il 70% è in zona sismica. L’80% degli italiani è proprietario dell’abitazione in cui risiede. Lo Stato, per usare un eufemismo, scarseggia di mezzi e, ad ogni disastro da calamità naturale, deve inventarsi nuove tasse per reperire i soldi per far fronte a una ineluttabile quotidianità che si ostina a definire “emergenza”.

2.CATASTROFI NATURALI. Terremoti, alluvioni, inondazioni, frane, eruzioni vulcaniche, uragani: il Paese ha avuto 245 miliardi di danni, dal 1945. Ora, dar la colpa alla natura e al caso è ancora possibile? Fare solidarietà dopo le catastrofi è giusto. Deve cambiare il modo di farla. Dalla solidarietà semplice, che ripartisce risorse fiscali, è giusto passare a una solidarietà attiva, responsabile, partecipata, su misura del rischio corso. Spesso le regole di prevenzione e protezione degli assicuratori sono divenute standard accettati (ad esempio nel trasporto marittimo e di valori). Auspichiamo che accada, oltre che per le perforazioni oceaniche, anche per le Catastrofi naturali.
Quante L’Aquila, quante Emilia e basso mantovano sono necessarie perché il Governo prenda in mano la situazione e si pre-occupi dei propri cittadini?
Molti paesi europei si sono già attrezzati: anche la Turchia ha sviluppato un sistema di tutela del territorio che coinvolge il mondo assicurativo.
Ci sono vari studi (Guy Carpenter, ANIA, ANRA) che hanno già individuato i pro e i contro dei modelli francese, inglese, spagnolo, ungherese, rumeno, turco.
Manca solo la scelta politica di volersi attivare per definire e portare avanti un progetto importante che abbia come obiettivo  la tutela dei cittadini, del patrimonio edilizio e del territorio sia dal punto di vista della gestione dei danni che degli investimenti per la prevenzione.
Il tempo è maturo per un indirizzo nazionale che apra a progetti regionali in cui pubblico e privato collaborino, riservando alla tutela pubblica la parte che eccede la capacità di copertura da parte del settore privato.
È un obiettivo ambizioso?
Proponiamo che la Lombardia faccia un test in questo ambito. Tre gli obiettivi strategici del test:
* La definizione di forme assicurative obbligatorie (anche solo per le nuove costruzioni e solo per le polizze legate ai mutui);
* la costituzione di un fondo (con parte delle tasse delle nuove polizze) per invertire il trend del degrado e avviare progetti di Prevenzione dei danni e di Protezione dei beni e delle persone. Esempio: il 50% delle scuole è senza criteri antisismici? Se ne valuti il rischio e si inizi da qui;
* la definizione di procedure di perizia dei danni (a L'Aquila hanno ridotto le richieste del 20%).
Chiediamo a Parlamento, Governo e Regioni : fate qualcosa, ma fatelo subito,  date ai cittadini un segnale, il silenzio su questo tema oggi è politicamente e moralmente colpevole!   

venerdì 21 giugno 2013

I punti prioritari per il network

Il contributo del settore assicurativo per la ripresa.

Il recente documento rivolto al Parlamento dall’Ania si pone con uno spirito nuovo e  apprezzabile inteso a creare le condizioni politiche per un rapporto proficuo fra aziende, sindacati , associazioni dei consumatori,  istituzioni parlamentari e governo con l’obiettivo, nel rispetto delle legittime diversità, di far convergere tutte le forze sui molti  punti di accordo possibili nell’interesse del Paese.
Con analogo spirito il network degli assicuratori democratici ha da tempo avviato una riflessione di cui riteniamo utile ricordare i punti salienti per un possibile programma di governo capace di coinvolgere un  settore che è, come recentemente ricordato anche dal Presidente Napolitano, elemento fondamentale per la gestione e l'espansione delle attività produttive offrendo, in un mercato unico europeo adeguatamente regolato, una ulteriore garanzia di stabilità e funzionalità per i settori economici e una accresciuta tutela per tutti i consumatori”. 
1.             RCA. trasformare questo servizio in bandiera d'innovazione e di affidabilità. Puntare alla semplicità, al servizio e al rispetto. Chi non può spendere deve trovare polizze a metà prezzo, come in Francia. Automatizzare la polizza e l'incasso e offrire servizi di info e assistenza nei rischi e nel sinistro. La Scatola nera non è che l'inizio. Sbaglia chi non vuole offrirla: è mezzo di tutela degli onesti (del Nord e del Sud); riduce le truffe e le lievitazioni di costi e tariffe. La concorrenza, che pone al centro il cliente e si fa scegliere da lui, trarrà vantaggio dal testo di base e dalla comparazione delle offerte. Il Governo può favorirla con una fiscalità di vantaggio. Come può favorire formule che penalizzano comportamenti di guida scorretti o inopportuni (specie in città), oltre la logica sbagliata del Bonus malus, che punisce nel momento della solidarietà (il danno) e non nel rischio (il comportamento).
L'obiettivo? Semplificare e spostare l'offerta su servizi di assistenza e gestione, per giungere all'equilibrio tra premio e apprezzamento. L'equilibrio di mercato che adesso non c'è.
Notiamo, in positivo, l'ottimo lavoro della Fondazione Ania per la sicurezza stradale. I morti sulla strada sono passati dai 7.000 del 2000 ai 3.800. Possiamo dire: si è fatta molta strada.

ORA NON SERVONO NUOVE LEGGI, MA L’ATTUAZIONE DI QUELLE GIA’ EMANATE.
IL SETTORE NON SIA OGGETTO DI INIZIATIVE DEMAGOGICHE GATTOPARDESCHE CHE RISCHIANO DI VANIFICARE IL BUON LAVORO FATTO NELLA PASSATA LEGISLATURA.

La riduzione delle tariffe RCA per portarle ad uno standard europeo è un obiettivo quasi raggiunto: manca solo il risultato!
Lo scoglio principale è stato superato: la politica ha fatto il suo dovere. Ora è importante capitalizzare gli sforzi e passare dalla teoria alla pratica, completando le norme attuative del decreto Cresci Italia 2012.
L’IVASS non deve farsi condizionare dalla resistenza al cambiamento di chi non ha interesse a cambiare lo “status quo” di un mercato scarsamente permeabile alle regole della concorrenza.
1.      La scatola nera controlla l’eventuale sinistro e non la libertà dell’individuo: i dati relativi a localizzazione e dinamica devono essere certi, completi e disponibili, altrimenti si vanifica il tutto. La scatola nera per un corretto utilizzo DEVE contenere un GPS, un accelerometro, un trasmettitore e NON DEVE essere la disinstallabile dall’assicurato.
2.      È auspicabile incentivarne l’installazione da parte delle case automobilistiche: il produttore della scatola nera deve poter essere diverso dal provider del servizio di gestione dei dati. La definizione di uno standard deve garantire la concorrenza tra produttori di scatole nere e tra provider.
3.      Il contratto di base deve essere disponibile con scatola nera e senza scatola nera: ogni compagnia dichiari il prezzo senza aumenti e senza sconti.
4.      Il preventivatore IVASS deve essere il riferimento unico per l’individuazione dell’offerta migliore (link riportato nelle Home Page dei siti internet di tutte le compagnie assicurative).
L’IVASS ha un ruolo e una responsabilità enorme sul futuro della RCA: dare ascolto alle sirene di chi ha interessi economici di parte significa ridurre o, addirittura vanificare, l’efficacia dell’iniziativa riformatrice.

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